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Intervista a Francesco Arca: “Ferzan Ozpetek mi ha cambiato la vita”

Creato il 18 giugno 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

18 giugno 2014 • Interviste, Vetrina Cinema

Al Social World Film Festival è stato ospite anche Francesco Arca, l’ex-tronista reduce dal successo sul grande schermo di Allacciate le cinture di Ferzan Ozpetek. La pellicola ha rappresentato il punto di partenza di un’attività artistica ancora in via di definizione, nonostante la popolarità del giovane e il suo ruolo da protagonista di una storica serie televisiva come Il Commissario Rex. Arca non ha deluso le decine di fan che lo hanno accolto a Vico Equense mostrandosi sempre disponibile per una foto o un autografo e salutando tutti con il sorriso. Semplice e disponibile, è così che il nuovo belloccio del cinema italiano si è mostrato ai nostri microfoni.

In una recente intervista hai dichiarato che il personaggio di Allacciate le cinture è molto distante da te. In che modo affronteresti tu un dolore del genere nella vita reale?
Sfortunatamente è stata un’esperienza che ho vissuto in prima persona anche se non con la mia compagna ma con dei parenti. La prima cosa che non si dovrebbe mai fare è quello che fa Antonio, ovvero scappare. Nel mio piccolo ho sempre affrontato le situazioni di petto. Il film incuriosisce perché tratta il tema della malattia non dal punto di vista di cui l’affronta ma delle persone che le stanno accanto. Non è sempre semplice perché spesso ci si deprime più della persona malata. Antonio scappa per paura. Io non l’avrei fatto. L’importante è caricarsi di quell’energia e quell’ironia che sono strumenti utilissimi per scacciare via il malumore. Tutti sappiamo che più le persone sono circondate d’amore e più possibilità ci sono che riescano a guarire.

La tua carriera parte dalla televisione, poi sei riuscito ad iniziare un percorso artistico a livello cinematografico. Che consiglio daresti ad un giovane attore in erba?
Non penso di essere la persona adatta per dispensare consigli. Non credo che il mio sia stato un riscatto. Il mio è e sarà un percorso lungo e difficile. La tenacia, lo studio e l’impegno quotidiano sono le chiavi del successo in un lavoro, quello dell’attore, che è il più bello ma anche il più difficile.

Per interpretare il ruolo di Antonio sei ingrassato 15 kg. Come ti sei preparato e come sei riuscito a perdere peso subito dopo?
Quando Ferzan mi scelse per fare questo film non potevo chiaramente dire di no. Mi disse che sarei dovuto ingrassare 10/12 kg, rasarmi i capelli ed interpretare una persona completamente diversa da me. Nel cinema non sono occasioni che ti capitano molto spesso perché fermare le riprese per un mese comporta dei costi che non tutti posso permettersi. Io mi sono goduto questa opportunità fino in fondo con tutto ciò che comportava. Ho affrontato questo cambiamento con difficoltà perché non è facile ingrassare 12 kg in 22 giorni, ne accusano sia il corpo che la mente. Mantenere poi il peso per il tempo delle riprese, quindi circa un mese in Puglia con 40 gradi, è stato uno stress incredibile. Poi però mi sono convinto che lo stravolgimento fisico era propedeutico per entrare nel personaggio. Ho perso tutti i kg presi in due mesi grazie al supporto di un maestro di pugilato.

Francesco Arca - Radio 105

Che tipo di esperienza è stata lavorare con Ferzan Ozpetek?
Un’esperienza trascendentale perché per un inesperto del settore come me fare un balzo in avanti così è stata un’esperienza incredibile. Avevo tanta paura ma con l’inizio delle riprese, grazie alla sua sensibilità e alla sua generosità, tutta questa paura si è trasformata in responsabilità. Ho fatto del mio meglio per conseguire un risultato accettabile.

Interpretare Antonio ti ha arricchito?
Si mi ha arricchito molto e mi ha fatto capire quanto è bello amare. Una cosa semplice che sfugge a troppe persone, me compreso fino a qualche tempo fa. Nella nostra società attuale si perde di vista quanto sia importante amare le persone diverse da noi ed essere generosi con chi ci circonda.

Il tuo rapporto sul set con Kasia Smutniak?
E’ stato un rapporto d’amore platonico. Ho scoperto una persona meravigliosa e da un punto di vista professionale non sono certo io ad averla scoperta. Mi ha aiutato tantissimo. Quando trovi veramente una partner con la quale ti puoi lasciare andare ne risente positivamente anche il tuo lavoro.

Questo è un amore platonico, per quanto riguarda quello vero?
Sono felicemente fidanzato.

Considerato questo traguardo importante della tua carriera, sei fatalista o vorresti dare una direzione ben precisa alla tua attività artistica?
Visto che questo è un lavoro precario, il mio desiderio è lavorare sempre e comunque (ride, n.d.r.). Di solito faccio una battuta che però è anche la verità: sogno di lavorare con Ozpetek. Avere l’occasione di lavorare con lui per il mio primo film è stata un’emozione che mi rimarrà per tutta la vita sia da un punto di vista lavorativo che umano.

Pensi che il gossip possa intaccare il tuo percorso artistico o è soltanto una fonte inesauribile di pubblicità?
All’inizio l’ho presa veramente male perché continuavano a darmi del tronista e pubblicavano foto di dieci anni prima. Poi mi sono detto: “O campo male io o faccio un passo avanti”, ovvero accettare che il gossip fa parte del mondo dello star system. Ho capito che il gossip va accettato passivamente quando è un gossip sano e attivamente, incazzandosi come una iena, quando è un gossip cattivo e tendenzioso.

Ci puoi dare qualche anticipazione su Il Commissario Rex?
Non posso dare anticipazioni perché non so neanche se lo rifarò. Siamo vicini al rinnovo ma con i tagli che ci sono stati alla RAI non è mai detta l’ultima parola. Questi tagli hanno causato degli scombussolamenti che hanno messo in pericolo le produzioni medio-piccole tra cui Rex però incrociamo le idee. Ho altri progetti in cantiere però sono molto più scaramantico dei napoletani e quindi preferisco non dire niente.

di Rosa Maiuccaro per Oggialcinema.net

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