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Italia in crescita: nemmeno per scherzo

Da Pukos
Italia in crescita: nemmeno per scherzo

REF: il Pil che non cresce è una ‘doccia fredda’ per il Paese

Crescita zero  Buone nuove? Ma neanche per scherzo! Purtroppo non v’è nulla di buono all’orizzonte per quel che concerne il clima economico italiano, almeno in base a quanto elaborato di recente dal REF Ricerche in merito alla crescita del Paese. A parere dell’istituto, infatti, la crescita sarebbe pari a zero e con questa affermazione viene clamorosamente tagliata la stima dell’Italia proprio successivamente alla pubblicazione dell’ultimo rapporto Istat sulla produzione industriale.

Parola ai dati
A ben vedere, l’istituto di ricerche sull’economia e la finanza, elaborando i riscontri effettuati dall’Istat, ha sottolineato come i dati inerenti al primo trimestre, che mostrano un Pil con variazione timidamente negativa, hanno definitivamente rappresentato l’azzeramento delle aspettative di crescita. In altri termini, il REF ha considerato tali dati alla stregua di una “doccia fredda sulle speranze di ripresa”. Dunque, stando così le cose appare ormai inevitabile la scomparsa di qualsiasi aspettativa di crescita per quanto concerne l’anno in corso, anche perché l’istituto ha aggiunto che la stima del dato di produzione del mese di maggio “ha evidenziato un’ampia contrazione, e induce a ritenere che il secondo trimestre non farà molto meglio”.


Rapporto con altre stime

Ora, considerando che altri istituti che svolgono il medesimo lavoro del REF potrebbero non aver presentato nell’immediato i medesimi riscontri ai quali il REF è addivenuto, i ricercatori spiegano che l’indicazione per il 2014 “è leggermente più bassa rispetto alle più recenti stime diffuse dagli altri maggiori centri di ricerca nazionali (che hanno mediamente indicato incrementi compresi fra lo 0,2 e lo 0,3 per cento nel 2014) ma questo deriva con tutta probabilità dal diverso set informativo, considerando che siamo probabilmente fra i primi a diffondere una previsione realizzata dopo la diffusione del dato di produzione di maggio”. Stando così le cose, già nelle prossime settimane gli altri enti previsori potrebbero convergere con i dati elaborati dal REF, sottoscrivendo quindi il rischio di una variazione vicina allo zero. “Data la distanza che si sta materializzando fra l’andamento effettivo dell’attività economica e le stime governative che, per una volta quanto gli altri previsori, avevano sovrastimato la crescita per l’anno in corso, il quadro congiunturale dei mesi a venire acquisisce un particolare significato”, continua il REF chiarendo che al momento il punto sta nello “stabilire in che misura la ripresa italiana sinora non sia ripartita per un semplice ritardo dell’attività economica rispetto agli indicatori qualitativi, oppure se la fase di stagnazione tenderà ancora a protrarsi. In questa seconda ipotesi anche lo scenario 2015 verrebbe rivisto al ribasso nei prossimi mesi e l’intero biennio 2014-2015 si ritroverebbe a cumulare un ampio gap di crescita rispetto allo scenario che aveva fatto da sfondo alla programmazione della nostra politica di bilanci”. Fonte: FiscalFocus

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