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Imposta di successione: no si tocca!

Da Pukos
Imposta di successione: no si tocca! La legge di stabilità non toccherà l’imposta di successione. Lo ha chiarito il Ministero delle Finanze rispondendo ad un’interrogazione parlamentare.

Al momento, non è allo studio del Ministero dell’Economia e delle finanze alcuna ipotesi di revisione dell’imposta di successione.
Lo ha chiarito il MEF nel corso del question time tenutosi ieri, 24 settembre 2014, in Commissione Finanze della Camera, rispondendo all’interrogazione parlamentare proposta dal deputato e presidente della stessa VI Commissione Daniele Capezzone.

In particolare, l’interrogante domandava quale fosse il fondamento della notizia, apparsa sulla stampa specializzata, secondo cui il Ministero delle Finanze starebbe lavorando ad una riforma delle aliquote e delle franchigie dell’imposta di successione e donazione, allo scopo di aumentare le aliquote e ridurre le franchigie attualmente vigenti.

Il MEF, nella risposta fornita dal Viceministro Luigi Casero, smentisce la notizia, affermando che “nessuna ipotesi di revisione dell’imposta di successione è allo studio” e ribadendo, inoltre, che lo stesso Ministro dell’Economia e delle finanze, intervistato a margine dei lavori del G20, ha precisato come nella legge di stabilità per il 2015 “non verrà previsto alcun ritocco all’imposta di successione”.

Si ricorda che, ad oggi, l’imposta sulle successioni e donazioni, come modificata dall’art. 2, commi 47-53 del DL 262/2006, conv. L. 286/2006, si applica con aliquote e franchigie parametrate sulla base del rapporto di parentela tra defunto/donante ed erede/donatario.

In particolare, i trasferimenti per causa di morte a favore:

-  del coniuge e dei parenti in linea retta del defunto scontano l’imposta sulle successioni con l’aliquota del 4%, con una franchigia di 1 milione di euro ciascuno (la franchigia sale a 1,5 milioni di euro se l’erede è portatore di handicap grave a norma della L. 104/92);
-  dei fratelli e delle sorelle del defunto scontano l’imposta sulle successioni con l’aliquota del 6%, con una franchigia di 100.000 euro ciascuno (la franchigia sale a 1,5 milioni di euro se l’erede è portatore di handicap grave a norma della L. 104/92);
-  degli altri parenti fino al quarto grado e degli affini in linea retta, nonché degli affini in linea collaterale fino al terzo grado, scontano l’imposta sulle successioni con l’aliquota del 6%, senza franchigia (a meno che l’erede sia portatore di handicap grave a norma della L. 104/92, nel qual caso si applica la franchigia di 1,5 milioni di euro);
-  di tutti gli altri soggetti diversi dai precedenti scontano l’imposta sulle successioni con l’aliquota del 8%, senza franchigia (a meno che l’erede sia portatore di handicap grave a norma della L. 104/92, nel qual caso si applica la franchigia di 1,5 milioni di euro).

Come anticipato, però, nei giorni scorsi sulla stampa specializzata si è diffusa la notizia di un progetto di riforma dell’imposta sulle successioni e donazioni, incentrata, in particolare, sulla revisione delle aliquote e franchigie. Come riportato nel testo dell’interrogazione parlamentare, si è parlato di un aumento delle aliquote di uno o due punti percentuali e di un consistente ridimensionamento delle franchigie, volto ad estendere l’applicazione dell’imposta e ad aumentare il gettito derivante da tale imposta, rendendo più “ampia” la quota di soggetti toccati dal prelievo (atteso che, attualmente, invece, il 70% del gettito derivante dall’imposta sulle successioni graverebbe sulle spalle dei soggetti che non godono di alcuna franchigia).

Tuttavia, come si è detto, rispondendo al question time, il MEF smentisce la notizia, negando che sia allo studio un progetto di riforma dell’imposta di successione ed affermando che nella legge di stabilità non vi saranno norme volte a ritoccarla.
Difficile però considerare la partita definitivamente chiusa. La legge di stabilità è ancora in fase di predisposizione e il gettito di una rimodulazione dell’imposta di sulle successioni e donazione potrebbe tornare utile.
Ad esempio, il Sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti ha, nei giorni scorsi, proposto di ampliare l’ambito applicativo del regime di vantaggio per l’imprenditoria  giovanile che prevede una tassazione del reddito nella misura del 5%.

Per le coperture  di tale intervento la proposta è quella di attingere a risparmi di spesa, ma, ove ciò si rivelasse impossibile a causa di altri fattori contingenti, si è prospettato un intervento sull’imposta sulle successioni e donazioni. Secondo Zanetti, “specie in questa fase storica, è sicuramente preferibile dare priorità a chi intraprende su chi eredità.


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