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John A. Warden III – Col. USAF (Ret.) ufficiale, gentiluomo, pensatore e stratega eccellente, creatore della campagna aerea che vinse la Guerra del Golfo.

Creato il 27 aprile 2012 da Antonio Conte

di Mariana Costa Weldon — L’anno scorso ho scoperto per caso un libro molto interessante. Questo il titolo: John Warden and the Renaissance of American Air Power [letteralmente tradotto John Warden e il Rinascimento della Potenza Aerea Americana], di John Andreas Olsen, ufficiale dell’Aviazione Norvegese ed esperto di cose strategiche nel suo paese e nel mondo.

John A. Warden III – Col. USAF (Ret.)  ufficiale, gentiluomo, pensatore e stratega eccellente, creatore della campagna aerea che vinse la Guerra del Golfo.

John Warden III, the Air Campaign, Planning for Combat

Il libro di Olsen, che ho acquistato immediatamente dalla Potomac Books Inc., Virginia/USA, ha subito spostato la mia attenzione sul personaggio del titolo – John A. Warden III, Colonello dell’USAF (ora Ret.) – autore del libro the Air Campaign: Planning for Combat, che Warden scrisse nel 1986 quando frequentava il National War College (la Scuola di Stato Maggiore), e che vide luce di stampa nel 1988, con ristampa nel 1989 da Brassey Inc. L’edizione in mio possesso è del 2000 (casa editrice: toExcel Press, an imprint of iUniverse.com, Inc.) e contiene una nuova Prefazione e l’Epilogo sulla Guerra del Golfo.

John A. Warden III – Col. USAF (Ret.)  ufficiale, gentiluomo, pensatore e stratega eccellente, creatore della campagna aerea che vinse la Guerra del Golfo.
John A. Warden III è un uomo di gran carattere e intelligenza. Quando lo conobbi, a metà degli anni ’80, John era ufficiale e gentiluomo, le parti intercambiabili, ma non il “tipico pilota” nel linguaggio degli addetti ai lavori: infatti, non staparlava, non beveva smodatamente, non raccontava baggianate e non spettegolava, comportamenti abbastanza atipici in qull’ambiente. Egli non mostrava quel cameratismo ad oltranza che molti suoi colleghi ritenevano parte vincente e integrante di uno stormo.

Era, ed è ancora oggi, un uomo che da più valore al privato, alla famiglia e agli affetti, che mette in primo piano l’importanza delle buone maniere nei rapporti fra le persone, e che non mostra emozioni inutilmente. Per superiori, colleghi e subordinati John è aloof, distante; in realtà è semplicemente riservato, di buone maniere, grande idealista, amante della storia e della cultura. Un uomo quasi rinascimentale nei suoi gusti e comportamenti.

Pertanto, la sua cortesia formale andava a pari passo con un’apertura e una franchezza intellettuale coinvolgenti e sorprendenti; controversialmente, il suo entusiasmo lo trascinava, talvolta, e non gli faceva percepire la realtà immanente, tale mancanza di tempo o risorse. John A. Warden III è sempre stato un uomo controverso, benché brillante teorico di guerra aerea, architetto della campagna aerea nella guerra irachena: la mente dietro l’Operazione Desert Storm.

Nel suo primo libro, the Air Campaign: Planning for Combat, egli mette nero su bianco un metodo che ebbe modo di sviluppare durante la sua carriera di ufficiale e fighter pilot/pilota di caccia dell’USAF. Il suo metodo semplifica, rendendola accessibile, l’analisi di organizzazioni composite e complesse, esprime chiaramente il concetto innovativo e rivoluzionario di guerra parallela; mette in piedi, inoltre, un sistema d’addestramento radicale e innovativo, e sintetizza un modo di trattare e avvicinarsi innovativamente alla strategia del business.

L’interesse di quest’opera sta nel fatto che, il concetto principale di ‘nemico’ inteso come ‘sistema’ e le idee che ne derivano  e che vengono sviluppate in the Air Campaign, sono altrettanto pertinenti in un contesto d’affari, e altrettanto valide nell’affrontare le sfide e le competizioni quotidiane nell’arena professionale e lavorativa. Come afferma John, al di là del livello tattico, “ogni competizione si rassomiglia incredibilmente”.

“Le buone idee che applichiamo ad un settore, possono applicarsi, con successo, anche agli altri. I lettori di questa nuova edizione, che non sono militari professionisti, dovrebbero tenerlo a mente mentre leggono the Air Campaign; infatti, troveranno molti dei principi, ivi contenuti, applicabili alla loro professione, carriera, business. […] Mi pare che questo mondo, che si muove rapidissimamente e in cui ci troviamo, contenga un’idea chiara come l’acqua: l’unica strada al vero successo e alla differenziazione prolungata (sostenuta nel tempo) è quella di eccellere nella: valutazione, strategia e pianificazione. Tutto il resto si può copiare/imitare rapidamente e può essere usato contro di voi. Spero che tutti coloro che stanno leggendo questo libro, portino con sè i concetti utili per emergere nel proprio settore. Possano tutte le vostre campagne arrivare al successo.”¹

Questo suo modo di essere, di pensare, e di agire, lo fece entrare nella mia vita professionale. Egli trovò la mia esperienza – nel campo della formazione degli adulti, dell’addestramento professionale e del coaching, anche se all’epoca facevo altro, e nel training linguistico a molteplici livelli – utile ai suoi scopi di ottimizzazione della performance del suo Unit. Mi chiese, quindi, senza troppi indugi, di preparare un progetto a lungo termine per il suo staff operativo – tutte le persone chiave del suo comando, ufficiali, sottuficiali, avieri scelti, che erano di stanza in una specifica base NATO.

Secondo John, tutto il personale che operava in stretto contatto con i ‘natives’ doveva essere in grado di comunicare con buona autonomia e competenza nella lingua del posto. Non gli bastava che l’inglese fosse la lingua che tutti parlano nell’enclave aeronautico in cui ci trovavamo; per lui, era importante che la comunicazione scorresse a diversi livelli, e in diversi settori – dalla pista di volo, alla Torre, al circolo ufficiali e sottuficiali, nella canteen, nei BOQ and  nelle barracks, magazzino, logistica, TMO, insomma ovunque ci fossero contatti diretti e collaborativi di gestione.

Il progetto ebbe notevole successo – con uno o due casi non proprio eccezionali che lo confermarono – e rese un gran servizio a coloro che servirono sotto quel comando per tanti motivi ben identificabili. Ci fu un vero scambio, cross-cultural e umano, fra le varie realtà della base che creò, per la maggiore, un clima di lavoro molto più disteso di quanto abbia mai sperimentato in lunghi anni di collaborazioni su basi militari.

John ora è Presidente di Venturist Inc., www.venturist.com, una società che si occupa di consulenze strategiche e training di sviluppo basato su computer. Ha tenuto e tiene conferenze in molti paesi d’Europa e del mondo, ma mai in Italia.

¹Warden, John A. III, the Air Campaign: Planning for Combat, Foreword (pages x-xi) toExcel Press, an imprint of iUniverse.com, Inc. – traduzione dall’inglese, mcw

Mariana Costa Weldon


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