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Intervista a Francesco Falconi

Creato il 31 dicembre 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Per il quarto numero della rivista “Fralerighe – Fantastico” ho avuto il piacere di intervistare Francesco Falconi, che ha da poco pubblicato il romanzo “Muses” con Mondadori.

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- Innanzitutto, benvenuto sulla rivista “Fralerighe – Fantastico”. Cominciamo con una domanda di rito: chi è Francesco Falconi?
Un ragazzo originario della maremma che si è trasferito da anni a Roma. Ingegnere delle telecomunicazioni e scrittore.

- Quando hai sentito per la prima volta il bisogno di scrivere?Credo all’età di quattordici anni, quando scrissi per la prima volta Estasia. Ero ancora piccolo, non avevo la minima idea che un giorno la scrittura sarebbe diventata la mia professione. All’epoca avevo solo il desiderio di creare il mio mondo fantastico.

- Hai da poco pubblicato “Muses” con Mondadori, ma hai alle spalle un bel po’ di altri libri fantasy pubblicati con altre case editrici. Com’è avvenuto il passaggio alla Mondadori?

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Due anni fa decisi di affidarmi a un agente che potesse aiutarmi a migliorarmi nella scrittura e gestisse i rapporti con gli editori. È stata proprio la mia agente,Vicki Satlow, a credere per prima in Muses e a proporlo agli editori. Tra i vari interessati, abbiamo optato per Mondadori.

- So che “Muses” ha avuto una gestazione lunga. Come mai?
Perché non mi sentivo pronto a scriverla. Non ero maturo stilisticamente né avevo la capacità di strutturare la trama a dovere. Sentivo che mi mancava qualcosa. Ho atteso due anni per colmare quelle lacune, quindi mi sono messo a scriverlo. Muses è un libro complicato, una svolta rispetto alla mia produzione precedente. E dovevo essere sicuro del salto.

- C’è qualche personaggio di “Muses” che ti rispecchia? E dei tuoi romanzi precedenti?
Tutti e nessuno. Ogni forma è una morte, diceva Pirandello. E Muses assume diverse forme, che sono frammenti della mia vita. Ogni personaggio ha delle mie caratteristiche e ci sono anche scene autobiografiche, ma non vi dirò mai quali. Muses è una frattura con il passato, ho cercato di dare maggiore spazio ai personaggi e alla loro tridimensionalità, concentrandomi in primis sulla protagonista Alice. Mi sono però divertito con un crossover e con delle autocitazioni, ma solo per gioco.

- La musica è spesso un elemento chiave delle tue opere. Ti capita mai di ispirarti facendoti trascinare dalla musica?
Il contrario, mi capita sempre. Prima di scrivere un capitolo mi immagino la scena. Dettagli, dialoghi, gesti ed espressioni dei personaggi. In sottofondo c’è sempre una canzone.

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- Hai scritto la biografia “Mad for Madonna – La Regina del Pop” (Castelvecchi Editore). Qual è il tuo album preferito di Madonna e cosa ne pensi dell’ultimo?
Il mio preferito è Ray of Light, non si discute, ma ho apprezzato anche Confession on a Dancefloor. L’ultimo album lo reputo solare, estivo e divertente, con qualche perla – come Gang Bang e Masterpiece. Non rimarrà però nella storia di Madonna, questo è certo. Detesto Solveig e Orbit è stato deludente. Ma basta guardare i numeri: a Madonna oggi come oggi interessa concentrarsi sui live.

- Hai pubblicato il racconto “Halo” per la rivista “Weird Tales”. Hai altri progetti di natura weird o new weird?
Non nell’immediato, ma forse è un campo che tornerò a esplorare in futuro. Ho altre idee in mente, che prevedono una contaminazione del fantastico con una virata più sul realistico.

- Quali sono i tuoi autori fantasy preferiti e quali non sopporti?
Tanti, ne cito qualcuno: tra gli stranieri Stroud, Gaiman, Rowling. Italiani, Licia Troisi. Cosa non sopporto? Oddio, faccio prima a evitare di leggerlo. Diciamo che ultimamente sono un po’ stanco dell’high fantasy.

- Fuori dalla letteratura fantastica, quali opere ti hanno colpito?
Si apre un baratro. McCarthy, Winterson, Roth, Wright e tantissimi altri. Sto riscoprendo i classici, che da troppo tempo non leggevo, come Dostoevskij. Tra gli italiani mi sta sorprendendo Alcìde Pierantozzi.

- Approssimativamente, quanti libri leggi in un anno?
Circa uno a settimana. Dipende da quanto sono impegnato sul fronte scrittura e quanti libri devo leggere a supporto della storia che sto scrivendo. La lettura non è solo un piacere. È il mio modo per migliorarmi. Mentre leggo, imparo.

- Ultimamente si sente parlare di “sboom” del fantasy italiano. Cosa prevedi per il futuro? Pensi che la situazione possa migliorare?
Sono le solite frasi che lasciano il tempo che trovano. Certo, è un periodo di contrazione, che abbraccia tutti i generi letterari e non è limitato al genere fantastico. Parlerei invece di saturazione di alcuni filoni, come quello sui vampiri, che ha avuto la sua sovraesposizione.

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- Cosa ne pensi degli ebook?
Un modo alternativo per leggere i libri. Personalmente preferisco leggere i romanzi su carta, sono affezionato al profumo del libro, alla costola che si scurisce man mano che il segnalibro avanza. Antico? Può darsi.

- Che consigli daresti a un aspirante scrittore?
Di mettersi sempre in discussione e di leggere tanto. Provare a partecipare a delle iniziative – purché non a pagamento – per mettere alla prova le proprie capacità. Ho lanciato da poco un’iniziativa simile, si chiama Netface. Ecco i dettagli: www.francescofalconi.it/netface

- Grazie mille per questa intervista!

 Michele Greco



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