L'addio di Prodi al Pd: quando il fondatore non riconosce più la sua creatura

Che il fondatore di un partito non si iscrivesse più alla creatura da lui fondata era già capitato una volta, se non ricordo male, con Achille Occhetto, il fondatore del Pds che, dopo le dimissioni a seguito della sconfitta alle elezioni del 1994, rimase per un periodo iscritto allo stesso Pds e poi ai Ds, per poi aderire all'esperimento di una lista alle elezioni europee con Di Pietro nel 2004. Ora è capitato a Romano Prodi, il principale fondatore del Partito democratico, con il suo annuncio di non voler rinnovare la tessera e di non votare alle elezioni primarie del prossimo 8 dicembre. Il fondatore che non riconosce più la creatura che ha contribuito a formare: è un fatto che, come previsto, sta facendo discutere, e che rappresenta la presa d'atto che il progetto di un partito nato dalla confluenza di due comunità eredi dei due principali partiti di massa della Prima Repubblica (Pci e sinistra Dc) si è allontanato dal progetto iniziale - quello di rappresentare la sinistra di governo - per disperdersi in diatribe interne dietro le quali non vi sono visioni politiche in legittimo confronto, ma, unicamente, fazioni in lotta per il prevalere del leader di riferimento. La speranza è quella che, come è successo altre volte, la mobilitazione per le elezioni primarie funzioni da scossa.