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Quando a 19 anni si è già una certezza dello sport italiano, allora forse nel proprio DNA vi è qualcosa di speciale. Jessica Rossi si è rivelata al mondo nel 2009, quando ha vinto praticamente tutti i titoli della fossa olimpica femminile, Europei e Mondiali inclusi. Positivo anche il bilancio del 2010, arricchito da un bronzo iridato e da un argento nella finale di Coppa del Mondo. Nella stagione attuale, tuttavia, la campionessa di Crevalcore ha subito diverse critiche per aver fallito l'ingresso in finale sia agli Europei che ai Mondiali, dimenticando, però, un primo ed un secondo posto nelle prove di Coppa del Mondo che le sono valse in anticipo la qualificazione all'atto conclusivo di questa competizione. Insomma, il livello tecnico-agonistico di Jessica Rossi non si discute; al contrario, bisogna tutelare un talento cristallino destinato a segnare un ventennio di storia dello sport italiano. Jessica è decisa ed ambiziosa, proiettata con grande convinzione verso l'olimpo del tiro a volo.
Tiriamo le somme della tua stagione: bilancio positivo?"Al 50% è un bilancio positivo. Su due gare di Coppa del Mondo ho ottenuto un primo ed un secondo posto. Mi dispiace aver mancato l'ingresso in finale ai Mondiali, ma ciò è accaduto per soli 2 piattelli: il livello generale di queste competizioni si è molto alzato, quindi per vincere serve quasi la perfezione. Io, comunque, mi sento in forma ed il mio vero obiettivo stagionale è rappresentato dalla finale di Coppa del Mondo cui mi sono qualificata in anticipo".
A soli 19 anni hai già vinto praticamente tutto: nel tuo palmares manca solo l'oro olimpico. E' il tuo vero obiettivo?"Chiaramente nella mia testa ci sono le Olimpiadi, tuttavia al momento preferisco non pensarci. Inoltre dovrò meritarmi la partecipazione: sebbene io abbia conquistato la qualificazione a Londra 2012, la carta olimpica non è nominale, bensì assegnata alla nazione, dunque spetterà alla Federazione convocare l'atleta che reputerà avere maggiori possibilità".
Quale avversaria temi maggiormente in ottica Cinque Cerchi?"Devo dire che la cinese Yingzi Liu (che ha appena vinto i Mondiali, n.d.r.) è diventata la mia vera rivale, di cui temo soprattutto la grande costanza di rendimento. Attenzione anche alla crescita della sanmarinese Alessandra Perilli".
Nel 2009 eri praticamente imbattibile: ti capita di ripensare a quella stagione? Per te rappresenta uno stimolo a ripetersi o una fonte di pressione?"E' normale che ci penso. All'epoca le mie vittorie destarono scalpore perché un'impresa simile, ovvero rimanere imbattuta per tutta la stagione, non era mai riuscita a nessuna atleta. Avevo 17 anni, dunque quei risultati furono anche il frutto dell'incoscienza. Comunque non è un peso per me, bensì uno stimolo per provare a ripetermi. Io ho ancora tanta fame di vittorie".
Vista la tua giovane età, ti piacerebbe segnare un'era non solo del tiro a volo, ma anche di tutto lo sport italiano?"Posso riuscirci. Attualmente la Polizia mi garantisce un posto fisso, permettendomi di allenarmi e di inseguire i risultati. E' chiaro che in queste condizioni posso continuare a gareggiare sino a 40 anni e per questo li ringrazio".
Hai toccato un argomento molto dibattuto nelle ultime settimane: si dice che molti giovani, entrati a far parte dei corpi militari, si adagino sugli allori e perdano lo smalto delle rassegne juniores: che ne pensi?"E' vero, molti ragazzi si vedono arrivati nei gruppi sportivi, paghi dello stipendio a fine mese. Secondo me, invece, anche per una questione di rispetto, l'atteggiamento dovrebbe essere il contrario. Proprio perché Esercito, Polizia, etc. di garantiscono la possibilità di praticare la tua disciplina grazie ad un importante contributo economico, bisognerebbe ripagare la loro fiducia a suon di prestazioni e buoni risultati".
Nel tiro a volo moderno la componente mentale è divenuta più importante di quella tecnica?"La tecnica è sempre importante, però le gare si vincono con la testa. Soprattutto dopo un errore, bisogna essere bravi a resettare immediatamente la mente ed a guardare al piattello successivo. Io, ad esempio, ho commesso questo errore agli ultimi Mondiali. Lo scorso anno ho letto "Leader di te stesso", un libro che mi ha aiutata molto sotto questo punto di vista ed il cui autore, Roberto Re, mi affianca ora nella vigilia delle gare".
La concorrenza internazionale diventa sempre più pressante e pericolosa: quale futuro intravedi per l'Italia in questa disciplina?"Siamo sempre stati la nazione dominate nel tiro a volo e penso che resteremo al top. Infatti possiamo contare su ottimi tecnici e la Federazione lavora in modo ottimale. Inoltre possediamo le giuste risorse per primeggiare, basti pensare che i fucili delle nazioni straniere vengono prodotti in Italia. Certo, sarà sempre più difficile vincere, ma nella lotta noi ci saremo sempre".
Nonostante i tuoi tanti successi, il nome ed il cognome di Jessica Rossi sono sconosciuti a gran parte degli italiani: come mutare la cultura calciofila del nostro Paese?"Guarda, sono disperata. Il calcio ha veramente stancato e non capisco perché si segua solo quello. Tutte le altre discipline vengono definite 'minori', tuttavia sono proprio quelle che portano le medaglie e le vittorie. Per quanto riguarda il tiro a volo, bisognerebbe maggiormente reclamizzarlo sui giornali ed in Tv, anche se in questo senso, grazie a Raisport, sono stati compiuti dei passi in avanti".
Federico Militello
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