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Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – Intervista

Creato il 09 febbraio 2013 da Alessiamocci

I protagonisti dell’intervista di oggi sono Stefano e Daniel, due artisti tatuatori che sabato 2 febbraio 2013, hanno inaugurato “Ink Is My Drink”, il loro studio in via G.Galilei, 104 a S. Nicolò a Tordino, in provincia di Teramo.

 

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaParliamo di tatuaggi con Stefano e Daniel per farvi conoscere la loro storia personale e il mondo in cui intendono portare avanti la vera essenza dell’arte del tatuatore, fatta di linee scure o colorate, ma prima di tutto, di passione e dedizione.

Nello stesso tempo parliamo anche di body Piercing con Fabiola Paluzzi la quale, nel giorno dell’inaugurazione, ha avviato una performance di body Piercing assistita dal tatuatore Daniele Dazi, impreziosendo la schiena di Alessandra M. con una serie di piercing verticali, dentro ai quali sono stati fatti scorrere due nastri, uno rosso e uno nero, affinché realizzare un corpetto originale di pelle umana.

Avere un tatuaggio oggi: può non esprimere categoricamente un’ identificazione ad un gruppo come in passato. La pratica si è liberata dell’atto il cui fine sia appartenere ad un gruppo o ad una cultura lasciando spazio all’originalità, intesa come: “sulla pelle disegno ciò che intendo comunicare di me stesso/a. Attraverso la pelle vi racconto di me e non come appartenente ad una certa famiglia come avveniva per i Maori. Oppure, per ribellione alle leggi repressive del popolo Giapponese che iniziò a disegnarsi sulla pelle enormi tatuaggi come risposta al divieto che proibiva alle persone di basso rango di indossare kimoni decorati.

Tornando al nostro tempo e ai nostri ricordi più recenti, il significato del tatuaggio come “perdita della libertà” associato ai detenuti, decade. Il tatuaggio vive attraverso una nuova identità, ha una valenza puramente estetica che ricollega il suo segno ad un ricordo o ad un momento importante della propria vita. Di rimando, il piercing, lascia percepire un intento più esposto, quasi “esibizionistico”.

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaLa decisione di farsi un piercing può rappresentare una scelta momentanea, non indelebile e definitiva come un tatuaggio. Proprio per questo, le statistiche lo riferiscono ad una fascia di età adolescenziale, come “il foro” attraverso il quale passare per “crescere”, ma entrambi, segnano una fase di sperimentazione per tutte le età. “Piercing, o body piercing, (dall’inglese to pierce, “perforare”) indica la pratica di forare alcune parti superficiali del corpo.

Il Piercing al naso, alle orecchie, alla lingua, all’ombelico, ai capezzoli , al labbro, ai genitali. Che sia per moda o per piacere personale, le statistiche segnano un grande incremento del piercing. I dati, provengono dal Congresso della Società Italiana di Igiene: “Il piercing è praticato dal 60% degli adolescenti aventi un’età compresa tra i 15 e i 19 anni (in Italia è necessario il consenso dei genitori qualora il ragazzo sia minorenne), per il 35% femmine, 25% maschi. La parte del corpo più utilizzata è l’orecchio (89%), seguita dal naso (56%) e dall’ombelico, adornato con brillantini e anellini utilizzati soprattutto dalle ragazze. Nella società contemporanea è relativamente comune tra i giovani l’utilizzo del piercing al labbro come rito di passaggio.

Intervista a Stefano e Daniel

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaC.S.: Il vostro primo incontro con il mondo dei tatuaggi e il vostro primo tatuaggio avviene quando …

Stefano: Nel 2008 quando per la prima volta ho provato una macchinetta su me stesso, ma sin da piccolo sono sempre stato affascinato da questo mondo sperando un giorno di riuscire a farne parte.

Daniel: Ho scarabocchiato la mia pelle per la prima volta più di dieci anni fa’ e da qual momento in poi è scoppiata la passione ma solo nel 2010 ho deciso di iniziare un mio percorso nel mondo dei tattoo.

 

C.S.: Quali sono i soggetti o le immagini che vi chiedono di tatuare di più?

Stefano: Sono un appassionato di cultura tribale quindi cerco di indirizzare i miei clienti ed amici verso quello stile pur mantenendo una certa versatilità.

Daniel: Mentre qualche anno fa’ le richieste verso i tattoo più grandi e colorati erano molto scarse, negli ultimi anni sono aumentate indicando come la cultura dei tatuaggi si stia evolvendo nel tempo.

 

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaC.S.: Pensate di esaudire richieste dei clienti o intendete consigliarli con una proposta personale?

Stefano: Cerco sempre di consigliare il meglio proponendo qualcosa di unico e personale che rappresenti al meglio il cliente.

Daniel: Di solito comunico molto con il cliente per indirizzarlo verso una soluzione che possa soddisfare entrambi.

 

C.S.: Secondo voi esiste un’etica del tatuaggio? Mi spiego, nel caso in cui doveste avere una richiesta di tatuaggi particolarmente invasivi, rinuncereste al guadagno in nome della deontologia?

Stefano: Si esiste un etica che cerco di rispettare laddove il cliente sia disposto ad essere consigliato ma non realizzerei mai un lavoro del quale non mi senta del tutto sicuro della miglior riuscita.

Daniel: Assolutamente sì, capita a volte di avere richieste fuori dal comune e irrealizzabili ma come ho già detto essendo molto comunicativo riesco spesso a indirizzare il cliente verso la miglior soluzione, quando possibile.

 

C.S.: La vostra professione è esposta all’abusivismo, in che modo credete che le istituzioni debbano proteggervi per regolamentare l’attività di tatuatori?

Stefano: Credo che ogni tatuatore abbia bisogno di fare la sua gavetta, non critico le istituzioni ma credo che un apertura da parte dei colleghi più esperti verso la formazione dei giovani porterebbe ad una maggiore professionalità per chi si avvicina a questa meravigliosa arte.

Daniel: Ogni tatuatore comincia la sua avventura nell’ abusivismo, questo perché le istituzioni non danno opportunità ai ragazzi di frequentare corsi di formazione per inserirsi al meglio e con più professionalità verso questo settore.

 

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaC.S.: Quanto è importante l’attitudine al disegno per un tatuatore?

Stefano: Importantissima, personalmente ho sempre preferito tatuaggi originali e personali magari, non eseguiti al 100% piuttosto che, lavori perfetti ma spesso copiati o ripresi da riviste specializzate.

Daniel: Penso sia quasi fondamentale avere un minimo di passione verso l’arte ed il disegno, molte più persone si avvicinano a questo mondo solo per una questione economica tralasciando l’amore e l’impegno che invece dovrebbe essere la prima fonte di crescita molto più del saper disegnare.

 

C.S.: Chi sono i tatuatori che ammirate di più?

Stefano: Tutti quei professionisti che anno reso grande il tatuaggio polinesiano…..su tutti i ragazzi di mana’o tattoo a Tahiti ed in Italia professionisti come Giulio Negrini, Marco Wallace, Franco e Matteo Cecconi pur non dimenticando tutti i grandi tatuatori del passato che anno contribuito alla crescita di quest’arte.

Daniel: Potrei citare tantissimi artisti che ammiro e da cui prendo ispirazione, non potrei mai citarli tutti ma credo che professionisti come Jeff Gogue e Crispy Lennox mi diano ogni mattina forza per impegnarmi e migliorarmi sempre di più.

 

C.S.: Ognuno di voi avrà un “maestro” o qualcuno da ringraziare …

Stefano: Ringrazio gli amici che mi hanno dato la possibilità di respirare l’aria di un tattoo studio.

Daniel: Ringrazio di cuore tutte quelle persone che hanno creduto in me e continuano a farlo.

 

C.S.: Cosa vi piace fare nel tempo libero?

Stefano: Quando ho tempo cerco sempre di stare con gli amici e conoscere persone nuove.

Daniel: Amo lo sport quindi appena trovo un po’ di tempo libero mi concedo del tempo per un po’ di attività fisica.

 

C.S.: Genere musicale preferito?

Stefano:  Ascolto un po’ di tutto a seconda di come mi sento.

Daniel: Non ho un genere preferito, amo la buona musica e penso che sia per me stimolante per lavorare nel migliore dei modi.

 

C.S.: Cosa direste ai giovani che vorrebbero seguire la vostra professione?

Stefano: Di farlo con passione e tanto cuore pensando prima ai risultati che ai potenziali guadagni.

Daniel: In realtà ho solo 25 anni e solo 3 anni di esperienza, quindi sono giovane anche io di questa professione, posso solo consigliare ai futuri ragazzi con questa passione di essere sempre motivati e impegnarsi ogni giorno di più.

 

Intervista a Fabiola e Daniele

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaC.S.: Come si diventa artisti Piercing?

F&D.: …con tanta passione e umiltà! Non parliamo di artisti ma professionisti Body piercer. Il piercing fa parte di una pratica di modificazione del corpo, quindi body modification. Per quanto mi riguarda(Fabiola) sono sempre stata affascinata da mondo del tatuaggio e della body art in genere e ad un certo punto della mia vita sono entrata a lavorare in uno studio e piano piano ho mosso i miei primi passi all interno di questo mondo, scoprendo che ciò che mi affascinava mi appassionava ogni giorno di più! Quindi mi sono prodigata e informata affinché la mia passione potesse diventare la mia professione. Amo questo mondo e mi piace tenermi sempre informata, partecipando a convention in giro per il mondo e partecipando ai seminari che si tengono all’ interno di esse anche perché grazie a questi si conoscono tanti colleghi con cui confrontarsi nelle tecniche e negli strumenti usati.

 

C.S.: Chi ammirate tra gli artisti body Piercing?

F&D.: Prima di tutto Franziskaevangelista che lavora al body bag di Bologna che mi ha insegnato a forare e mi ha seguito a distanza rispondendo, giorno e notte, ad ogni mia domanda e dubbio. Poi come italiani ci sono Ruben (micromutazioni ), GP , e venz bodypiercer che per me è un grande amico/collega che mi ha sempre aiutato nei fori difficoltosi, K-scatch tino bodypiercer, Mario Rea truehate tattoo; Ron Garza un piercer californiano che mi ha insegnato una tecnica che mi ha aperto gli occhi su questa pratica!

 

C.S.: Le motivazioni che spingono a tale pratica possono essere varie e possono includere: religione, spiritualità, moda, erotismo, tradizione, conformismo o identificazione con una sottocultura. E voi, quale motivazione avete trovato ricorrentemente?

F&D.: Ecco le motivazioni possono essere varie … chi si fa un piercing spesso è molto giovane, quindi lo fa perché gli piace o per moda.

 

Inaugura Ink is my drink: tatoo, performances body piercing e drink all’inchiostro – IntervistaC.S.: La cosa più bella che vi abbiano mai detto dopo un Piercing?

F&D.:  Ma il complimento che mi ha fatto più piacere è stato da parte di Ron Garza al work shop del suo seminario:  Sono soddisfazioni!

 

C.S.: Oltre ai punti consueti, avete mai avuto richieste di piercing agli organi genitali (glande, prepuzio nell’uomo; piccole e grandi labbra, prepuzio clitorideo e Monte di Venere nella donna)?

F&D.: Certo!!!! Io ho fatto anche un seminario sui genitali!! Spesso sono le donne a chiedere un genitale, gli uomini (per lo meno da queste parti), sono più timorosi, magari chiedono informazioni ma davvero in pochi poi hanno il coraggio!!! Non tutti, sia gli uomini che le donne, possono fare tutti i tipi di fori genitali, quindi prima se ne parla col cliente si studia l’anatomia della zona e se è possibile si procede con il foro!

 

C.S.: Mentre le fonti ansa, puntano il riflettore sui rischi infettivi. I dati della “Voglia di Piercing” sono incoraggianti e predisposti ad aumentare. Secondo voi dietro questa voglia di Piercing, cosa si nasconde?

F&D.: Per quanto riguarda le infezioni quando si vuole fare un piercing o un tattoo il cliente dovrebbe rivolgersi agli studi, invece spesso accade che per risparmiare qualche euro si rivolgono a tatuatori e piercer improvvisati e qui dico RISPETTATE LA VOSTRA PELLE!!!!!!! Sia io che gli studi con cui collaboro usiamo materiale monouso e gioielli sterilizzati aperti di fronte al cliente e spiego loro che ovunque vadano gli aghi e le attrezzature vanno spacchettati insieme a loro mostrando la data di scadenza! Sempre per quanto riguarda le infezioni, io foro nel massimo dell’ igiene, poi sta al cliente seguire la cura che gli spiego … Dietro la voglia di piercing si nascondono tante cose: può celarsi la voglia di adornare il proprio corpo, può celarsi l’ anticonformismo, può aiutare qualche ragazza/o a socializzare, a scaricare la tensione … o semplicemente ti piace e basta!!!

 

C.S.: Il sogno di Fabiola?

F&D.: Io di sogni ne ho tanti … spero di poter continuare a fare questo lavoro fin quando le mie mani me lo permetteranno! Sogno che un giorno in Italia possa essere come a Berlino (o in altre città ) che non vieni giudicato per un piercing in più o un tattoo sul viso ma per quello che realmente sai fare e fai!!! Purtroppo in Italia se hai un foro in vista vieni automaticamente identificato come un mentecatto quando ci sono tante persone con la faccia pulita che c’ hanno mandato in rovina!

 

C.S.: Il sogno di Daniele?

F&D.: Ci terrei a puntualizzare una cosa, io ho dedicato la mia vita esclusivamente al disegno, per questo forse sono sempre stato predisposto a muovermi più nella direzione del tatuaggio piuttosto che in quella del piercing, mi sono trovato spesso, però, a relazionarmi con professionisti del settore della body art in genere, rendendomi conto che ci unisce un sogno comune, cioè quello di abbattere il pregiudizio rispetto a queste pratiche!!! Body modification don’t change a character!!!

 

Intervista di Carina Spurio

 


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