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IMU per la Chiesa e per gli Istituti Religiosi: la procedura resta aperta

Creato il 18 dicembre 2012 da Weesh_growing_ideas @Weesh_web

Imu e Chiesa, la risposta ci sarà entro la fine dell’anno. E’ partito quindi il conto alla rovescia per fissare i criteri di pagamento e “assoggettare tutti quelli che devono esserlo all’Imu”, così ha dichiarato il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli. Il decreto del Tesoro per l’applicazione dell’Imu sugli enti non commerciali intende infatti estendere il pagamento dell’Imposta Municipale agli attuali esenti Imu, e quindi anche agli immobili della Chiesa Cattolica.

Tuttavia il Consiglio di Stato ha per ora bocciato il Regolamento del Governo finalizzato al pagamento dell’Imu per le attivita’ lucrative delle organizzazioni no profit e della Chiesa. Il motivo e’ che il nuovo Decreto “esula” dalle competenze legislative, anche per quanto riguarda il pagamento dell’Imu per gli immobili della Chiesa.

L’ambito di applicazione dell’esenzione e’ infatti fissato direttamente dal legislatore e riguarda gli enti pubblici e privati no profit (e dunque anche L’IMU per la Chiesa) e, sotto il profilo oggettivo, gli immobili utilizzati per lo svolgimento di attivita’ non commerciali di natura assistenziale, sanitaria, didattica, culturale.

L’esenzione si applica dunque in proporzione all’utilizzazione non commerciale dell’immobile e da qui dipende la questione dell’eterogeneita’ dei criteri da applicare agli esenti Imu e dunque anche all’Imu prevista sugli immobili della Chiesa. Trattandosi di un decreto ministeriale, “il potere regolamentare deve essere espressamente conferito dalla legge, non essendo demandato al Ministero di dare generale attuazione alla nuova disciplina dell’esenzione IMU per gli immobili degli enti non commerciali”.

In alcuni casi viene utilizzato il criterio della gratuita’ o del carattere simbolico della retta, come per le attivita’ culturali, ricreative e sportive; in altri il criterio dell’importo non superiore alla meta’ di quello medio previsto per le attivita’ svolte nello stesso ambito territoriale con modalita’ commerciali, come le attivita’ ricettive e assistenziali e sanitarie; in altri ancora il criterio della non copertura integrale del costo effettivo del servizio, come il caso delle attivita’ didattiche.

Il regolamento per applicare l’Imu agli attuali esenti e alla Chiesa e’ dunque da rifare ma la scadenza rimane per la fine dell’anno, anche perche’ sulla questione resta il controllo vigile dell’Unione Europea che lascia aperta la procedura d’infrazione contro il nostro Paese per i privilegi sulla tassa immobiliare riconosciuti agli enti no profit e dunque per la controversia sull’IMU e gli immobili della Chiesa, proprio come fu per la procedura avviata nel 2010 contro gli sconti Ici riservati alla Chiesa e agli Istituti religiosi.


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