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Internet arriva pure agli Italiani all'Estero

Da Giupy

Internet arriva pure agli Italiani all'EsteroLa foto non ha nulla a che vedere con il post. Pero' l'ho messa perche' mi faceva ridere come avvertimento- DAVVERO pensate che mi metta a saltare nel ruscello da una liana stile Tarzan?
L'altro giorno stavo pigramente cazzeggiando sul web facendo delle importanti ricerche sui social media quando la mia attenzione si e' soffermata su un articolo del Fatto Quotidiano che qualcuno dei miei contatti aveva postato su Facebook.
Il mio primo pensiero e' che io non sono mai riuscita a diventare una giornalista e probabilmente non lo diventero' mai perche' mi manca il necessario talento. Pero'  il mondo e' pieno di gente con le mie stesse lacune  che SCRIVE LO STESSO.
Nonostante io mi svegli ogni mattina recitando il mantra 'internet e' pieno di monnezza', continuo imperterrita a leggere articoli sul web che mi fanno innervosire e mi viene una gran voglia di rispondere. Cosa che faro' qui con l'articolo in questione sugli Italiani all'Estero. Perche' ci sono molte cose che non so fare e molte cose che non saro' mai, ma con brevi esperienze da studentessa a Tokyo e Parigi, due anni da lavoratrice a Bruxelles e ora quattro anni di PhD in USA, credo di potermi definire un'Italiana all'Estero. Come dice un sito che adoro, "I am the adult version of my Erasmus self".
Nell'articolo, l'autore parla di amici suoi che vivono probabilmente a Londra e allarga la loro esperienza a tutti gli Italiani all'Estero. Il che immagino sia una cosa invitante, ma bisogna ricordarsi che non tutti sono uguali. Ebbene si, incredibile da dirsi, ma NON SIAMO una massa di pecore che fanno tutte la stessa cosa. Ne' in Italia, ne' fuori dall'Italia. Quindi le mie esperienza magari non sono le stesse degli amici dell'autore dell'articolo. Magari le mie esperienze non sono nemmeno le stesse dell'Italiano che vive a due blocks da casa mia qui nel Paese degli Orsi Volanti. L'autore dell'articolo stilla una lista di cose che gli Italiani all'Estero farebbero. Ci metto qualche commento tratto dalla mia personalissima esperienza:
1. Girano solo con altri italiani. Sì, avete capito bene, se ne sono andati perché “basta degli italiani non ne posso più” e girano solo con italiani (i sardi poi girano solo coi sardi) E' vero che spesso gli Italiani fanno congrega con altri Italiani, perche', difficile a credersi,  di solito e' piu' facile fare amicizia con chi condivide la tua lingua e cultura oltre alla passione smodata per il bidet. Nelle mie avventure all'estero ho sempre avuto piu' o meno un 50% di amici italiani e un 50% di amici da altre parti. Cio' che ho notato e' che e' sempre piu' difficile avere amici autoctoni: in Belgio giravo con un sacco di Francesi, ma in Francia pullulavo di amici Belgi (i Francesi comunque parlavano SEMPRE male dei Belgi, sia in patria che fuori). Qui ho trovato amici Americani, quindi gia' mi sembra un grande passo avanti. Solo che gli amici Italiani li chiamo alle 9 per incontrarci alle 9 e 5, mentre gli Americani li devo prenotare due settimane prima.
2. Sanno tutto dell’Italia, in particolare di Berlusconi e della sua vita sessuale. Se ne sono andati per non sentirne più parlare e poi evidentemente gli è venuta nostalgia. Mi piace tenermi informata, e sapere cosa succede in Italia. Questo, il piu' delle volte, equivale a venire a sapere di dettagli minuziosi sulla vita sessuale del nostro ex Premier (grazie, Repubblica.it. Specie per la tua colonnina destra). Ogni volta che leggo qualcosa,  i sentimenti che provo non sono propriamente di nostalgia (inizio normalmente con il riso isterico e finisco con la letargia depressiva)
3. Hanno freddo. Vivono in paesi in cui spesso non sorge nemmeno il sole. Stanno morendo di freddo, ma non lo ammetteranno mai. Mai. In Belgio morivo di freddo e lo ammettevo SEMPRE. Anche a Boulder quando ci sono - 20 gradi ho freddo. Pero' dove sto io il sole c'e' SEMPRE. gne gne gne. E poi, e' cosi' importante il clima? (Disse colei che a Bruxelles si faceva di vitamina D come fosse metanfetamina in una discoteca di Riccione per contrastare la mancanza di sole).
4. Mangiano da schifo. Pesce affumicato, wurstel, orsetti gommosi, patate fritte. I più fortunati trovano un asporto cinese o un kebabbaro. Cercano disperatamente una pizza decente, alcuni giurano anche di averla trovata. Ma stanno mentendoPunto primo: gli orsetti gommosi sono BUONI. Mangerei solo orsetti gommosi se potessi e quando il signor Haribo e' morto mi veniva da piangere. Punto secondo: ovunque nel mondo (almeno nel mondo dove sono stata io) c'e' un pizzaiolo napoletano, e la pasta si trova in tutti i supermercati. Certo, noi Italiani siamo viziati e abbiamo una delle cucine migliori del mondo, in quanto il cibo e la moda sono le uniche cose serie che ci rimangono. Comunque, in Giappone passavo le mie giornate a contribuire allo sterminio del tonno rosso ingozzandomi del sushi piu' delizioso ed economico del mondo, quindi...
5. Fanno lavori del cavolo che in Italia non avrebbero mai fatto. Se ne sono andati al grido di “Non posso stare in Italia a pulire dei cessi, ho una laurea io!” e ora puliscono cessi a Nantes. Che vuoi mettere un cesso di Nantes contro un cesso di San Lazzaro di Savena!? Forse pulire cessi a Nantes e' comunque un'esperienza piu' interessante perche' impari un'altra lingua e conosci gente stimolante, e magari guadagni pure di piu'. Io comunque qui faccio un dottorato retribuito e a Bruxelles mi occupavo di europrogettazione. In Italia invece.. nulla, non ho mai lavorato in Italia. Tranne quando mi mettevo addosso una tenda e abbindolavo i turisti vendendo biglietti per uno spettacolo brutto, ma quello lo raccontero' in un altro blog.
6. Fregano. Sì, proprio come gli italiani qua, non pagano il biglietto del tram, passano con il rosso, cercano in ogni modo di evadere le tasse. E si credono ancora più furbi perché anche se sono in un paese “serio” e “europeo” riescono a farla franca. Mi avranno pure bocciata alla patente, ma io non passo MAI con il rosso. Anzi, io sono una di quelle persone disperatamente sceme oneste che tornano indietro a restituire soldi ad un negozio se il commesso ha sbagliato a darmi il resto. Sia in Italia che all'estero. Non sono l'unica, vero? Ditemi di no, vi prego...
7. La nota più dolente. Non possono più tornare in Italia senza un senso di fastidio. Non tanto per il fatto di essere in un paese allo sbando, ma perché non potrebbero mai ammettere di aver scoperto di essere anche loro solo degli italianiA me quando torno in Italia viene piu' che altro un senso di frustrazione. Tristezza. Rabbia. Perche' e' l'Italia che mi ha mandata via e CERTO che me ne starei a Venezia a fare un dottorato, passeggiare tra le calli piu' belle del mondo sentendomi in un quadro con il mio spritz in mano. Parlando la mia lingua e con i miei amici, la mia famiglia e i miei gatti. Se non lo faccio forse c'e' un motivo. Che non e' la mia passione per gli orsi volanti.
Conclusione del tutto? Non so perche' la gente senta il bisogno di scrivere articoli sugli Italiani all'Estero (disse colei che ha appena passato la serata a scrivere un post per commentarlo). Credo che molti, come me, se ne siano andati un po' per caso. Senza essere i paladini di una societa' piu' giusta o spinti da qualche causa matafisica. Per molti in Italia non c'era spazio mentre all'estero la vita sembrava un po' migliore.
Altri Italiani all'Estero liberissimi di commentare.
In tutto cio', sdrammatizziamo con un video bellissimo:

Perche' si, tra gli Italiani all'estero, spiccano anche quelli che NON hanno grande talento per le lingue.. 

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