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Imposta di bollo 2013, confronto tra conti correnti e conti di deposito

Da Mrinvest

I conti correnti sotto i 5.000 euro sono esenti dall’imposta di bollo 2013. Penalizzati invece i conti di deposito con piccole cifre

Imposta di bollo 2013, confronto tra conti correnti e conti di depositoL’imposta di bollo 2013 e le tasse in genere rappresentano un problema per chi cerca di investire i propri risparmi. Dai calcoli dell’Università Bocconi di Milano è risultato che, tra imposte e commissioni, il piccolo risparmiatore potrebbe vedersi annullato o quasi il rendimento che gli viene garantito dall’emittente. L’esempio ha riguardato i titoli di Stato, ma un analogo ragionamento si può fare anche per i conti correnti e i conti di deposito.

Precisiamo, anzitutto, che il riferimento ai conti correnti si ha quando si depositano soldi che possono essere ritirati senza preavviso e che non prevedono vincoli temporali di giacenza. Al contrario, i 

conti di deposito prevedono vincoli per il ritiro ed a volte anche un periodo di preavviso.

I primi sono soggetti al pagamento di un’imposta di bollo 2013 di 34,20 euro l’anno per le giacenze medie superiori ai 5.000 euro. Sotto tale cifra non si paga nulla al fisco.
Diverso il discorso per i conti di deposito. Dal 1 gennaio 2012 e fino alla fine dello scorso anno, il governo Monti ha previsto su di loro un’imposta di bollo con aliquota pari allo 0,10% della somma depositata. Aliquota elevata allo 0,15% dal 1 gennaio 2013, tanto da essere definita una mini patrimoniale sul risparmio. E mentre fino al 31 dicembre 2012 era previsto un tetto massimo d’imposta di 1.200 euro annui, tale limite è saltato dall’inizio di quest’anno.

In questa situazione, però, sono penalizzati i conti di deposito con cifre piccole. Per fare un esempio, su un conto di deposito di 5.000 euro, il risparmiatore si vedrà decurtare ogni anno la cifra minima di 34,20 euro, che corrisponde ad un’aliquota dello 0,684%, tenendo presente che l’aliquota dello 0,15% corrisponderebbe a 7,5 euro.

Per tutti, poi, è scontato il pagamento del 20% allo Stato sugli interessi maturati, al pari di azioni, obbligazioni e fondi. Solo i rendimenti maturati sui titoli di Stato prevedono ancora l’aliquota agevolata del 12,50%.

C’è da dire comunque che alcuni istituti, per attirare clientela, continuano a sobbarcarsi l’imposta di bollo 2013, esentando il cliente dal pagamento. Per cui il risparmiatore, per la scelta del prodotto più conveniente, deve tenere conto, non solo del tasso di interesse, ma anche delle offerte di esenzione dell’imposta di bollo 2013 da parte di alcune banche.


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