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James joyce, dedalus

Da Silvy56
JAMES JOYCE,  DEDALUS
Una ragazza gli stava davanti in mezzo alla corrente: sola e immobile, guardando verso il mare. Pareva una creatura trasformata per incanto nell’aspetto di un bizzarro e bell’uccello marino. Le sue lunghe gambe nude e sottili erano delicate come quelle di un airone e intatte, tranne dove una traccia smeraldina di alga era restata come un segno sulla carne. Le cosce, più piene, sfumate come l’avorio, erano nude fin quasi alle anche, dove gli orli bianchi dei calzoncini erano come un piumaggio di soffice peluria candida. Le sottane color ardesia erano audacemente rimboccate alla vita e le pendevano dietro a coda di colombo. Aveva il seno come quello di un uccello, morbido e delicato, delicato e morbido, come il petto di una colomba dalle piume scure. Ma i suoi lunghi capelli biondi erano infantili: e infantile, toccato dal miracolo della Bellezza mortale, il suo viso. Era sola e immobile e guardava verso il mare; e quando si accorse di Stephen e dei suoi sguardi adoranti, gli volse gli occhi in una tranquilla tolleranza del suo sguardo, senza mostrare né vergogna né civetteria. (…) Gran Dio! – gridò l’anima di Stephen in uno scoppio di gioia profana. (…) Un angelo selvaggio gli era apparso, l’angelo della giovinezza e della Bellezza mortale, un messaggero delle giuste corti della vita, per spalancargli innanzi in un attimo d’estasi le porte di tutte le strade dell’errore e della gloria. Avanti! Avanti! Avanti!---------------- (James Joyce – da 'Dedalus')

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