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Intervista a Kathleen Mc Gregor, scrivere l'avventura
Creato il 25 marzo 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario2. Scrivi romanzi storici sentimentali? Perché questa scelta e cosa ti gratifica in questo genere?
Scrivo romanzi storici d'amore e avventura. Ci tengo a precisarlo, per il semplice motivo che la mia prima passione è per l'avventura, e anche perché nei miei romanzi - a differenza dei classici romance dove è sempre la storia d'amore ad essere protagonista - la trama avventurosa si equivale alla trama romantica. Corinna, il mio primo romanzo, è stato infatti definito "Un romanzo d'avventura con una forte componente romantica, o un romanzo romantico, con una forte componente d'avventura". Ma lo stesso si può dire di Cuore Pirata, o de L'irlandese, sebbene siano strutturati tutti in modo diverso.
Nella mia filosofia avventura e amore sono elementi complementari; l'avventura, sia che la si scriva ambientata nel passato, nel futuro o nel presente, deve accompagnarsi ad una storia d'amore, altrimenti diventa semplice esplorazione.
3. Chi sono stati e sono i tuoi maestri e maestre, anche non solo libreschi, ma anche cinematografici e simili?
Ogni libro che ho letto mi ha insegnato qualcosa, quindi i miei maestri sono tantissimi e diversissimi, sia per genere sia per stile di scrittura. Tra i tanti emergono sicuramente Wilbur Smith e Anne Rice. Il primo per le sue trame avventurose, per le verosimili ambientazioni storiche e per la straordinaria abilità di rendere ogni storia terribilmente realistica. La seconda per la profondità emotiva della sua scrittura, che trovo di un lirismo incantevole.
In termini cinematografici non saprei proprio cosa risponderti, se non che, avendo io stessa un'immaginazione di tipo visivo, mi rapporto spesso al cinema quando devo rendere al meglio le mie storie e le mie ambientazioni. Oltre a viverle, immedesimandomi nei miei personaggi, ho un ruolo anche, possiamo dire, di regista: quello che scrivo deve rendere perfettamente, in termini di immagini, quello che ho nella testa.
4. Hai trattato la figura del pirata nei tuoi libri. Come mai, che fascino esercita su di te, secondo te come mai i pirati romanzeschi, ben diversi da quelli reali, continuano a piacere così tanto?Sono cresciuta coltivando la passione per l'avventura, e il mondo della pirateria ne ha da sempre rappresentato una considerevole fetta, per questo, quando ebbi l'idea per Corinna, fu naturale per me affidare la parte dell'eroe a un corsaro.
Il mondo della Filibusta esercita un indiscutibile fascino, ma era molto diverso da come ci viene presentato solitamente nella letteratura sentimentale e nei romance. Era violento e brutale, gli uomini che ne facevano parte erano ex schiavi, delinquenti, mercenari, ladri, assassini che nel migliore dei casi si dedicavano a ruberie e razzie lungo le coste. Molti di essi si univano alle fila della Filibusta alla ricerca di una vita che desse loro la possibilità di emergere come individui, dato che quello che contava era l'uomo e non il suo titolo, o il suo diritto di nascita, come nella società. Il concetto di eroe romantico nel romanzo piratesco - almeno per quanto riguarda la mia idea di eroe romantico - si riallaccia a quello rappresentato dalla ricerca della libertà.
E’ un eroe che dimostra di essere capace di sopravvivere a una realtà di questo tipo, di emergere, di crearsi una reputazione, di controllare in toto la propria vita, ma nello stesso tempo mantiene vivi a livello personale determinati valori, un senso dell’onore che lo differenzia dalla marmaglia.
Io penso sempre che i migliori protagonisti siano quelli che hanno un lato oscuro; come nei quadri migliori, dove è l’ombra più buia a fare emergere il bagliore più lieve, anche in questi personaggi è il loro lato oscuro a fare emergere e a dare più risalto al loro lato positivo. Per questo penso, continueranno ad essere amati.
5. Prossimi progetti?
La Saga Corsari si arricchirà presto del suo quarto e ultimo romanzo, poi tornerò a dedicarmi all'Urban Fantasy, che è un genere che mi piace molto e mi dà la possibilità di sbizzarrire la mia fantasia.
Elena Romanello
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