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John Steinbeck , Viareggio – “E’ proprio un paese per me questo…”

Da Paolorossi

Vederlo ora, sotto la pergola di un ristorante alla moda nel porto di Viareggio, un ristorante dove giunge sulle alzane del vento gagliardo odor di pesce e d'alga, vederlo attendere docile docile - lui sempre tanto impetuoso - il piatto di pesce al cartoccio che Angelo gli sta preparando, è un po' uno scoprire un nuovo Steinbeck, sempre meno truculento e sempre più amabile borghese, che assapora la gioia di una gioconda ospitalità di amici.

Di là dalla staccionata che ci separa dalla strada, ci sono i "vàgeri" viareggini, i vecchi lupi di mare, il nugolo di pescatori, di marinai senza imbarco e gli eterni vagabondi delle darsene. E credo, in stupita attesa, i suoi vagabondi, gli eroi di "Furore", di "Pian della Tortilla", di "Uomini e topi", della "Battaglia", a guardare.

[...]

"Apprezzo per quello che indiscutibilmente vale, l'incomparabile lido viareggino. E' una delizia degli occhi, è un completo piacere scendere in questa ridente città."

[...]

"Non è la prima volta che vengo a Viareggio. Qualche anno fa ci venni a trovare mia sorella che ci viveva allora, e venni proprio dietro il suo pressante richiamo. Mi parlava nelle sue lettere, di questa città come di un luogo incantevole e, incantevole, sono contento di vedere che lo è davvero, nel suo sole, nella sua spiaggia che ho visto nel pieno dell'estate, ma ancora non conosco durante il suo famoso Carnevale. Ovvero lo conosco per averlo visto al television o al movie, non so più... Quelle bestie, quei draghi, quelle maschere gigantesche in movimento... e quei colori accesi, il rosso, il giallo, l'azzurro... eppoi il sole, il mare, gli specchi, il cielo... è proprio un paese per me questo...

Ho già nuotato nel vostro mare. In quel mare che mia sorella assicurava fosse diverso da quello di tutto il mondo. Trovo che aveva ragione del suo entusiasmo. Le sono grato di avermi pilotato qua a Viareggio e, come vedete, non lascio l'occasione di assaporare il piacere di ritornarci!"

[...]

"E il job?"

"Il job è lontano. Il job è in America che aspetta. L'Italia è troppo bella. Si, non c'è tempo neppure per il solo pensiero di dover lavorare... Qui si vive finalmente, oh boys, qui si vive..."

( Tratto da "Incontro con John Steinbeck a Viareggio" articolo di Emilio Bertuccelli pubblicato su "Viareggio in maschera" rivista ufficiale del Carnevale di Viareggio del 1968 )

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