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Juan solo

Creato il 15 settembre 2014 da Lafirmacangiante
(di Alejandro Jodorowsky e Georges Bess, '95/'99)
JUAN SOLONon si può dire che la collana Cosmo Color USA dell'Editoriale Cosmo non sia partita con il piede giusto presentando quella che è considerata una delle opere minori dell'autore cileno Alejandro Jodorowsky. Opera minore ma comunque di grande interesse. Juan Solo è una serie di facile fruizione, almeno relativamente, l'aura di ermetismo che aleggia intorno ad alcuni lavori di Jodorowsky qui non è presente, simbologia e surrealismo sono ridotti al minimo, ciò nonostante la storia di Juan Solo non è affatto definibile come ordinaria o convenzionale.
La triste vicenda di Juan Solo si apre con un finale cristologico del quale scopriremo tutte le sfumature soltanto in conclusione del quarto e ultimo albo della serie. E' una sequenza forte quella di un uomo, che evidentemente non è il Cristo, portato alla croce in un deserto di chiara impronta Sudamericana, un uomo che pronuncia quelle che forse saranno le sue ultime parole: "Ecco... lasciatemi solo... come sono sempre stato... fin dalla nascita...".
Juanito nasce in una discarica, abbandonato perché deforme, nato con una coda di cane viene trovato e accudito dal nano travestito Mezzolitro, prostituta ributtante che sfama il piccolo attaccandolo alle mammelle d'una cagna e dandogli un revolver come ciuccio. Due storie tristi che legano e crescono senza colpa tra miseria e violenza. Nel momento della loro separazione a Juanito resterà solo il revolver.
Il Juan adulto sarà un uomo diretto discendente della sua infanzia, un uomo violento e spietato in cerca del suo posto al sole, insensibile ai valori dell'amicizia e della vita come può esserlo solo chi è cresciuto privo di speranza e prospettive. L'idea di Juan Solo è quella di mettere le sue losche capacità al servizio di qualche potente ritagliandosi così un piccolo posto in questo grande mondo.
JUAN SOLO
Nel raccontarci questa vicenda Jodorowsky, oltre a quelli già citati, esplora gli argomenti della fede e della mancanza della stessa, soprattutto al principio e alla fine di questa narrazione circolare, e pone molta attenzione sul potere, sulla corruzione che questo comporta, sull'oppressione che produce, sulla violenza che scatena. E' un racconto duro dove ossessione, violenza, cattiveria, lussuria e tradimento la fanno da padrone rendendo Juan Solo una lettura non per tutti i palati. Dietro a tutto questo c'è però una bella storia, un'ottima narrazione e ci sono le bellissime tavole del francese Georges Bess, collaboratore abituale dello scrittore cileno, che confeziona anche quattro splendide copertine che aprono degnamente i rispettivi albi.
Mi sembra che il tema della nuova collana, quella del grande fumetto d'autore, almeno in queste prime quattro uscite sia stato ampiamente rispettato.
JUAN SOLO

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