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Il western sbanca Cannes. Alla faccia di chi gli vuole male...

Creato il 19 maggio 2014 da Kelvin

IL WESTERN SBANCA CANNES. ALLA FACCIA DI CHI GLI VUOLE MALE....

Hilary Swank e Tommy Lee Jones in 'The Homesman'

Ha centoundici anni, ma non li dimostra. Anzi, il western è come l'araba fenice: dato ciclicamente per morto, finisce ogni volta per rinascere e stupire. Quest'anno ha addirittura sbancato Cannes, e non solo grazie all'attesissima versione restaurata di Per un pugno di dollari (che avrà l'onore di chiudere in bellezza la rassegna francese) ma anche per la presenza di almeno altri due titoli di genere che stanno già avendo ottimi riscontri di critica e pubblico: parliamo di The Homesman, seconda regia di Tommy Lee Jones (qui anche interprete, insieme a Hilary Swank e Meryl Streep) e il curioso The Salvation, produzione danese (!) firmata da Kristian Levring (ex allievo di Lars Von Trier) con il 'solito' Mads Mikkelsen in grande spolvero. Aggiungiamoci poi anche il fantascientifico The Rover, film australiano diretto da David Michod con Robert Pattinson protagonista, sorta di on the road futuribile che per atmosfere e situazioni ricorda molto il mito della frontiera...

IL WESTERN SBANCA CANNES. ALLA FACCIA DI CHI GLI VUOLE MALE....

Mads Mikkelsen in 'The Salvation'

Insomma, il western è vivo e vegeto. E il sottoscritto, modestamente, non ne ha mai dubitato. Per un motivo molto semplice: il western è il genere cinematografico che più di ogni altro incarna lo spirito e l'essenza di una nazione (gli Stati Uniti) storicamente giovane e quindi priva di valori fondanti del passato. L'America, lo sappiamo, è un Paese che ha sempre avuto un disperato bisogno di eroi (oggi più che mai) e non c'è da stupirsi, dunque, che ciclicamente si rifugi nell'unico genere (vecchio quasi quanto il cinema stesso) capace di esaltare o comunque ragionare sulla propria storia, spesso addirittura travalicando i confini del realismo e finendo per ingigantire vicende tutt'altro che cristalline... il mito del Far West è nato proprio così: storie di personaggi 'normali' che diventano straordinarie affidate alla penna (o alla cinepresa) di chi le racconta. Chi non ricorda la celebre battuta che John Ford mette in bocca a John Wayne ne L'uomo che uccise Liberty Valance: "Qui siamo nel West, dove se la leggenda diventa realtà, vince la leggenda..." 

IL WESTERN SBANCA CANNES. ALLA FACCIA DI CHI GLI VUOLE MALE....

James Stewart, John Ford e John Wayne.


Duelli rusticani, sparatorie, scazzottate, vendette, donne contese, assalti a diligenze e carovane... il western è tutto questo e anche di più, fin dal suo esordio al cinema (con il famosissimo Assalto al treno di Edwin S. Porter, datato 1903). Ha attraversato varie fasi, tutte coincidenti con la storia americana moderna e, ovviamente, influenzate da quest'ultima in maniera pesante: prima erano storie di uomini leggendari, generalmente soli e ardimentosi, pellicole pronte a travolgere lo spettatore con punte di patriottismo a volte perfino stucchevole. Erano gli anni di John Ford, il più grande, ma anche di Howard Hawks, Anthony Mann, Arthur Penn, Fred Zinnemann, King Vidor, Henry Hathaway, e interpretati dalle grandi star dell'epoca (spesso non esattamente 'liberali' per indole e pensiero, vedi John Wayne...). Poi, dopo il Vietnam e i conseguenti anni della contestazione e disillusione, anche il western è cambiato: è diventato più democratico e riflessivo, autocritico, arrivando addirittura a capovolgere e smitizzare lo stesso Sogno Americano.

IL WESTERN SBANCA CANNES. ALLA FACCIA DI CHI GLI VUOLE MALE....

Clint Eastwood ne 'Gli Spietati'


Il western che rinnega se stesso, dunque: per questo fin dal 1969, anno de Il mucchio selvaggio (diretto da Sam Peckinpah) passando per Balla coi lupi (Kevin Costner, 1990) fino ad arrivare al 1992, in cui Clint Eastwood diresse Gli Spietati (altro film 'epocale' per simbolismo e contenuti) si è parlato di morte del genere: in realtà il western si è trasfigurato, diventando revisionista e troppe volte politicamente corretto, nell'impari tentativo di rimettere a posto i conti con la storia... e ovviamente, sull'onda di questo 'riflusso' di coscienza (sporca) sono diminuiti i western 'classici', per far posto però a film contemporanei che, seppur abbracciando altri generi, sono comunque impregnati dalla cultura western: pensiamo a pellicole come I segreti di Brokeback Mountain, Le tre sepolture, Non è un paese per vecchi, Il Petroliere, Into the Wild... e che dire, addirittura, di film di fantascienza che sono innegabilmente ispirati alla Frontiera: pensiamo a Starship Troopers, L'uomo del giorno dopo, l'intera saga di Mad Max. E mille altri ancora.
Il western, prima di essere etichettato come genere cinematografico, è soprattutto una cultura e uno stile di vita, una parte importante e indelebile di un popolo intero. Ovviamente questo pezzo non vuole e non può essere esaustivo di un argomento così vasto, affascinante e complicato, ma mi piacerebbe se fosse uno stimolo per riscoprire e approfondire questo tema, molto caro al sottoscritto (cresciuto tra l'altro a pane e western, complice un genitore particolarmente appassionato). Ogni intervento, dunque è ben accetto.
Cento di questi western a tutti!


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