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Il turpiloquio di Grillo come indice del rispetto per chi non pensa come lui

Creato il 24 marzo 2013 da Laperonza

 

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È indubbio che Grillo abbia cambiato la politica e lo ha fatto, in maggior parte, in meglio. Ha cambiato la concezione di onnipotenza, ha sistematizzato il concetto di riduzione dei costi e dei privilegi, ha obbligato il nuovo Parlamento a fare i conti con l’esigenza diffusa tra i cittadini, elettore di Cinquestelle o no, di vedere il sacrificio che gli Italiani ormai sono rassegnati a infliggersi applicato anche a quella cosiddetta casta che ne sembrava immune. Non solo. Ha anche fatto capire alla classe dirigente che esiste un nuovo mondo che muove e diffonde opinioni e pensieri con una velocità impressionante e con il quale bisogna fare i conti: la rete. Snobbata, guardata con diffidenza, per lo più ignorata da quella politica fatta di pensieri antichi ora la rete diventa la nuova frontiera del consenso e del dissenso, tanto da preoccupare e inquietare Grillo stesso, incapace, a quanto pare, di fare i conti con il libero pensiero elettronico.

Non voglio entrare nel merito delle responsabilità dello stallo politico attuale, in cui Grillo e suoi giocano un ruolo sostanziale, e del fatto che il Movimento più innovatore della storia si stia sostanzialmente tirando fuori dai giochi con un atteggiamento attendista degno della politica più becera e odiosa, evitando di assumersi la responsabilità di realizzare quello che fin’ora ha viaggiato solo tra i byte della rete per vedere cosa riescono a fare i vecchi della politica nella certezza che, dal naufragio inevitabile che ne seguirà, i Grillini potranno solo trarre vantaggio elettorale alle prossime, prossimissime elezioni. E sorvolerò sulle conseguenze che questo atteggiamento comporta sulle vite del singolo Italiano, sulla disoccupazione, sui cassaintegrati, sul potere di acquisto, sulla mancata risoluzione dei problemi reali che interessano il popolo e non la casta. Non è infatti mia intenzione trattare circa la mia convinzione, che comunque ho, che Grillo stia tirando l’acqua al suo mulino noncurante delle conseguenze e che il suo movimento, nelle sue buonissime intenzioni, dia la netta impressione di essere fortemente staccato dalla realtà delle vite della gente. Che nel frattempo soccombe pur nell’orgasmo di questa sorta di vendetta collettiva.

Vorrei invece parlare di una colpa che Grillo ha, con la buona compagnia e la complicità dei vari Bersani, Berlusconi, Maroni e del mai abbastanza defunto (politicamente) Bossi: quella di aver portato il linguaggio politico a livelli così bassi che è imbarazzante, vergognoso, insostenibile, ascoltarlo parlare. L’ultima uscita di Grillo sul suo blog al momento in cui scrivo titola “Schizzi di merda digitali”. Che tipo di rispetto si ha di chi legge, a prescindere dal contenuto? Che razza di linguaggio sarebbe questo? È questo il livello culturale, umano, morale della nuova politica? Dobbiamo aspettarci un governo a 5 Stelle, nel prossimo futuro, quando vinceranno le elezioni e prenderanno finalmente quella maggioranza assoluta cui mirano, che tratti a parolacce gli interlocutori? Che vada agli incontri internazionali usando termini più consoni al gabinetto che alle istituzioni? La forma non è meno importante della sostanza. Il rispetto non è secondario al contenimento degli sprechi. Perché se oggi la “vittima” dei turpiloqui di Grillo può essere Bersani o Monti o Berlusconi, domani potrebbe essere chiunque non la pensi come lui. E magari non ci si limiterà all’insulto.

Luca Craia


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