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Italy in a Day, ovvero ode alla bellezza

Creato il 29 settembre 2014 da Davideciaccia @FailCaffe

L’equinozio d’autunno ha segnato la mia ennesima crisi della coscienza civica, dei valori della vita e del senso del mondo. Se di queste cose non ve ne sbatte un cazzo, potete smettere di leggere qui.

L’altro giorno ho detto ad una persona che non ho la tv da circa 8 anni, che non la guardo, non mi manca e vivo benissimo anche così. È rimasta sconvolta tutto il giorno. Continuava a chiedermi Ma davvero? E cosa fai la sera? Parlo con le persone che vivono con me! E se sei da sola? Leggo. E i film? C’è internet. Lei mi ha spiegato che in casa sua sono in due e hanno tre tv, e la tv è sempre accesa, e ne vogliono comprare un’altra. Buon per voi, farete girare l’economia. Però la cosa mi ha fatto riflettere. Viviamo tutti nello stesso mondo, talvolta nello stesso quartiere, nelle stesse case, ma siamo chiusi nei nostri universi paralleli, anzi no, universi secanti. A volte ci incrociamo, ci contagiamo, lasciamo un po’ del nostro universo in quello di un altro e ne prendiamo un pezzettino. Passiamo la vita ad attraversare universi. Il più delle volte ci circondiamo di nostri simili, o per lo meno ci proviamo. Ma quando capita di inciampare in qualcuno completamente diverso da noi, la domanda rimane “Come cavolo è possibile? Come abbiamo fatto ad arrivare ad oggi senza far implodere il pianeta?” Gli umani sono degli esseri meravigliosi. Complicati, incoerenti, ma incredibilmente meravigliosi.

È quello che ho pensato anche alla fine del film Italy in a day, che, tanto per spezzare una lancia a favore della tv, è passato su Rai3 sabato sera (non chiedetemi come ho fatto a vederlo se non ho la tv… solo Google lo sa). A quanto pare in tv ogni tanto passano delle cose molto molto carine, come questo progetto di film partecipato, con la regia di Gabriele Salvatores. Il progetto nasce da un’idea di Ridley Scott, che già nel 2011 aveva realizzato il primo grande social-film della storia del cinema. Life in a day, - no, non l’ho ancora visto – aveva raccolto i filmati degli utenti di Youtube che hanno partecipato, girando nelle ventiquattr’ore del 24 luglio 2010 da ogni angolo del mondo. Era, ovviamente, stato prodotto e distribuito da Youtube stesso. Salvatores invece, ha chiesto agli italiani in Italia e all’estero (meglio del voto per le politiche), di girare momenti più o meno importanti della giornata del 26 Ottobre 2013 (perchè proprio quel giorno neanche Wiki lo sa).

Le 2.200 ore di video hanno preso forma e dato vita, grazie al montaggio, ad un racconto corale, ad una sorta di diario collettivo, come pare l’abbia definito il regista. Il docu-film, presentato anche a Venezia, ha riscosso un sacco di attenzioni e una critica molto positiva. Passato solo il 23 Ottobre in contemporanea in molte sale italiane, ad un anno preciso dalle riprese ha conquistato Rai3 con  l’8,84% di share, per un totale di 1.896.000 spettatori, dicono. Il racconto è poetico ed emozionante. Racconta delle piccole e grandi lotte quotidiane, di momenti che si susseguono e di punti di vista che si mescolano alle risate di tutti i giorni, dalla sveglia all’ultima passeggiata notturna. Dai grandi avvenimenti della nostra vita – vite che vengono al mondo, matrimoni – ai più banali sorrisi. Le testimonianze sono senza dubbio autentiche, perchè in fondo l’Italia resta il popolo di poeti, santi e dei navigatori, che altro non sono che cantastorie.

E bisogna ammette che se siamo ispirati riusciamo a compiere grandi imprese. Devo dire che il regista si è guardato bene dall’inserire immagini di gente svaccata sul divano a guardare la tv, a giocare col tablet o a farsi un selfie con lo smartphone. Nessuna rissa per un parcheggio, nessuna infrazione underground. Qualche momento triste ma misto a commozione, giusto per incoraggiare la blanda lotta dietro gli schermi e le tastiere.

È anche vero che forse ogni tanto un po’ di bellezza di questo paese bisogna pur mostrarla per ricordarci che ne abbiamo, sepolta sotto tutti i detriti dell’eco-mafia. E di bellezza, effettivamente ne abbiamo tanta, e anche di forza, di fantasia e di coraggio. Siamo meravigliosi come la nostra terra, quando vogliamo.

“Conosci la terra dei limoni in fiore,

dove le arance d’oro splendono tra le foglie scure,

dal cielo azzurro spira un mite vento,
quieto sta il mirto e l’alloro è eccelso,
la conosci forse?
Laggiù, laggiù io
andare vorrei con te, o amato mio!”

(Johann Wolfgang von Goethe – “Mignon, sull’Italia”, in: “Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister”)

 

Il fatto è che se sei circondato di bellezza non puoi che emanare bellezza e spargerla e contagiarne ogni cosa. La bellezza di iniziare il giorno prima di tutti per informare il pane, la bellezza della prima guida in cui non si spegne la macchina, la bellezza dell’intimità della vita domestica, del tuo cane, di tua nonna. Hai idea di quant’è bella tua nonna? Ma noi italiani, o forse noi umani, ci dividiamo tendenzialmente in due categorie:  i cacciatori di bellezza e le prede del dolore. Per me le prede del dolore sono quelle che vivono davanti alla tv nell’attesa di ascoltare la storia della prossima ragazzina stuprata per mesi e mesi prima di accorgersi che la vita gli sta passando davanti mentre sono distratti dai pacchi della prima serata, sono quelli che si scordano i figli a scuola presi dalle slot machine del tabaccaio, sono quelli che per non pensare al proprio dolore, provano a  istigare altro dolore.

Gli altri sono quelli che si fanno le domande, che esplorano, che sperimentano, che scoprono, che raccolgono le cartacce, anche se non sono loro, per rispetto della natura. Infondo non abbiamo che una sola vita da riempire, e sarebbe meglio riempirla di bellezza, no? E a quegli altri vorrei dire, alzatevi e andare a cercare la bellezza. Quando la trovate prendetevene cura, preservatela dalle prossime catastrofi. Perchè il dolore sarà sempre di più e la bellezza sempre meno. Abbiamo una sola vita, per il tempo che ci resta, se questo mondo non ci piace, proviamo a riempirlo di bellezza. Lottate per la vostra terra, per la vostra vita, combattete per quello che avete e per quello che vorreste, dimenticate le cose tristi e lasciate che la gioia vi invada. Insegnate la bellezza ai bambini, riscopritela nei vecchi. E spegnete quella cazzo di tv.

 


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