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Isao Takahata

Creato il 10 settembre 2011 da Alejo90
1968 La grande avventura del piccolo principe Valiant (太陽の王子 ホルスの大冒険, Taiyō no Ōji - Horusu no Daibouken)
1972 Panda! Go, Panda! (パンダ・コパンダ, Panda Kopanda)
1981 じゃりン子チエ (Jarinko Chie)
1982 Gauche the Cellist (セロ弾きのゴーシュ Sero-hiki no Gōshu)
1987 柳川堀割物語 (Yanagawa Horiwari Monogatari) / The Story of Yanagawa's Canals
1988 Una tomba per le lucciole (火垂るの墓, Hotaru no Haka) - 5/5
1990 赤毛のアン-グリーンゲイブルズへの道- (Akage no An – Guriin Geiburuzu eno Michi -) / Anne of red hair, Road to Green Gables
1991 Only Yesterday (おもひでぽろぽろ, Omohide Poro Poro) - 4/5
1994 Pom Poko (総天然色漫画映画 平成狸合戦ぽんぽこ, Sou- Tennensyoku Manga Eiga - Heisei Tanuki Gassen Pon Poko) - 3/5
1999 My Neighbors the Yamadas (ホーホケキョ となりの山田くん, Hōhokekyo Tonari no Yamada-kun) - 4/5
2003 Winter Days (冬の日, Fuyu no Hi)
Takahata (1935), animatore giapponese, è famoso in ambito internazionale per essere il co-fondatore dello studio Ghibli assieme ad Hayao Miyazaki. Il suo film forse più conosciuto all'estero è Una tomba per le lucciole, probabilmente il più bel film d'animazione mai realizzato.
Takahata si appassionò da giovane alla storia dell'arte ed alla poesia francese; si laureò nel 1954 in letteratura francese presso l'Università di Tokyo (una delle più importanti università giapponesi); dopo aver visto al cinema il film d'animazione francese La Bergère et le ramoneur (1953, dell'animatore francese Paul Grimault, sceneggiato dal poeta Jacques Préver, disconosciuto da entrambi perchè distribuito con a montaggio non ancora ultimato, riedtitato dal regista e re-distribuito nel 1980 con il titolo  Le roi et l'oiseau) decide che il suo futuro lavorativo dev'essere nnel campo del disegno animato. Nel 1959 entra nella Toei, casa di animazione molto importante, dove conosce Hayao Miyazaki. Essi sviluppano un tipo di disegno iperrealistico alternativo al modello Disney-ano allora imperante.
Nel 1968 dirige il suo primo lungometraggio, La grande avventura del picccolo principe Valiant, alla cui realizzazione lavorano ancche Miyazaki e Yasuo Ōtsuka.
I tre poco tempo dopo lasciano la Toei ed entreranno alla A Production.
Dopo il successo di Nausicaä della valle del vento (1984), diretto da Miyazaki e prodotto da Takahata, i due decidono che è giunto il momento per fondare uno studio tutto loro: nel 1985 nasce quindi lo Studio Ghibli.
-Una tomba per le lucciole
di Isao Takahata - Giappone 1988 - animazione - 93 min.
Questo bellissimo film non è solo il miglior film d'animazione che abbia visto, ma uno dei più commoventi e poetici film che mi sia capitato di visionare. La scelta di trasporre il romanzo di Akiyuki Nosaka in cartone animato piuttosto che in pellicola con attori in carne ed ossa si rivela vincente, riuscendo a conquistare anche il pubblico occidentale e gli adulti poco avvezzi al cinema di animazione.
Kobe 1945. Sotto i bombardamenti americani Seita e la sua sorellina Setsuke perdono la madre, mentre il padre, capitano di marina, è al fronte a combattere. Senza più una casa, sono ospitati dalla zia, che non nasconde il fastidio provato nel doversi accollare le spese per il loro mantenimento. Abbandonato quindi il tetto domestico, decidono di trasferirsi in un rifugio antibombardamento inutilizzato, e di sopravvivere con i pochi soldi rimasti. Seita deve darsi da fare per procurare cibo per sè e per la sua sorellina, in una lotta quotidiana fra dolore, miseria e incomprensione.
Stilisticamente il film è ottimo, e pur avendo ormai i suoi anni non ha nulla da invidiare agli enormemente più costosi cartoni della Disney ed ai moderni film di animazione che integrano effetti speciali computerizzati. La sua bellezza sta nella purezza del disegno, nella delicatezza e semplicità della rappresentazione, nella pudicizia con cui viene mostrato l'orrore della guerra nella dimensione del vivere civile al posto di quello militare. Il film ruota tutto attorno ai due fratelli, figure cui è impossibile non affezionarsi, sia per la purezza e l'innocenza rappresentate da Setsuke, sia per gli sforzi intrapresi da Seita per sfamare lei e sé stesso, che lo mettono a confronto con altre realtà di dolore ma anche di egoismo e incomprensione.
Il film dice quello che deve non con tono polemico e provocatorio, ma anzi dimesso e pacato, con una storia che fa piangere e che induce alla riflessione.
Molte le sequenze memorabili e commoventi: le sequenze iniziali e finali, i due fratelli sulla spiaggia, la visita di Seita alla madre in ospedale, e altre ancora. La colonna sonora, intensa e struggente, entra sempre al momento giusto, per accompagnare i momenti salienti del film.
In conclusione un capolavoro assoluto del cinema per estetica e contenuti, una visione imprescindibile.
Voto: 5/5
-Only Yesterday
Giapponne 1991 - animazione/commedia - 118min.
1982. A Tokyo, Taeko è una ventisettenne single che per lavorare rinuncia a costruirsi una famiglia. Durante la pausa estiva va a trovare degli amici in campagna (la famiglia del cognato, marito di una delle sue sorelle maggiori), proprietari di una fattoria biologica dove si fabbrica una tintura ricavata dal cardamo. Questo viaggio porterà Taeko ad immeresi nei propri ricordi di decenne, riaffrontare nodi complessi del proprio carattere e della propria esistenza attraverso episodi infantili apparentemente insignficanti, ridiscutere il proprio ruolo nel mondo ed i propri sentimenti, per ripartire riappacficata con il proprio passato.
Uno scavo nell'intimità psicologica di una giovane donna nel Giappone degli anni '80 non è un soggetto che si riterrebbe facilmente rappresentabile in un film d'animazione. Il maestro Takahata è riuscito a realizzare qualcosa di unico nella storia del disegno animato: con il suo classico stile iperrealistico dà corpo ad una narrazione che è radicata nella realtà del Giappone odierno, con tutti i suoi problemi dicotomici - ecologici (distruzione dell'ambiente vs agricoltura biologica e rapporto simbiotico tra uomo e terra) antropologici (vita stressante nell'alienante grigiore urbano vs vita rilassata  immersa nella natura) psicologici (desiderio vs senso del dovere) e sociologici (graniticità del sistema famigliare patriarcale vs dinamicità della vita autonoma del singolo) - e si sviluppa tramite il continuo accostamento della vita adulta con quella infantile, che nelle sue dinamiche quotidiane di piccole-grandi emozioni ed esperienze permette quell'im-mediatezza del vivere e del comportarsi che va pian piano ingabbiandosi nelle regole a volte opprimenti della vita adulta.
Ciò porta ad una scissione dell'individuo, che vive due esistenze: quella di bambino e quella di adulto, con la prima relegata a nostalgico ricordo nella seconda, quando non del tutto rimossa  abiurata. Il tentativo di conciliare la prima con la seconda e quindi di auto-definirsi è lo scopo della protagonista, in cerca della propria identità.
Il livello stilistico del film è eccellente come al solito, specie per quanto riguarda l'uso della luce negli ambienti naturali: colori e visioni tanto belle che non sarebbe stato possibile ottenere con un film in live action.
Come per Una tomba per le lucciole, si tratta di un film statico, in cui poco succede a livello narrativo, e sebbene i flashback vedano protagonisti dei bambini, le tematiche trattate ed il ritmo blando lo rendono un film più adatto ad un pubblico adulto. Qualche perplessità sull'inconsueta colonna sonora, che mescola musiche originali a stornelli napoletani e cori ungheresi.
Voto: 4/5
-Pom Poko
Giappone 1994 - animazione/fantastico/drammatico -  114min.
Tratto dal racconto Futago no hoshi di Kenji Miyazawa: la collina di Tama, nei pressi di Tokyo, dev'essere disboscata per farne un quartiere abitativo. I tanuki (animaletti simili a procioni appartenenti al folklore nipponico), creature dotate di poteri magici ed abitanti dei boschi, tentano in tutti i modi di opporvisi.
Pom Poko è l'onomatopea con cui si indica il rumore prodotto dal tamburellare dei tanuki sul proprio stomaco o i propri testicoli gonfiabili. Questi animali fanno parte delle tradizioni folklorisitche del giappone da millenni, perciò le derive fantastiche di cui il film è colmo attingono a piene mani dalla tradizione favolistica locale, e non dalla pura invenzione dell'autore. Takahata, avvezzo al cinema d'animazione di stampo realistico, si lascia andare in questo film ad episodi propriamente fantastici (come la processione degli spiriti che invadono la città, un momento assolutamente strabiliante dell'animazione tutta) pur mantenendosi in un ambito quantomai concreto di denuncia dei danni ambientali operati da una speculazione edilizia senza controllo che cola cemento sul retaggio storico-culturale di un popolo oltre che su un habitat naturale. Un soggetto ed uno svolgimento che lo rendono un film d'animazione unico anche all'interno dello Studio Ghibli, per certi versi un film per adulti (i tanuki provocano la morte degli operai per tentare di dissuadere i capi cantiere a continuare i lavori), con uno dei finali più sconsolanti della storia del cinema.
Per certi versi però risulta meno fruibile di alri film dello studio, specie per un pubblico occidentale: i numerosi riferimenti alla cultura popolare nipponica non possono essere afferrati nella loro totalità; la lunga durata mette in alcuni casi alla prova la pazienza dello spettatore; la fusione fra realistico e fantastico può a volte cozzare e non sembrare ben amalgamata (per esempio l'esigenza di dover disegnare i tanuki in due modi diversi, uno realistico ed uno fantastico in cui sono più simili ad orsi che a canidi).
Voto: 3/5
-My Neighbors the Yamadas
Giappone 1999 - animazione/commedia/comico/episodi - 111min.
Primo film realizzato totalmente in digitale dallo Studio Ghibli (con colorazione computerizzata, eccezionale), tratto dal manga Nono-chan di Hisaichi Ishii. Vita della famiglia Yamada (padre, madre, nonna, figlio studente, figlia ancora bambina, cane) nelle cui avventure e disavventure si ha una sineddoche degli altti e bassi della vita. Composto a strisce, ognuna introdotta da un titolo e conclusa da haiku (componimenti poetici di tre versi, tipici della cultura nipponica) famosi. si analizzano i rapporti marito-moglie, genitori-figli, le difficoltà di tutti i giorni nel conciliare affetti famigliari e routine lavorativa, con un senso di racconto universale che forse solo i Peanuts di Schulz sono stati in grado di conferire all'arte del disegno. La cultura zen, il senso estetico giapponese e la loro passione per la perfezione del gesto (evidente nella cerimonia della preparazione del tè) è evidente in questo film, dove si parte dai più minuti e banali particolari quotidiani per trasmettere verità universali sulla gioiadella condivisione, l'importanza dei sentimenti, il piacere delle piccole gioie della vita.
Discostandosi dall'estetica canonica dello Studio Ghibli, Takahata confeziona un prodotto che vuol riprodurre anche nella forma la semplicità dei contenuti proposti; ciò non toglie che il risultato visivo finale sia straordinario, specie nel delicato ricorso ad effetti speciali come l'illuminazione dei fari nella notte nell'episodio dei motociclisti.
Un film che dovrebbe essere studiato in qualunque scuola di animazione, e che dovrebbe essere visto da qualunque appassionato di cinema.
Potabile qualcuno degli epsodi più brevi.
Voto: 4/5

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