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Il TG macellaio (TG2) la fa fuori dal vaso, e di molto

Creato il 06 novembre 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Il TG macellaio (TG2) la fa fuori dal vaso, e di molto

Il Tg2, checché se ne dica, sebbene de gustibus non est disputandum, è diventato da diverso tempo un angolo “informativo” pieno di assassinii, truci incidenti e sangue a gogò purché ci sia occasione di mostrarlo. Singolarmente tale carrellata di servizi segue sempre quello dedicato all’opposizione.

“… queste le parole dell’onorevole Bersani.

Uccide con dieci coltellate il figlio… padre disperato ecc”

Pensate a quelli che si sintonizzano a metà di questa frase… vabbé non son qui per parlarvi di questo, che è anche ormai accettabile, ma del fatto che l’allineamento del telegiornale con i programmi della rete che lo ospita ormai ha avuto effetti abbastanza vomitevoli. Ma se fino ad oggi si trattava di sangue, omicidi, interviste condotte da vampiri di emozioni a parenti disperati, ieri, come segnalato da un lettore di TVblog, si è andati oltre. Una segnalazione che pone l’accento su un servizio choc andato in onda nell’edizione delle 13. Così come è arrivata, perché non c’è spiegazione migliore di quanto accaduto:

Gentile Redazione di Tvblog,
vorrei segnalare un servizio sull’alluvione di Genova andato in onda pochi minuti fa sul Tg2 delle 13, in cui è stata trasmessa un’intervista ad un minore salvatosi miracolosamente dalla sciagura, nella quale, tuttavia, ha perso la madre. Al ragazzo, visibilmente e comprensibilmente scosso, tanto da scoppiare a piangere alla fine dell’intervista, è stato fatto rivivere il dramma con domande che facevano rabbrividire.

“Hai avuto paura di morire?”

ha chiesto candidamente l’intervistatrice al piccolo: credo si vada ampiamente oltre alla strumentalizzazione del dramma, e ovviamente del diritto di cronaca. Parlare di disgusto o raccapriccio è quasi scontato: ho provato vergogna per quella giornalista e per la sua insensibilità, dolore nel vedere violata la fragilità di un innocente già distrutto dalla perdita della cosa più cara, e su cui si indugiava con inaudita ferocia. Spero possiate danunciare questo scempio.
grazie per l’attenzione

Ecco, il Tg2 ha portato a casa uno dei suoi “scoop”, stavolta alle spalle di un minore che aveva perso la madre nell’alluvione e si era trovato a sua volta in mezzo ad acqua e fango, salvandosi solamente perché riuscito ad aggrapparsi ad un palo, mentre invece la madre è stata portata via dalla corrente davanti ai suoi occhi. Un’esperienza che non si auspica ed augura a nessuno.

Ed il bello è che tale intervista è poi stata mandata in onda anche in altre reti Rai, per diverse fasce orarie. Nel frattempo la rete si è scatenata e a suon di passaparola e le proteste sono arrivate fino a Marcello Masi, direttore del Tg2, che non ha perso tempo a cercare di scusarsi.

Sono fuori dalla grazia di Dio! Un servizio così nel mio telegiornale non può e non deve andare in onda […] Non ho fatto in tempo a visionare il servizio prima che venisse trasmesso, ma questo non attenua la mia responsabilità

Siamo d’altronde nell’era del “a mia insaputa”, i vicedirettori e intere redazioni non contano. L’unica scusante, a far gli avvocati del diavolo, è che l’autorizzazione alle riprese era stata data proprio del padre del ragazzo. Anche la giornalista che ha firmato il servizio, Daniela Orsello, ha cercato di difendere la sua posizione:

Non cercavo lo scoop. Sono dieci anni che faccio cronaca e non l’ho mai fatto. La mia storia parla per me. Ero entrata in quel palazzo perché il ragazzino e suo padre erano andati a cercare l’inquilino che aveva salvato il piccolo. Non li ho inseguiti, li ho incontrati per caso.

Questo è il risultato di anni di informazione deformata dal conflitto di interessi, costretta a non essere più se stessa ed inseguire la spettacolarizzazione, che in altri paesi sta certo in determinati tipi di programmi, ma che non si trova di certo in un telegiornale ad ora di pranzo. Si è dovuti arrivare ad aggredire un minore per porsi delle domande.

Ma di che mi stupisco, deve allagarsi mezza Italia per capire che bisogna curare il territorio, un povero bambino d’altronde, non conta una beata minchia.


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