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Il sole nel cuore

Creato il 30 dicembre 2011 da Drittorovescio
IL  SOLE  NEL  CUORE
Marco si svegliò improvvisamente, senza una ragione apparente, ma con addosso ancora quel senso di ansia che non lo mollava mai da alcuni giorni.
Provò a riaddormentarsi, girandosi e rigirandosi varie volte senza riuscire a trovare una posizione che gli riconciliasse il sonno, ma si ritrovò supino con gli occhi aperti a fissare il soffitto. Non c'era verso di riposare, pensava, fantasticava, cercava di sviare l'attenzione e di eliminare la tensione cercando di respirare a fondo e con regolarità, come si fa quando si affronta qualcosa di importante. Non riusciva nemmeno a spiegarsi cosa fosse quel tramestio di pensieri, ma le immagini che aveva negli occhi richiamarono la sua attenzione su quello che da un po' di tempo affollava la sua mente. Tutto a posto, ma niente in ordine, pensò, mentre decise di alzarsi, insofferente e disturbato dal sonno interrotto e dall'acuirsi della necessità di continuare a volare di fantasia.
Troppe cose, forse, tutte insieme da recepire e da accettare. Immaginava di riuscire meglio a gestire la sua vita, ma realizzò che in realtà non si era mai trovato nella stessa situazione e quindi non poteva nemmeno avere un termine di paragone. Certo, momenti difficili ne aveva avuti, ma non erano stati così.
Questo non era un momento brutto, per alcuni aspetti lui amava definirlo il migliore della sua vita, quello in cui si poteva esprimere esattamente come voleva.
Non doveva prendere decisioni, in realtà doveva solo accettare la dimensione in cui si trovava, ma non era facile lo stesso anche se da sempre era abituato a scegliere di proseguire a  modo suo, nel suo modo particolare di affrontare la vita.
Avrebbe avuto bisogno di poter guardare con calma dentro di sè, ma con tanta gente intorno era impossibile farlo e realizzò che forse per questo si era svegliato così presto.
Un caffè, il primo della giornata, lo avrebbe aiutato a schiarirsi le idee o almeno lo avrebbe svegliato completamente con la solita sferzata di energia di cui aveva bisogno per mettersi in pace con il mondo.
Non poteva, orgogliosamente, permettersi  di lasciarsi sopraffare dalla situazione. Voleva ad ogni costo godersi quello stato di grazia in cui si trovava, che aveva quasi agognato per una vita intera e che ora, a momenti, lo faceva sentire vulnerabile, impacciato e quasi incapace di esprimersi.
Sapeva di essere capito fino in fondo, ma avrebbe voluto essere lui quello più sicuro. Una sorta di ansia da prestazione, pensò, sorridendo a fatica.
Aveva timore di deludere, forse di illudere, ma ancora di più lo spaventava quel non riuscire ad aprirsi fino in fondo per dire quello che il cuore gli suggeriva, quasi gli imponeva, di dire.
Avrebbe avuto bisogno di scaricare la tensione fisicamente, per ritrovare la consueta calma, ma non poteva farlo in quel momento perchè ci sarebbero state spiegazioni da dare. Spiegazioni che forse non sarebbero nemmeno state capite, forse ed allora era meglio rinunciare.
Con la tazzina ancora in mano, si avvicinò alla finestra e guardò fuori.  Il prato era tutto bianco di brina. Gli alberi spogli erano tutto un bianco ricamo.  I primi raggi del sole sfioravano l'erba e la rendevano luccicante, con quei mille piccoli riflessi di luce che ricambiavano quelli ricevuti dal sole. Spostandosi appena e osservando di nuovo, vide esattamente lo stesso spettacolo. Lo stesso scambio di luce soffusa e di riflessi quasi indescrivibili che tornavano indietro.
Si soffermò qualche attimo ad ammirare ancora quello spettacolo della natura. Il sole diveniva sempre più splendente in quel terso mattino d'inverno e da quel prato coperto di brina fredda si diffondevano piccoli brillanti di luce riflessa che illuminavano tutt'intorno.
Capì e sorrise rilassato.  Capì di essere parte attiva di quello spettacolo che appariva come una metafora della vita in cui il ghiaccio sciogliendosi diventava luce grazie al tepore ed alla luce che illuminava il mondo.
Anche lui poteva brillare ancora, di nuovo e meglio grazie all' unica legge che regge l'Universo ed avrebbe potuto scambiare la sua luce, finalmente, fino a farla diventare una cosa sola, splendente e bellissima come aveva sognato di poter fare e non servivano parole. Quelle sarebbero arrivate prima o poi, da sole, al momento giusto, con la calma e la dolcezza di cui aveva bisogno.
Marco capì che la cosa più importante era quel sole che si portava dentro il cuore.

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