Magazine Diario personale

Ipertesto

Da Bloody Ivy
The Matrix Screensaver2

Il tempo reale ora prevale sia sullo spazio reale che sulla geosfera. Il primato del tempo reale, dell’immediatezza, sullo spazio e sulla superficie è un fait accompli e ha un valore inaugurale. Annuncia una nuova era”. Paul Virilio

Lo spazio e il tempo dei giornali cartacei sono due categorie che hanno subito una significativa mutazione, on line. Lo spazio, cyberspazio, è infinito, una risorsa di cui si può a piene mani disporre, sia per la lunghezza degli articoli sia per i link di approfondimento correlati.

Il tempo invece tiranneggia ancor più che nella carta stampata in un certo senso. Il giornale in rete non esce una volta al giorno, ma si aggiorna continuamente nell’arco della giornata. Quando gli editori si accorsero che lo spazio web è enormemente più economico della carta stampata, gettarono alle ortiche anche le loro ultime riserve sulle edizioni on line. I veri costi, infatti, sono quelli degli stipendi da dare ai giornalisti e dell’affitto dei locali della redazione. Siccome pubblicare in rete costa così poco e si può abbondare, ci presero gusto e cominciarono a dare ospitalità a fatti che altrimenti non sarebbero riusciti ad oltrepassare la soglia di notiziabilità tradizionale (un fatto accaduto a persone conosciute, una tragedia con molti morti, qualcosa di interessante capitato vicino geograficamente ai lettori, un’incredibile stranezza…). Un’eruzione vulcanica nell’isolotto di “vattelapesca” non è una notizia da dare su un giornale cartaceo, ma se on line si ha la possibilità di trasmettere in diretta- grazie alla telecamera digitale del geologo che sul posto studia il fenomeno- immagini di lava traboccante, magari in 3D e con col sottofondo dei boati originali?

Nel giornale di carta la scelta è di cosa mettere in pagina e cosa lasciare fuori, non di fare un giornale a 52 pagine oppure a 54, se c’è qualcosa che meriterebbe di essere aggiunto. Online il ragionamento è diverso. La risorsa delle pagine non è fissa, ma variabile: se serve una pagina per ospitare una scheda che racconti in dettaglio scientifico come funzionano i diversi tipi di armi batteriologiche, la si crea a costo zero. E quindi il dubbio tra pubblicare o non si può sciogliere, con meno patemi d’animo che sulla carta, a favore del sì”. Riccardo Staglianò, “Giornalismo 2.0 – Fare informazione al tempo di Internet.

L’illimitata disponibilità di spazio apre la possibilità ad un archivio del giornale on line. Si offre così al lettore un contesto storico, che altrimenti resterebbe seppellito negli armadi più remoti del giornale. E anche una nuova entrata di reddito. Un esempio fra tanti, il New York Times, benché, lasci leggere la propria copia telematica gratuitamente e completamente, si fa però pagare per i migliori articoli del suo archivio, due dollari ad articolo. Il background consente al giornale on line di far convivere la notizia dell’ultimo minuto con l’insieme di informazioni laterali, che ne garantiscono il contesto e gli approfondimenti.

Un giornale on line è aggiornato molto più frequentemente in confronto al corrispettivo cartaceo. I giornalisti colgono al volo i dispacci delle agenzie che danno il la della notizia al loro lavoro. Ogni attimo è prezioso. I lanci di agenzia non sono più appannaggio e privilegio dei soli giornalisti, ma pescabili in Internet da chiunque altro navigatore. Privilegio nell’accesso e nel controllo diretto delle fonti. Il valore primo della notizia on line è quello della novità, ossia si fa leva sulla velocità.

Una certa periodicità, è vero, permane, e riguarda i periodici (come la versione dell’Espresso o di Panorama on line); ma per ciò che concerne i quotidiani la velocità di reazione rispetto all’accadere dell’evento si fa sempre più breve e la copertura continua (in un flusso informativo quasi ininterrotto e in alcuni casi anche di 24 ore su 24). I giornalisti si scapicollano per far sì che nella versione on line ci sia l’aggiornamento continuo impossibile al giornale cartaceo. Con Internet si ha il passaggio dal concetto di periodicità del giornale a quello di flusso continuo dell’informazione è la conquista tecnologica del tempo: il tempo reale.

La tempestività, cioè gli aggiornamenti rapidi e costanti è uno dei principali fattori che distingue il giornale on line dall’edizione cartacea, ma anche un giornale on line da un altro sempre on line. L’altro fattore è lo spazio illimitato, l’enorme quantità di dati di completamento sotto forma di link messi accanto all’articolo. Generalmente i siti sono disposti a tre colonne: a sinistra il menù di navigazione, nella parte centrale gli articoli, e a destra i link di approfondimento e le rubriche fisse. I dati possono assumere le forme più varie, dal testo al video, ai grafici alle animazioni. Ma non sono solo queste le novità dei siti di informazione on line.

Come si scrive on line

“Dire molte parole e comunicare pochi pensieri, è dovunque segno infallibile di mediocrità; invece segno di eccellenza è saper rinchiudere molti pensieri in poche parole. La verità quando è nuda è più bella.” Ernst Bloch – Dialettica e speranza  

Alcune avvertenze, certo sono in comune. Quanto s’inizia l’articolo, vale anche per un giornale on line, è bene chiedersi se sarà in grado di suscitare interesse (ovvero, se sarà letto). Nel caso si capisca che l’argomento potrebbe attirare soltanto l’attenzione del gommista sotto casa e non si sta scrivendo in un giornale specializzato sui pneumatici, non conviene pubblicarlo. Buona politica, nonché educazione verso il pubblico, è scrivere solo di ciò che potrebbe interessare al lettore o ciò di cui dovrebbe venir informato. L’etica da seguire, su carta come su Web, è scrivere basandosi su un’informazione libera, incondizionata e vera. Più si controllano le notizie e si verificano i fatti e meno si rischiano querele per diffamazione.

Quest’equazione inversamente proporzionale è una buona regola da seguire, ma non un dogma. Se si lavora per un giornale scandalistico, scriverla grossa e gonfiata non è peccato. Codesta “licenza poetica” viene concessa perché, in fondo, il testo – cioè lo stile e i termini – deve essere diverso a seconda del destinatario previsto. Un quotidiano nazionale richiede un certo stile, un giornale femminile di moda un altro, un articolo sportivo un altro ancora, con altri toni che non somiglieranno per niente a quelli usati in un giornale per gli operatori in borsa.

La questione etica è stata affrontata dalla Online News Association che sulle orme del liberale giornalismo americano ha proposto un nuovo codice etico basato su cinque principi basilari: integrità editoriale (pubblicare dei link su un sito web consente di raggiungere fonti disparate di informazione come se fossero pubblicati da una singola organizzazione; si tratta quindi di saper distinguere nel sito tra le notizie redazionali indipendenti dalle informazioni promozionali a pagamento e da altre non notizie), indipendenza redazionale (i giornalisti online devono prestare fedeltà ai principi di imparzialità, precisione, obiettività e cronaca responsabilmente indipendente), eccellenza giornalistica (fare cronaca di notizie originali per Internet e riprendere e approfondire informazioni da altre fonti), libertà di espressione, libertà di accesso (alle organizzazioni che diffondono notizie su Internet deve essere consentito l’accesso a informazioni e fatti in ordine a una più ampia libertà di informazione).

Altra cosa che accomuna carta e Web sono le risposte alle famose cinque domande “W” della tradizione anglosassone: “Who?”, “What?”, “When?”, “Where?”, ”Why?” più alla sesta, che però inizia con l’”H”, “How?”. Adoperando un ordine di risposta variabile e scelto di volta in volta fra quello più adatto a catturare l’attenzione.

I giornali on line hanno però le loro peculiarità, e la loro vera, arcinota caratteristica (che appartiene anche a quasi tutti i tipi di sito) è l’interattività. Ossia la componente di coinvolgimento dell’utente, che on line è alta, altissima, la più alta di ogni altro media. Le caratteristiche che definiscono il livello d’interattività di un media sono il tipo e la qualità del controllo che l’utente può avere sugli strumenti, sul ritmo di presentazione dell’informazione, sul contenuto stesso dell’informazione, nonché il numero di scelte che questo controllo offre, e la possibilità per l’utente di creare a sua volta contenuti.

Il testo interattivo per antonomasia è senza dubbio l’ipertesto. I link costituiscono la parte più importante di un ipertesto, e la prima gran differenza dal il modo di scrivere su carta. Il link è un collegamento ipertestuale che consente di richiamare da una pagina altre sezioni della stessa pagina oppure altri documenti o risorse presenti in rete. Un ipertesto è un modo non lineare di organizzazione delle informazioni. Quando si usa un sistema ipertestuale si può saltare da un argomento ad un altro argomento correlato per trovare rapidamente le informazioni cui si è interessati e poi tornare al punto di partenza o passare ad un altro argomento. L’autore dell’ipertesto sceglie i termini da trasformare in collegamenti ipertestuali raggiungibili con il clic dell’utente. Nel Web i collegamenti ipertestuali possono essere testi o immagini e possono inviare a un’altra pagina Web, aprire un file (anche un suono, un’immagine, un filmato) o un programma eseguibile.

L’ipertesto non è fatto per venir trattato in modo lineare e sequenziale. La sua forma di testo sono i blocchi di scrittura e le immagini uniti da link; la lettura con essi è fatta in maniera multisequenziale. L’Hypertext Markup Language, detto più semplicemente HTML, è il linguaggio utilizzato per strutturare un sito Web, e quindi è il modo utilizzato per visualizzare l’ipertesto. Anche XML (acronimo di eXtensible Markup Language), più semplice e generalizzato ma anche più nuovo e non ancora conosciuto da tutti, è un linguaggio per visualizzare ipertesti nei siti Web.

Se leggendo un romanzo, un libro, un qualsiasi testo, si è obbligati a seguire un percorso (riga dopo riga, pagina per pagina, dall’introduzione all’epilogo), l’ipertesto, invece, non prevede una lettura sequenziale dei contenuti, ma una navigazione libera, intervallata da cambi di percorso e poi ritorni. La sua progettazione da parte dell’autore, richiede una notevole attenzione alla creazione dei diversi itinerari di lettura secondo priorità (o livelli) da lui stabilite, pur stimolando la fantasia e la ricerca inedita nel lettore.

Nel libro ogni approfondimento o studio è esterno al volume che si sta leggendo; in un ipertesto si possono invece aggiungere, oltre a tutti i documenti usati – rendendoli fruibili anche al lettore dell’articolo – anche gli eventuali percorsi per approfondire lo studio. Inoltre, in uno scritto ipertestuale è possibile anche effettuare ricerche all’interno di tutti i documenti, grazie all’aiuto di programmi che consentono in pochissimi secondi di trovare l’argomento desiderato o la parola cercata. Gli ipertesti, in più, semplificano la navigazione nei glossari e in altri documenti ad elevata densità. La forza dei link è di aprire il testo, di predisporlo ad approfondimenti e di provocare digressioni di ogni tipo. L’ipertesto, grazie ai numerosi link aggiuntivi, permettere di approfondire l’argomento; quindi non è necessario dire tutto alla prima videata, ma è bene abituarsi a progettare i testi in profondità, spezzettati link dopo link.

Un esempio pratico di come cambi un articolo su un giornale ipertestuale che usa i link? Se si scrivono articoli nel corso di una guerra, su un giornale elettronico, nel dare l’ennesima notizia di un nuovo forte scontro, non è più obbligatorio, come sul giornale cartaceo, partire con un breve riassunto degli ultimi eventi, nel raccontare ancora una volta le circostanze per le quali si è arrivati allo scontro, se i vecchi articoli restano a disposizione di un clic.

jacob nielsen

Oltre alla scrittura per così dire, sbriciolata dai link, su Internet, per gli articoli, vale il principio della piramide rovesciataInverted Pyramids in Cyberspace consigliato da Jacob Nielsen,guru della web usabilità, ovvero prima le conclusioni e poi il contenuto con i dettagli. La struttura classica tipicamente piramidale, che in Rete non conta più. In Rete conta dar modo al lettore di decidere in un attimo se leggere tutto l’articolo o no. Anche per il pratico problema dei costi della bolletta telefonica. Se deciderà per il sì allora poi approfondirà gli argomenti. Nel primo paragrafo, nelle prime righe allora ci deve stare la conclusione, spiegata nel modo più coinciso possibile e con poche parole in maniera che il lettore possa scorrere il testo con un colpo d’occhio. L’attacco della notizia deve contenere più informazioni possibili. L’adozione della piramide rovesciata, ossia della notizia disposta al contrario, risponde alle esigenze dell’utente. Questo modo di scrivere che molto si differenzia dai classici libri, in realtà ricorda il sommario e l’occhiello usato negli articoli di giornale per spiegare in breve l’argomento in questione.

Le parole chiave e le frasi importanti vanno evidenziate quasi fossero dei piccoli testi perché grazie ad una rapida lettura di solo quelle, il lettore deciderà se vale la pena soffermarsi. La scrittura per il Web è, quindi, di tipo visivo. Di primo acchito sostiene Nielsen, la gente non legge le pagine Web ma le scandisce cogliendo parole e frasi individuali.

Lo schermo del computer non è una pagina stampata. Intanto non ne ha la forma. Mentre la maggior parte dei testi stampati ha una disposizione verticale, lo schermo del computer usa notoriamente una disposizione orizzontale, in altre parole è più largo che alto. Mentre il foglio di carta riflette la luce, lo schermo del computer è una sorgente di luce. Inoltre ha una risoluzione inferiore rispetto alla pagina stampata che rende, per esempio, più fastidiosa la lettura di un testo tutto in corsivo. La lettura poi, lo dice sempre Nielsen, è più lenta del 25%. Cose che un web-giornalista deve conoscere per attirare l’attenzione del visitatore che in un battibaleno può scappare su un altro sito perché non ha trovato le informazioni che cercava.

Un web-giornalista utilizza anche nuovi sistemi per realizzare le interviste. Ricorre, infatti, molto spesso alla posta elettronica, meno faticosa di un lungo viaggio, più rapida nonché economica. Si scrive al proprio interlocutore inviando le domande direttamente alla sua casella di posta. In questo modo non si farà nemmeno perder tempo all’intervistato che risponderà con tutta calma nel momento che crederà più adatto. I vantaggi, sì, ci sono. Il giornalista riceverà un testo già scritto e in formato digitale, già bello e pronto per essere pubblicato. Niente più ore perse a sbobinare cassette audio o a cercare di riscrivere i testi annotati. Soprattutto il rischio di smentite è ridotto perché l’e-mail potrebbe valere come prova.In realtà la vecchia intervista dal vivo non va demonizzata. Il classico colloquio dove una certa risposta può suggerire un’imprevista ma sagace domanda, diversa da quella prevista dà la possibilità di fare interviste originali ed imprevedibili e quindi più gustose. Di contro, l’intervistato potendo rispondere alle domande per iscritto e per tempo, si sentirà più al sicuro, ma di certo toglierà un pizzico di autenticità al lavoro.

Ci sono, in ogni caso, alcune tracce da seguire per migliorare la credibilità di un articolo prodotto Web, sono le sette regole di trasparenza per l’editoria in rete, suggerite da Steve Outing (qui il suo sito), direttore di Content Spotlight, sito specializzato sulla scrittura di prodotti editoriali on line. Ci di cui ci si fida di più è il prestigio della testata (se l’edizione on line si rapporta con quella tradizionale cartacea), la presentazione del giornalista che firma l’articolo (con un link diretto alla sua biografia), la proprietà del sito (in una pagina solitamente intitolata “chi siamo”), la pubblicizzazione della linea politica del giornale, la possibilità di trovare e scaricare il codice etico e lo style book, la professionalità di writers ed editors, la disponibilità a pubblicare rettifiche.   

HACKER KULTURE 1. Brainframes —  2. Etica Hacker – Emmanuel Goldstein — 3. Hackers – la prima generazione  — 4. gli hacker di Altair 8800 — 5. Hackers famosi — 6. il Cyber World di William Gibson — 7. Cyber Femminismo – Donna Haraway — 8. cause famose — 9. napster — 10. Jon Johansen e il codice DeCSS — 11. Software Libero – Richard Stallman – Copyleft — 12. Linux – Linus Torvalds — 13. Pekka Himanen e l’etica hacker — 14. un po’ di storia sul Copyright — 15 Open Source e Pubblica amministrazione — 16 Software, diritti d’autore — 17. Digital Millennium Copyright Act — 18. La SIAE — 19 La nuova dura legge sul Diritto d’Autore –20. e-book — 21. Cybercrime — 22. Information warfare

ivy

mio pezzo, parecchio datato ma ancora presente su Hacker Kulture dvara.net


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