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Il testa-coda di Pietro Aradori

Creato il 12 novembre 2010 da Basketcaffe @basketcaffe

aradori-sienaChiunque abbia mai giocato a basket a livello agonistico, prima o poi si sarà posto la domanda se era meglio essere uno dei tanti in una squadra fortissima, o piuttosto il leader di un gruppo perdente. Pietro Aradori, dopo una stagione passata a fare il bello ed il cattivo tempo a Biella, con cui però si è salvato solo all’ultima giornata, ha deciso di accettare la chiamata della Montepaschi Siena dove gli veniva chiesto di giocare nel ruolo idealmente più lontano rispetto a quello occupato in Piemonte, cioè entrare dalla panchina e dare il suo contributo in pochissimi minuti (ma chissà se gli era chiaro fin da subito).
Per uno abituato a fare 17 punti di media prendendosi 12.2 tiri a sera in 30 minuti, firmare con la Montepaschi, al di là del fattore economico, sicuramente è stata una rivoluzione copernicana. Un assaggio di quello gli sarebbe successo in biancoverde Pietro lo aveva già avuto in Nazionale in estate, dove la concorrenza con Belinelli lo teneva praticamente sempre seduto a scaldare la panchina. A quel punto i più maliziosi si chiedevano perchè Simone Pianigiani, allenatore sia degli Azzurri che della Mensana, non lasciasse un po’ di spazio ad un attaccante che avrebbe comunque aradori-italia-2tolto pressione a Bargnani e Belinelli (dato che in fin dei conti i due possono benissimo convivere tecnicamente).
Qualche settimana dopo, il problema Aradori, perchè senza girarci troppo intorno dobbiamo definirlo problema, si è riproposto anche con il club senese: il bresciano classe ‘88 infatti viene impiegato solo 9 minuti a partita in cui comunque si fa sempre trovare piuttosto pronto (4 punti di media con il 66% dal campo), ma ugualmente non riesce a guadagnare spazio. Ad essere onesti il suo titolare è Rimantas Kaukenas, non certo l’ultimo arrivato (19.3 a gara), però se si investe su uno dei migliori prodotti del basket italiano bisogna anche dargli la possibilità di esprimersi, di lasciarlo anche sbagliare ed eventualmente anche di perdere una partita in più!
Il lituano ex Real Madrid, sa già come si gioca a pallacanestro ad altissimo livello e probabilmente si sta esprimendo come mai nella sua carriera, ma rischiare di bruciare un Aradori che quanto a talento e capacità realizzative non è certo molto dietro al 33enne di Vilnius, è davvero un peccato capitale!


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