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Italia, festa o festini?

Creato il 14 febbraio 2011 da Antonio_montanari

Ma è festa o non è festa per i 150 anni dell'unità d'Italia? Il dubbio del CorSera è pure nostro. Unica certezza, sono quei festini che hanno spinto Giuliano Ferrara a tuonare da Milano contro puritani e giacobini, contro il golpe moralistico della Magistratura e i suoi metodi da inquisizione spagnuola, contro il giornalista Santoro, il costituzionalista Zagrebelsky già presidente della Suprema corte, il presidente Scalfaro ecc.


Ferrara ha invitato il premier a tornare ad essere quello del 1994, a parlare di economia dalla tv. Stupendamente perfido il titolo della Stampa, "L'odore del sangue resuscita Giuliano", con una chiusa altrettanto macabra: "Ferrara è tornato in campo. [...] Forse chissà, è tornato anche perché sente odore di battaglia finale, e l'idea di cercar la bella morte non lo disturba, anzi". Certo è che Ferrara per natura è portato ai toni esagerati. A 17 anni, nel marzo 1968 di Valle Giulia, Ferrara ha il loden, i riccioli al vento ed un bastone in mano. Se avesse trovato la testa di un avversario da colpire, l'attrezzo sarebbe stato pronto per l'uso. Nel 1995 dichiara che "Chi è sempre una cosa sola è un cretino".


Il 18 giugno 2009 dal Foglio inizia una sua personale battaglia: "Berlusconi deve liberarsi della molta stupidità e inesperienza politico-istituzionale che lo circonda". Già l'anno prima la signora Brambilla aveva indicato in Ferrara l'uomo capace di "riportare la politica sul terreno anche delle idee e dei principi" nel suo partito.


Lo stesso 12 dicembre nella stessa Milano, i ragazzi della nuova destra di Fini contestano il Giornale di casa Berlusconi, al grido sommesso di "tornate ad essere quelli dei tempi di Montanelli". Il 1994 invocato da Ferrara è l'anno in cui Montanelli lascia il suo Giornale in dissidio con Berlusconi, di fatto nuovo editore dal 1990 tramite il fratello.


Nel 1995 chiudendo la Voce vissuta 12 mesi, Montanelli definisce l'Italia un pantano. Ha il consueto tono di disprezzo verso chi non la pensa come lui. Nel 1972, negli anni di piombo, accusò Camilla Cederna di drogarsi con l'afrore dei bombaroli. Tra loro c'era Pietro Valpreda indicato da Bruno Vespa in tv come il mostro di Piazza Fontana. Montanelli paragonava la Cederna alla soubrette Wanda Osiris. Stesso esibizionismo teatrale.
Se non festeggeremo i 150 anni dell'unità, potremo mettere a frutto la lezione dei festini e le parole di Nicole Minetti: la bellezza è un punto di forza, un potere che viene da dentro. [1028]

il Ponte, Rimini, 20 febbraio 2011


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