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Inglorious fruits and vegetables. Campagna per vendere il cibo brutto

Creato il 27 agosto 2014 da Ricetteinmusica

Inglorious fruits and vegetables. Campagna per vendere il cibo bruttoFrutta e verdura devono avere un bell’aspetto altrimenti non si vendono. Concetto sentito per la prima volta circa 25 anni fa, quando frequentavo le scuole superiori all’Istituto Agrario. Il passare degli anni ha purtroppo rafforzato questa deprecabile convinzione portandoci a considerare la perfezione estetica come indice di qualità. Verdure senza anomalie e frutta priva di ammaccature servono a convincerci che un prodotto bello da vedere è automaticamente buono e sano.
I consumatori sono oramai assuefatti a questo ragionamento, ecco perché in fase di confezionamento i prodotti alimentari “diversi” vengono immediatamente scartati. Inutile sottolineare quanto spreco possa causare questa deprecabile abitudine.

Inglorious fruits and vegetables

Individuato il problema bisogna trovare la soluzione. L’agenzia francese Marcel sembra esserci riuscita con la campagna Inglorious fruits and vegetables. Realizzata per la catena di supermercati Intermarché (la terza più grande in Francia) propone una sorta di riabilitazione dei prodotti ammaccati, deformi o “semplicemente” brutti.

La mission è convincere i consumatori che non c’è differenza con quelli belli a vedersi perché gusto e valori nutrizionali sono i medesimi.

Inglorious fruits and vegetables nei supermercati Intermaché

Una sfida vinta alla grande stando alle statistiche: 1,2 tonnellate di Inglorious fruits and vegetables venduti nei primi giorni della campagna. Complice sicuramente lo sconto del 30% rispetto a frutta e verdura “classica”, ma merito anche e soprattutto di un’azione pubblicitaria ficcante e ben fatta. Comunicati stampa, jingle radiofonici e poster ben in vista nei punti vendita Intermarché.

La riuscita del progetto sta nella sua semplicità perché basta poco per dimostrare che i prodotti belli a vedersi sono uguali a quelli che riteniamo sgradevoli alla vista.

La speranza è che questa iniziativa si diffonda il più possibile anche e soprattutto al di fuori dei confini francesi.

 


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