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L’abito non fa il monaco, la camicia fa lo scienziato

Da Bambolediavole @BamboleDiavole

Mercoledì scorso il fisico Matt Taylor, gioioso spiegava al mondo le fasi dell’atterraggio sulla cometa del lander Philae staccatosi dalla sonda Rosetta. Un’impresa ardua, un importante passo per la scienza. Ma al posto di crogiolarsi sugli allori è stato colpito da una bufera di critiche a causa del suo vestiario che lo ha portato a chiedere pubblicamente scusa in lacrime.

Il nostro fisico si è presentato al mondo dando ampio sfoggio dei suoi mille tatuaggi, indossando dei pantaloncini corti e una camicia con su disegnate delle pin-up.

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Immediata è stata la risposta di alcune scienziate su twitter, le quali hanno ben pensato di esprimere il loro dissenso alla scelta del collega utilizzando l’hashtag “shirt-gate“.

La camicia è stata considerata sessista e offensiva.

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I giornali si sono sbizzarriti: hanno ingigantito l’intera vicenda e hanno ben pensato di affibbiare, come al solito, la protesta alle femministe incazzate.

La faccenda mi ha davvero lasciato l’amaro in bocca e, in quanto femminista, mi imbarazza notevolmente. Trovo assurdo che Matt Taylor si sia dovuto scusare per una camicia che  di sessista non ha proprio nulla! Sarà bruttissima, ma come si suol dire: De gustibus non est disputandum o, come direbbe mia nonna, adduvi c’è gusto nun c’è perdenza (Dove c’è gusto non c’è perdita).

Siamo abituati a vedere pin-up da decenni e non mi pare che mai nessuno si sia lamentato di una Betty Page o di una Dita Von Teese  e la  camicia in questione altro non fa che rappresentare questi personaggi.

Quotidianamente media, social network, giornali ecce cc… ci propongono violenza e sessismo ma il tutto non suscita il clamore che una semplice camicia ha scatenato in meno di 24 ore. Le femministe organizzano proteste, sit-in, campagne contro il VERO sessismo, si scontrano quotidianamente con una società che vuole privare le donne dei propri diritti! Sinceramente, alle femministe poco importa  che camicia indosserà uno scienziato! Ma i giornali non ne parlano! Si parla di femminismo, femministe e diritti delle donne solo quando qualcun* usa la parola “sessismo” a sproposito, facendo diventare, nell’immaginario collettivo, l’intero movimento e chi ne fa parte una “setta di esaltati”.

Mi voglio dissociare da quelle persone, femministe e non, che hanno messo alla gogna un brillante scienziato per una camicia con le pin-up definendolo sessista. Quello non è il mio femminismo!

E mi dissocio anche da chi dice che poteva vestirsi diversamente per l’occasione. Non voglio giudicare le capacità di una persona dal suo vestiario.

Ancora una volta abbiamo avuto la testimonianza di come il “diverso” non sia ancora ben accettato e come nella società l’aspetto fisico è quello che conta: Come può Matt Taylor, muscoloso omaccione pieno di tatuaggi, venir considerato uno scienziato credibile se lo stereotipo affibbia caratteristiche ben diverse?

Mi chiedo: se non avesse indossato la tanto criticata camicia e si fosse presentato con un’anonima maglietta nera, lasciando visibili i suoi tatuaggi, ci sarebbero state delle critiche? Sinceramente credo proprio di sì. E tutta quella gente che ha dato del sessista al povero Matt, quando va a fare shopping, sta attenta a comprare capi d’abbigliamento pubblicizzati con campagne di marketing non sessiste? Si sente indignata e protesta allo stesso modo quando vede donne trattate veramente come oggetti?

Di lesivo nei confronti delle donne c’è solo la protesta sollevata! Una protesta che non aveva motivo di esistere e che va ad etichettare nuovamente il genere femminile come vittima.

Matt Taylor è stato dipinto come un sessista poco rispettoso del genere femminile e numerose sono state le invettive che tramite twitter gli hanno lanciato contro; ma i veri mostri sono altri e probabilmente indossano abiti più sobri e non hanno tatuaggi.

È triste notare come la gente sia  così abituata ad essere imbrogliata da gente incravattata che quando vede una persona che fa grandi cose senza giacca ha paura di essere presa in giro. L’inquisizione lasciamola al medioevo e iniziamo a giudicare le persone per le loro effettive capacità e non per il loro vestiario. Il povero Matt per un giorno ha sperimentato cosa significhi essere una donna ed essere giudicata per il suo aspetto fisico e non per le sue competenze.

Ps. Io sono ingegnera e a volte vado a lavoro con la maglietta dei Motor head, dovrò chiedere scusa anche io per il vestiario poco consono ad un ambiente lavorativo?

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