Magazine Diario personale

Il suo sette

Da Patalice
Il suo setteCara amava i tramonti. 
Non perché romanticamente attratta dai colori del cielo in mutamento, ma perché, quando veniva buio, si sentiva autorizzata a mettersi ai fornelli. Gordo odiava la primavera, e pure l'estate.Non tanto perché soffrisse il caldo, o temesse insolazioni, ma perché in quei lunghi mesi, non cenava che alle 10, la sera. Cara e Gordo vivevano insieme, in un rapporto che somigliava all'amore, ma che aveva adottato l'abitudine come arma di difesa.Non che non si volessero bene, ma sospiri occhi negli occhi, e messaggini di venato ardore, non c'erano più da tempo. Forse non c'erano mai stati, ecco perché non ne sentivamo la mancanza. Vivevano da 7 anni, in un appartamento che era stato della nonna di Gordo, subito dopo che, sua sorella, ci stazionasse durante l'estate, rendendolo bohemian e chic, adattissimo a loro. Cara ci aveva messo solo i comodini Luigi XVI che le erano capitati in sorte dall'eredità della zia Rosina; aveva evitato di esibire anche il risentimento ed i risolini, che le erano toccati in sorte, coi mobiletti, dopo 5 anni al capezzale della vecchia ricchissima e devotissima al Sacro Romano Impero... Del resto, Bastavano già quei due cosi a stonare col resto. La loro vita fluiva lenta, né letto di un fiume che non conosce scossoni o temporali.Ma Gordo, un giorno, arrivò con una novità senza precedenti: un'iniziativa.Non che fosse un uomo piatto, ma preferiva accondiscendere al volere muliebre, piuttosto che proporre a vuoto, o irritando; così, negli anni, viaggi, acquisti, cene, festività, regali fatti e ricevuti, tutto era stato organizzato da Cara.Ma quel giorno no, quel giorno Gordo era uscito, diretto alla metro, e non era andato in direzione dell'ufficio, ma aveva preso quella opposta. E lo aveva fatto senza un motivo, senza avvisare e senza idea della meta. Gordo, dopo una laurea in economia, era stato assunto nell'ufficio di commercialisti, dove aveva fatto il tirocinio. Lavorava lì da 17 anni e, non essendo un tipo ambizioso, programmava di trascorrere lì tutta la sua esistenza lavorativa. Non aveva fatto i conti con la crisi, e con le cose che non scegliamo noi. Il capo di Gordo l'aveva fatto chiamare e gli aveva offerto un macarones.Il capo era una donna.E questo non significa nulla: Cara guadagnava più di lui, e la reazione era di contentezza non di invidia.Solo che un capo uomo avrebbe offerto alcool, una capo donna dolcetti francesi.C'est là vie.Capo disse a Gordo che le cose andavano malaccio, lui, addetto alle analisi quantistiche, doveva saperlo più di tutti. Capo sostenne che, entro il trimestre, affidati i clienti a colleghi più inseriti (così disse lei, inseriti...), avrebbe chiuso l'ufficio. Voleva il primo a saperlo fosse Gordo, gli rifilò un'altra piccola meringa farcita, ed i contatti di un'azienda che cercava un profilo come il suo. Lo aveva già raccomandato. No, non c'era bisogno di ringraziarla, lo liquidò Capo.In un banale mercoledì di febbraio, Gordo aveva calorie in più nello stomaco, un capitolo chiuso alle spalle, ed un altro che qualcuno aveva aperto per lui.Sette anni prima, non si ricordava se fosse un mercoledì,con un fidanzamento di sette anni alle spalle, Cara lo aveva invitato nel suo minuscolo monolocale a mangiare una pizza, e nel cartone della suddetta, aveva piazzato un fiocco con delle chiavi. La chiave della LORO casa, che altro non era che la casa di SUA nonna, che SUA sorella aveva affidato a SUA moglie.Gordo si era sentito sovrastato, privato della possibilità di scegliere, defraudato della sua virilità di maschio. Il suo settePer un secondo.Gli occhi di Cara erano così pieni di "domani" che la sua acrimonia, aveva ceduto il passo all'inevitabile, al giusto, al duopo... e l'aveva abbracciata.7 anni dopo, all'incirca nello stesso periodo, un'altra donna fulcro della sua esistenza, gli dava la soluzione senza porgli la domanda.Era un uomo fatto, 42 anni per 78 chili, modellati dal pilates e dal running, e non aveva mai scelto nulla della sua vita.La casa di sua nonna, l'arredamento di sua sorella, le scelte della sua Cara, il licenziamento e l'assunzione della sua capa.Nulla della sua vita era stato partorito dalla sua volontà. E nulla di ciò che aveva gli piaceva.Nulla di suo era davvero suo.Gordo ci era arrivato.Senza affanno, senza depressione, senza smarrimento, solo con una presa di coscienza somigliante ad un risveglio post coma.Sorrise senza ricordare il perché o il per come avesse smesso di farlo, per riprendere nel momento peggiore.Sedette su una sgangherata poltroncina di velluto consunto, in opposizione al verso della corsa, e si mise a guardare il nulla che, affascinante, gli permetteva di scegliere.

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