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“Inferno” di Dan Brown

Da Vivianap @vpicchiarelli

imagesInferno è il titolo del quarto romanzo di Dan Brown che ha per protagonista il Professore di Harvard Robert Langdon. Ancora una volta, lo scrittore statunitense proveniente dal New Hampshire, mescola sapientemente le tematiche a lui più congeniali, dando vita ad un thriller dai risvolti misteriosi in cui arte, storia, codici e simboli fanno da padroni. Il docente di Simbologia di Harvard Robert Langdon è di nuovo in Italia. Questa volta si reca nel bel Paese per svolgere delle ricerche sulla Divina Commedia di Dante. Langdon viene risucchiato in un mondo sconvolgente la cui chiave di volta sembra risiedere nel capolavoro del Sommo Poeta, un’opera dai risvolti misteriosi ed oscuri, le cui parole sono pregne di un fascino in grado di travalicare i secoli. Langdon, nel tentativo di risolvere l’enigma in grado di condurlo alla verità, dovrà vedersela con un avversario temibile. Lo scenario in cui si svolge questa nuova avventura avente per protagonista Robert Langdon è caratterizzato dallo splendore dell’arte classica. Il nostro eroe per giungere alla risoluzione del mistero passerà attraverso gli arcani nascosti nelle opere d’arte, individuerà passaggi segreti e, per non far mancare nulla, usufruirà di strumenti scientifici all’avanguardia. Dan Brown, con Inferno, consegna ai lettori un altro incredibile thriller fatto di storia ed enigmi.

“I luoghi più caldi dell’inferno sono riservati a coloro che in tempi di grande crisi morale si mantengono neutrali.”

Trovo illuminante l’articolo di Panorama.it su le “5 cose da sapere sull’Inferno” di Dan Brown:

di Redazione InMondadori It

Inferno di Dan Brown (Mondadori) è uscito da poco (il 14 maggio, neppure la data è casuale, come vedremo) e sembra inevitabilmente destinato a diventare il libro più letto dell’anno. Senza svelarvi nulla che possa in qualche modo guastare la suspense della lettura, ecco cinque cose da sapere per affrontare il romanzo dell’anno, o per stupire gli amici nelle conversazioni su di esso prima ancora di averlo letto.

1. Il Corridoio Vasariano - E’ il corridoio sopraelevato che collega Palazzo Vecchio con Palazzo Pitti, sull’altra riva dell’Arno, attraverso la Galleria degli Uffizi e la sommità del Ponte Vecchio. Realizzato da Vasari nel 1565 e voluto dai Medici per consentire alla famiglia di muoversi fra la sede del potere (Palazzo Vecchio) e la residenza (Palazzo Pitti) senza mai uscire all’aperto. A quei tempi le strade erano a rischio di attentati: per risolvere contese politiche bastava dare una coltellata a un granduca mentre passeggiava per strada. Una importante scena di Inferno è ambientata lungo sale questo famoso percorso segreto. Il Corridoio Vasariano oggi fa parte del Polo Museale Fiorentino e ospita opere d’arte preziose, ma chissà se milioni di fan di Dan Brown riusciranno a farlo riaprire al pubblico: al momento, infatti, esso risulta chiuso .

2. Il Cerca Trova – Chi frequenta Firenze lo sa bene: nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio sono presenti diversi affreschi di Giorgio Vasari, fra cui La vittoria di Cosimo I a Marciano in Val di Chiana. L’opera raffigura la battaglia di Scannagallo, vinta dall’esercito di Cosimo I de’ Medici sulle truppe senesi il 2 agosto 1554. Nella parte superiore dell’affresco, una delle bandiere dei soldati in campo riporta la misteriosa scritta “Cerca trova”. Quale significato voleva attribuire Vasari a queste parole? E’ un indizio? Nel tempo i fiorentini e gli studiosi hanno dato diverse spiegazioni. E’ peraltro noto a chi conosce la storia dell’arte che quando nel 1577 Vasari affrescò queste pareti, ricoprì anche ciò che restava della Battaglia di Anghiari, leggendaria opera incompiuta dipinta nel salone da Leonardo Da Vinci nel 1503 (sulla parete opposta, Michelangelo avrebbe dovuto preparare un affresco “gemello”, la  Battaglia di Cascina). L’enigma del “Cerca trova” e l’affascinante storia di questi affreschi hanno un ruolo importante anche nel romanzo di Brown.

3. La mappa dell’Inferno secondo Botticelli - Una delle migliori rappresentazioni dell’Inferno resta quella della mappa realizzata dal grande pittore rinascimentale Sandro Botticelli (1445-1510). Esplicitamente ispirata alle descrizioni della Divina Commedia, la mappa illustra la geografia dell’Inferno nella classica sezione a imbuto, ripresa poi in tutta l’iconografia successiva. Fu dipinta a olio da Botticelli fra il 1480 e il 1490. La mappa compare anche fra le mani di Langdon, nel libro di Dan Brown, che pochi giorni fa ne ha pubblicato una riproduzione grafica su Twitter:

4. Inferno, il film – Dan Brown “non ha dubbi”: anche Inferno diventerà un film, come rivela il quotidiano americano USA Today . In realtà Brown e gli sceneggiatori stanno ancora lavorando alla versione cinematografica di Il simbolo perduto, il best seller uscito nel 2009. Prima bisognerà quindi terminare la realizzazione del Simbolo. Per la parte di Langdon, Brown vorrebbe ancora Tom Hanks, già interprete di Il Codice Da Vinci e Angelo demoni: “Mi piace guardarlo pensare. Non è un eroe d’azione: è un eroe del pensiero.”

5. L’anagramma numerico – Anche la data scelta per l’uscita del libro, 14 maggio 2013, nasconde un simbolo: 14/5/13 è l’anagramma numerico del pi greco (3,1415), ossia la costante usata in geometria per calcolare le dimensioni delle circonferenze. E che cos’è l’Inferno se non un’immensa architettura di cerchi concentrici?

Personalmente trovo i libri di Dan Brown avvincenti, se non lo fossero, non leggerei 522 pagine in due giorni. Mi infastidiscono certe prese di posizione  che demonizzano i Best Seller, etichettandoli come il peggio che l’editoria sia in grado di offrire. Ci vedo uno snobbismo che sa tanto di invidia o, nel migliore dei casi, di pura speculazione masturbatoria che punta a  contestare a prescindere, senza, magari, averli neanche letti certi libri. Sorvolo sulle possibili sbavature di carattere storico – letterario: signori, questo è un romanzo, un’opera di fantasia che prende a prestito “la storia”, non è un saggio! Se proprio dovete criticare, trovate altri appigli. Ah, e se pensate sia stato scritto male, magari prima leggetelo in inglese e poi ditemi. Io non l’ho fatto, per cui mi astengo. Potrei dire che Dan Brown si dilunga eccessivamente sugli aspetti storico-architettonici di tutte le opere d’arte in cui si imbatte nel corso della lunga giornata in cui si svolge l’azione, ma non lo ritengo un elemento tale da inficiare il giudizio complessivo che mi sono fatta del libro.

Da leggere, assolutamente!

PS: l’Inferno è  il nome della più grande minaccia che l’umanità dovrà affrontare. I riferimenti all’”Inferno” di Dante sono magistralmente utilizzati per giustificare, in maniera impeccabile, le ragioni che hanno spinto “il cattivo della situazione” a concepire il disegno distruttivo che il protagonista è chiamato a decifrare e a sventare. Ma sarà poi così deprecabile?


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