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Jeff Smith e Charles Vess: Bone. La principessa Rose

Creato il 29 maggio 2012 da Martinaframmartino

Jeff Smith e Charles Vess: Bone. La principessa RoseDagli sguardi che ricevo dai miei colleghi sembra che a volte noi appassionati di fantasy viviamo in un mondo a parte. Sì, è vero, oltre che sulla Terra io vivo anche a Westeros, a Randland, nel Kitai, su Darkover, nel mondo di Roshar, a Videssos, nell’impero dei Drenai e in un’infinità di altre località, ma fisicamente mi trovo a Milano, ho una famiglia, un lavoro e penso anche dei normali rapporti umani con le persone che mi circondano. Però quando vedo tomi giganti in cui potermi tuffare non resisto e appena posso mi immergo al loro interno. E se mi piacciono cerco di rimanere il più possibile in quelle ambientazioni, anche grazie a sequel, prequel e spin-off. Così, quando con Marta (che, salvo rarissime eccezioni, non legge fantasy) abbiamo iniziato a parlare del prequel di Bone, Daniela ha scosso la testa, ha dichiarato che noi viviamo in un modo a parte e se n’è andata.

Bone di Jeff Smith è un fumetto straordinario. Oltre 1300 pagine per una saga fantasy epica ma condita da una tale quantità di scene umoristiche, dovute proprio ai tre Bone, da far diventare spesso il tono della storia molto leggero anche se il pericolo è terribilmente reale, e da assicurare un divertimento continuo.

Ieri ho letto il prequel, La principessa Rose, e quando, nel corso del 2012, Bao Publishing pubblicherà anche Racconti intorno al fuoco (un altro prequel? un sequel? uno spin-off?) leggerò anche quello.

La principessa Rose è, ovviamente, la nonna di Thorn, e la storia ce la mostra come una giovane principessa ancora in fase di addestramento insieme a sua sorella Briar. Oltre a lei ritroviamo anche il vecchio… pardon… il giovane Lucius e il grande drago rosso, ci vengono spiegati altri dettagli sul Signore delle locuste, sorridiamo nel sentir parlare di mucche in presenza di Rose (alcune scene si capiscono meglio avendo già letto il volume principale) e scopriamo alcuni importanti retroscena. Certo, sapendo come si evolveranno le cose c’è anche un forte dispiacere per un’azione compiuta nel modo sbagliato. Azione che comunque ha consentito la nascita della saga, perché se i “buoni” non commettessero mai errori spesso la storia finirebbe ancor prima di cominciare.

La trama è molto bella, anche se in qualche punto avrei voluto che fosse stata sviluppata un po’ di più. Però bisogna tenere presente che quel che noi leggiamo in forma di volume è nato come una sequenza di fascicoli, e Smith aveva bisogno di mantenere nel numero di pagine a sua disposizione un frammento di storia abbastanza significativo e compiuto in sé perché i lettori acquistassero anche il numero successivo, altrimenti la sua fonte di reddito avrebbe finito col prosciugarsi. E così ecco che in un volume il passaggio fra un fascicolo e l’altro a volte è un po’ rigido, e a volte le spiegazioni o le scene devono essere compresse in poco spazio per stare all’interno del singolo fascicolo, ma si tratta di pecche minori.

Mancano i Bone, e non poteva essere altrimenti. La storia di Bone si svolge interamente nella Valle, da quando fuggono da Boneville a quando trovano il modo di ritornarvi. Ma prima loro non sapevano nulla di quelle terre e della gente che ci abita, quindi è ovvio che in un prequel ambientato due generazioni prima non possano esserci. Si può ancora scrivere Bone sulla copertina di questo libro? In teoria no, ma illustratore ed editore lo fanno in modo che tutti sappiano che compaiono alcuni personaggi della saga più grande. Certo si è perso il tono spensierato dato dai tre Bone, ed è un po’ un peccato, anche se la storia si regge comunque in piedi da sola.

Il difetto principale secondo me sta nelle illustrazioni. Sì, lo so che Charles Vess con questo volume ha vinto il Premio Eisner, ma a me i suoi personaggi non piacciono. Gli sfondi sono bellissimi, la tecnica, mi pare acquerello e china, rende bene l’atmosfera fantasy, ma i personaggi sono proprio brutti. Sono brutti i lineamenti, a mio parere mal disegnati, e anche la coloritura non riesce a dare un’impressione di profondità. Sulle creature fantastiche, draghi e rattodonti, non c’è problema, ciascuno li può immaginare come vuole, ma gli esseri umani, specie quando sono visti in primo piano, sono una delusione totale. Goffi. Deformi. Inespressivi.

Nella saga principale i disegni erano in bianco e nero. Questi fanno più scena, ma a me la cosa importa poco. Il disegno può essere bello anche senza colore, è semplicemente una modalità espressiva diversa. E, tranne che per una manciata di tavole, i disegni di Smith mi piacciono molto. Spero che i Racconti intorno al fuoco li abbia illustrati lui. Vess mi era piaciuto abbastanza in Istruzioni. Tutto quello che devi sapere per il tuo viaggio, con testo di Neil Gaiman, ma lì non c’erano esseri umani a mostrare i limiti grafici dell’autore. Qui sì, e a ben guardare sono visibili anche nella preview disponibile sul sito dell’editore: http://www.baopublishing.it/view.php?section=comicbooks&id=42.

Malgrado questo, la lettura è molto bella e la storia è un’ottima integrazione alla famosa saga di Jeff Smith.



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