Magazine Diario personale

INKAZZO SPORADIKO VINTAGE - le mie cazzatine battute a macchina nel secolo scorso!

Creato il 08 maggio 2014 da Zioscriba
IL DIBATTITO
Pare (dico pare) che il dibattito televisivo sia stato inventato dagli Indiani d’America (che non hanno niente a che vedere con i Bulgari del Madagascar), che lo chiamarono provvisoriamente Gran Consiglio dei Capi.    A differenza dei protagonisti degli attuali dibattiti televisivi, quei saggi capi avevano però il pudore e il buon senso di riunirsi in gran segreto, in modo che nessuno potesse sentire i cumuli di cazzate che si dicevano.     Ed è soltanto grazie ad alcuni segnali di fumo, rimasti impigliati per ventottaia d’anni tra un ramo di sequoia e un nido di schifocòttero o tapiro volante, che siamo venuti a conoscenza dei nomi dei partecipanti a uno di questi mitici dibattiti, che vi elenchiamo in disordine analfabetico:    c’erano Aquila Marcia, Cane Cornuto, Toro Stravaccato, Orso Che Fa Le Uova, Nuvola Infingarda, Bisonte Andato a Male, Tacchino Che Non Si Lava e il valorosissimo capo Whenga Banga Ociobadabenga Sbonga (Uomo Che Inciampa In Uno Stronzo Del Suo Cavallo E Ci Resta Secco).    Nulla invece sappiamo di cosa si siano detti, e forse è meglio così.    Ma veniamo ai tempi nostri, e al fottuto dibattito televisivo. Ci occuperemo del dibattito prima maniera, perché i più recenti, con stronzetti e stronzette che parlano tutto il tempo dei cazzi loro e dei loro amoruzzi e di come s’ingroppano a vicenda, sono francamente troppo schifosi e oltraggiosi persino per scherzarci sopra.    Secondo uno studio del noto sorciologo Rattoni, perché sia possibile lo svolgersi di un dibattito devono essere almeno presenti:    un Moderatore (possibilmente armato), un Tuttologo, un Nientologo, il Presidente di un’Associazione Qualsiasi (meglio se finto-benefica), un Moralista, un Ciarlatano, Uno Che Passava Di Lì Per Caso e un Imbecille.    Gli Imbecilli possono essere anche più di uno, anzi, più ce ne sono e meglio è. Qualcuno insinua che addirittura, in certi casi, gli Imbecilli vengano pagati per partecipare.    Eccovi subito un esempio pratico, andato in onda sulla televisione hittita Telepinu la sera di piovedì zero zerembre millezerocentozerantazero, subito dopo il serial di successo “L’odore della famiglia”, la telenovela tragipuzzolente i cui protagonisti non amano autodetergersi.    Vi partecipavano il Moderatore Scannamatti, pentasessuale e per di più mancino, il Tuttologo Margnifoni, il Margnifologo Biografoni, il Petologo tedesco Otto Scorringer, il professor Barbino Rimbambù (che è nato nel ‘700 e che ormai non muore più), docente di Arterio-Filosofia-Sclerotica e deficiente di Storia Contemporanea Del Nonno Di Suo Nonno, il Moralista Suscia-Balauster, il Bestemmiologo Sacramentoni, l’Imbecille Massimo Della Pizza e Don Dino Dondani d’Induno, il famoso prete suonato come una campana.    Completavano la bella compagnia Kitty Spacca, campionessa di lotta libera e di palla prigioniera, ammanettata per motivi di sicurezza, il Guru Fangura, imbavagliato per motivi fiscali, il baritono Orazio Strazziacazzio, imbavagliato per ovvi motivi, e infine un pistola coi baffi che passava per la strada, messo lì con la forza come elemento decorativo perché nessuno dei presenti aveva i baffi (tranne Kitty Spacca che ne esibiva un cicinino) e, come disse il filosofo Pirlazio Perla mentre stava cagando, «uno coi baffi ci vuole sempre». Qua e là, lo studio era decorato da prostitutine in costume da bagno (fuori minaccaiva neve, anche se era piovedì).    Durante tutto il dibattito, il povero pistola coi baffi venne continuamente fatto oggetto di una scarica di «lei mi dirà», «lei m’insegna», «come lei ben sa», «lei sa meglio di me», e il malcapitato pistola coi baffi non riusciva a capire cosa cazzo volessero da lui tutti quegli esagitati. Fu probabilmente in quei frangenti che lo sventurato pistola coi baffi maturò l’irrevocabile decisione di tagliarsi… i capelli.    Il primo a prendere la parola, precedendo ovviamente il Moderatore, fu l’Imbecille, che se ne uscì con un paio di dotte citazioni che c’entravano come i cavoli a colazione. Tutti lo fulminarono con lo sguardo (lo Scorringer lo fulminò con una loffa da combattimento) e l’Imbecille non chiese scusa ma quasi. Dopo alcuni istanti d’imbarazzato silenzio, rotto solo da una slorchia fox trot a ripetizione sincopata dello Scorringer, riattaccò di nuovo l’Imbecille, che di nuovo parlò a sproposito (altrimenti che Imbecille della mutua sarebbe stato?). Ciò diede modo al Bestemmiologo Sacramentoni di dare prova della sua preparazione, urlando qualcosa che ci rifiutiamo di ripetere (non è che ci rifiutiamo, è che la censura ci fa un kulo kosì), ma subito il Moderatore lo mise a tacere intimandogli di moderare i termini, mentre il Moralista Suscia-Balauster ebbe una colica nasale.    Qualche secondo più tardi fu il Tuttologo Margnifoni a indispettire gli astanti con un paio di esempi fuori luogo, e il Margnifologo Biografoni si scusò per lui dicendo che quando fa così è perché vuole uno yogurt al carciofo di collina radioattivo.    Allora il Moderatore fece portare da una prostitutina in costume da bagno (fuori nevicava) una confezione di due yogurt al carciofo di collina radioattivi al prezzo di tre, gentilmente offerti dallo sponsor figlio di puttana. Il Moralista Suscia-Balauster volle a quel punto far notare che anche lo yogurt al carciofo di collina radioattivo è un chiaro e preoccupante sintomo di corruzione dei sensi e di rilassatezza dei costumi, riuscendo così nel miracolo di mettere d’accordo tutti i presenti, nel senso che furono tutti d’accordo nel mandarlo coralmente affankulo.    Non solo, ma un po’ per far dispetto al bigottello, un po’ perché ingolositi dalla vista del Margnifoni che si pappava il suo yogurt usando le dita dei piedi invece del cucchiaino, si fecero portare ciascuno la propria golosità preferita, e cominciarono a ingozzarsi come Strabuzzosauri. (Uno Strabuzzosauro corrisponde, come unità di sozzura, a settantasette porci e mezzo, ma puzza un po’ meno).    In un baleno vennero servite, da un esercito di prostitutine in costume da bagno (fuori rasserenava, e quindi stava per gelare), incredibili prelibatezze:    orecchie di topo trifolate, marmellata di vitello gobbo a rotelle, spremuta di unità cinofile da sbarco, grugno di porcopotamo alla coque, frullato di struzzo vivo, frittata di fermenti lattici morti e sepolti, brufoli agonizzanti in salsa escrementizia, verruca d’asino flambé e pâté di patate potate petit.    Quando appiccarono fuoco all’asino vi furono attimi di panico, perchè la bestia in fiamme, riconoscendo negli astanti tanti suoi simili (rigorosamente raglianti) svolazzava qua e là invocando soccorso.    Il Moralista, per la disperazione, decise di spararsi a un alluce, ma gli si inceppò la pistola, allora tentò di suicidarsi col gas dell’accendino e d’impiccarsi un’orecchia con le stringhe delle scarpe. Poi decise che era meglio lasciar perdere, e che si sarebbe ammazzato un’altra volta.    Nel frattempo il dibattito era ripreso e si era fatto molto accanito (più che dei cani sembravano galline imbizzarrite) e ben presto degenerò in rissa. Nonostante le sapienti inquadrature della regìa, era praticamente impossibile capirci qualcosa. Nel mucchio si riuscirono a distinguere Kitty Spacca che prendeva a calci l’Imbecille, il Biografoni che morsicava una coscia al Rimbambù, e Don Dino Dondani d’Induno che sparava furibondi cazzotti nella bocca del Guru, mentre il Bestemmiologo Sacramentoni gridava a tutti delle cose irripetibili (in sovrimpressione appariva la pubblicità scorretta di Antiostiolin Forte e Sacramentin B12), e il pistola coi baffi inseguiva lo Scorringer che si difendeva come peteva, pardon, come poteva.    Il Margnifoni, invece, aveva messo il piede sinistro (proprio quello che non si era lavato) in bocca al Moralista, ma stava perdendo l’equilibrio, ed era pertanto imbarazzato e indeciso sul da farsi. Il baritono Orazio Strazziacazzio, da parte sua, era sfortuna-tamente deceduto, perché gli addetti alla sicurezza lo avevano imbavagliato davvero troppo bene fino a soffocarlo. Il pubblico si sarebbe aspettato qualche sana schioppettata da parte del Moderatore (specie quando lo Scorringer prese ad agitare slealmente davanti alle telecamere il suo bestial seller Fart around, "Petegiando in giro"), ma lo Scannamatti non interveniva, perché era troppo occupato in una delicata cappero-estrazione con appendici pelose alla narice destra. Nel bel mezzo del guazzabuglio, il Moralista Suscia-Balauster, con in mano una schifezza che si era appena tolto di bocca e che risultò poi alla moviola essere il piede del Margnifoni, ordinò attraverso lo schermo alla moglie Disgraziata di mandare subito a letto le bambine e di spegnere la TV, poiché un padre integerrimo come lui non avrebbe mai permesso a Isabrutta e Mariabestia di assistere a simili sconcezze.    Appena fu certo che Disgraziata avesse obbedito, con un balzo zompò addosso allo stuolo di prostitutine insulse in costume da bagno che decoravano lo studio (fuori spuntavano stalattiti di ghiaccio, o stalagmiti, faccio sempre confusione, da che parte s’inculano), e tentò uno stupro cumulativo, accompagnato dal potente urlo di battaglia «Vén scià ke te dupéri, lürida tröja!» ("vieni qui che ti adopero, non-pulita peripatetica"), ma nella foga inciampette e muorò.    Il giorno dopo, quel dibattito venne fatto oggetto di un’interrogazione parlamentare, ma il parlamento non rispose perché non aveva capito la domanda.

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