Katy Perry non sa cantare dal vivo.
Questa è la considerazione che si ripete tra i commenti ai suoi video su youtube, a dire il vero da parte soprattutto dei fan delle sue concorrenti Lady Gaga, Rihanna, Miley Cyrus e compagnia cantante.
La considerazione, in un certo senso, è fondata e soprattutto basata su degli exploit dal vivo sinceramente un po’ penosi dovuti principalmente a degli acuti che in alcuni casi sono diventati urla e ad un evidente difetto di respirazione durante il canto, evidente anche a chi di musica non se ne intende.
Il mistero (si fa per dire) però è che questo non avviene sempre.
Se vi capita di trovare online su itunes o in un negozio di dischi (più difficile) un MTV Unplugged dei tempi di One of the boys (2009), dove la cantautrice (si è anche autrice dei testi e compositrice) californiana ripropone i suoi pezzi in forma jazz con la chitarra acustica al collo, accompagnata da una band incredibile, rimarrete a bocca aperta. Oppure potete cercare su youtube il video della sua ospitata ad XFactor UK del 2011, o agli EMA del 2011 o altri live al chiuso in occasione di eventi importanti.
Poche, pochissime sbavature.
Certo poi se si cerca il genere Whitney Houston o Beyoncè o Adele, ci si sbaglia di grosso.
Katy Perry ha una voce “rotta”, irregolare, a tratti sofferta, che viene fuori solo dai suoi migliori live, con le canzoni riarrangiate in modo più “lento”, a tratti folk, meno esasperato rispetto alla versione in studio.
A proposito di lavoro in studio sto ascoltando il suo nuovo album, uscito in questi giorni, che si intitola Prism.
I brani sono per la maggior parte un tripudio di sonorità disco primi anni ’90, tutte possibili hit. Tutto benissimo, anzi ottimo, però mi aspettavo qualche divagazione in più dal genere danzereccio.
La produzione, i coautori e gli arrangiatori sono di primissimo livello, forse i migliori sul mercato discografico pop in questo momento e si sente. Ma Katy Perry merita di esprimersi anche su altri canali. Una perla: “By the grace of God”, da ascoltare dal vivo però, solo voce e piano, stando attenti alle parole.
Le sperimentazioni si trovano nei brani esclusivi della versione Deluxe dell’album: “Spiritual” – “It takes two” – “Choose your battles”.
Chi ha seguito Katy Perry “off the records” ancora una volta rimane un po’ deluso perché chi ascolta la reginetta del pop solo dai suoi lavori in studio, la parte migliore non riuscirà mai a conoscerla, ed è fatta di cantautori, composizioni alla chitarra e molta buona musica di altri autori, ascoltata e consigliata ai fan, cosa rara in un periodo di big della musica che ascoltano solo se stessi.
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