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iTunes killed the radio star

Creato il 23 marzo 2011 da Giacomobiasci
di giacomobiasci

Leona Lewis American IdolUna parte del fatturato di una major viene investito nel talent scouting: investire in nuove voci, in nuovi personaggi, con la speranza che, un domani, possano entrare in classifica. Già negli ultimi anni alcuni artisti emergevano grazie ad altri media: basti pensare a tutti i reality che nei palinsesti di tutto il mondo cercano di lanciare nuove voci (e sopratutto volti) nel panorama musicale, come X-Factor, Stars Academy, American Idol, solo per nominarne alcuni. Solo chi arriva nei primi posti nella classifica del programma, tramite il sistema di televoto, può ottenere un progetto discografico. Pensiamo al fortunatissimo caso di Leona Lewis. Ma, anche se in questo modo il pubblico partecipa tramite un sistema di televoto, il programma è un pacchetto preconfezionato, dove sono i parametri televisivi a fare da padrone, e , soprattutto, i candidati iniziali sono passati da una selezione condotta da “pochi”. Internet ha favorito notevolmente il talent scouting rendendolo, in potenza, accessibile a tutti. Posso creare delle canzoni unicamente utilizzando un computer domestico, aggiungere le tracce ottenute nel mio Myspace, nel mio blog, su Youtube e sperare di ottenere un buon passaparola nella comunità del Web, scatenando l’effetto viral. Oggi, milioni di normalissime persone hanno gli strumenti e i modelli di ruolo per diventare produttori amatoriali. E alcune avranno anche talento ed immaginazione. Sono tante le stelle della musica odierna che sono “nate” nel Web, passando da fenomeni della Rete a stelle internazionali della musica. I One Republic devono il loro successo alla community di Myspace. Dopo un inizio non facile (contratti discografici di breve durata, insicurezze del gruppo se andare avanti o no), diventarono uno dei gruppi più celebri su Myspace. Dopo questo successo nella Community, arrivò il tanto atteso contratto con la Mosley Record Group, casa discografica del rapper Timbaland, da cui nacque il successo planetario che li hanno portati nelle classifiche di tutto il mondo, Apologize. Lily Allen è un’altra artista che deve il suo successo a Myspace. Nel novembre 2005 la cantante, praticamente sconosciuta, iniziò a pubblicare demo nel suo Myspace. Le tracce ebbero così tanto successo, con un Lily Allenpassaparola massiccio all’interno e al di fuori della Community, che si passò alla stampa del singolo “LND”. Nel luglio del 2006 il suo primo album (Alright, still) fu distribuito a livello europeo. Un altro caso di visibilità grazie al Web (questa volta in un blog) è quello di Katy Perry. Il suo primo singolo “U’re so Gay” fu proposto nel blog di Perez Hilton nella sezione “Music Minute”, dove il blogger propone la sua musica preferita, e, molto spesso, artisti emergenti. Già questa promozione aumentò le vendite del singolo, che subirono un impennata. La conseguente distribuzione internazionale arrivò quando Madonna, in un’intervista radiofonica, affermò che “U’re so Gay” era la sua canzone preferita del momento. Prima per scoprire nuova musica, ci dovevamo affidare a media come la radio ed emittenti televisive. Questi costituivano la parte più importante per la promozione della musica. Oggi gli ascoltatori spengono la radio tradizionale ed “accendono” Internet, il telefono cellulare e le tecnologie interattive e wireless. Così come gli utenti accaniti guardano il 38% in meno di televisione, la radio sta perdendo terreno in favore dei mezzi digitali o forse si sta trasformando in uno di essi. Questo fatto si può spiegare in parte perché il marketing e la distribuzione della musica non sono più essenzialmente inseparabili. I fan e i consumatori dispongono di opzioni più comode e più innovative per scoprire nuova musica, tra cui Internet, i videogiochi, la televisione e il passaparola tra amici attraverso la posta elettronica, l’istant messaging o le reti sociali e gli user group. I servizi di musica digitale come iTunes, Musicmatch, Rhapsody, MSN e Virgin Digital rivelano che le strutture comunitarie sono i principali motori di scoperta della nuova musica. Nell’era di Internet ho molte possibilità in più per accrescere la mia conoscenza dell’universo della produzione musicale. Pensiamo ai consigli che gli store digitali ci propongono come “persone che hanno acquistato questo e che hanno acquistato anche quest’altro”, i blog, i forum, le reti di amicizie dei social network. Posso accrescere le conoscenze di un artista che già mi è noto, ma di cui non conosco la discografia completa. Con pochi clic la mia cultura musicale su quel determinato artista può aumentare notevolmente: biografia, discografia completa, tracce demo non pubblicate ed anche un po’ di gossip. Il sito ufficiale di un artista è solo la punta di un iceberg delleMusic Internetinformazioni reperibili: ovvio che ho solo notizie ufficiali, ma posso anche affidarmi ai vari siti non ufficiali, ai forum dedicati all’artista per avere notizie non confermate, ma che a volte diventano poi ufficiali. Non è altro che la rivoluzione portata dal giornalismo on-line, fenomeno nato durante il caso sexgate (1998), dove la notizia della relazione del Presidente Bill Clinton con Monica Lewinsky fu pubblicata prima dal “Drudge Report”, giornale online e non certo fonte accreditata per le news, che dai quotidiani tradizionali. Questo fenomeno ha investito anche la musica: possiamo, per esempio, apprendere da qualche post di un forum che il nostro cantante preferito organizzerà a breve un tour, prima ancora della notizia ufficiale. Ma oltre alle notizie riguardanti artisti già noti, abbiamo la possibilità di conoscere nuova musica, canzoni ed artisti che prima passavano inosservati dai media tradizionali. Ed è questa “altra musica” a fare la differenza.

Enjoy!


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