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L’ambientazione nel fantastico – Puntata n. 3

Creato il 13 febbraio 2015 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Nella puntata precedente abbiamo parlato di cosa siano e di come vengano strutturati i personaggi all’interno di un’ambientazione. Questa volta ci occuperemo di un aspetto fondamentale che occorre delineare fin da subito. I luoghi. Reggete le parrucche bionde dei vostri orchi, stiamo per viaggiare!

NORD E SUD OPPURE EST E OVEST

All’interno di una serie di romanzi è facile cambiare luogo in cui si svolge una storia, passare da città in città e magari tornare indietro in luoghi conosciuti che il lettore conosce già. Le motivazioni che portano ad ampliare i luoghi visitati sono pressoché le stesse che implicano un’evoluzione nei personaggi: si tende a dare nuovi spunti e nuove situazioni.

La costruzione geografica può essere considerata uno dei capisaldi del creare l’ambientazione: da quello che sarà il luogo in cui ambienteremo le nostre storie, dipenderanno le classi con cui categorizzare i personaggi e le tradizioni, ma anche il vestiario e le tecnologie.

Prendete un abitante delle famose Dieci Cittadine de Le lande di ghiaccio (The Crystal Shard, 1988) e mettetelo nella città sotterranea di Menzoberranzan, tra le casate delle matrone drow, oppure nei templi yuan-ti delle giungle preistoriche di Chult. Vi renderete conto che ogni luogo nominato dal menestrello è diverso per una sommatoria di fattori che include persino le persone.

Menzo

Costruire un luogo dove ambientare la storia è per forza il primo passo? Ovviamente no. Si può scrivere di tradizioni, personaggi e molti altri aspetti dell’ambientazione senza curarsene della locazione o adattare tali fattori a città e paesi costruiti in seguito. Il procedimento è però meno capillare e rischia di lasciare ben più di qualche vuoto logico.

Si può costruire un’intera città senza curarsi di parlare di strade, ma focalizzarsi su interi quartieri, lasciando le descrizioni e lo specifico all’intreccio. Sia per un fattore di comodità, sia per stemperare un senso di staticità, è normale variare luoghi e dettagli. Strutture da costruire possono venire realizzate o palazzi ristrutturati.

Le città sono soggette a cambiamento molto più di altri luoghi e pertanto la loro descrizione deve essere precisa, in modo da non creare incongruenze.

I paesaggi rurali sono più statici, pertanto possono essere disegnati e lasciati inalterati anche per molto tempo. Infatti devono avvenire cambiamenti ben più profondi nel territorio per essere necessario un restyle dell’ambientazione.

L’avvento di fattori ambientali è un problema a cui non si deve pensare durante la stesura dell’ambientazione, a meno che non si voglia scrivere di un mondo prima o dopo tale cambiamento (per esempio un fallout nucleare), ma in quel caso l’ambientazione va basata su tale prerogativa anche su tutti gli altri aspetti.

Ultimo punto, le nazioni. Già perché città e territori insieme formano strutture più evolute, come i già citati drow di R.A. Salvatore si sono riuniti in città stato, così hanno fatto gli umani e le altre razze di superficie, formando stati veri e propri, come gli stregoni rossi del Thay oppure i regnanti della dinastia Obarskyr del Cormyr.

Map - Faerun - Ridotta

Oltre a essere l’unione delle città e dei territori rurali, le nazioni presentano governanti e regole che differiscono tra vicini e che spesso si conformano proprio al territorio e alle città, fornendo lo spunto di cui il menestrello parlava prima per gli altri aspetti dell’ambientazione.

UNIVERSI TASCABILI

Per questa puntata il menestrello ha già parlato di una delle ambientazioni geografiche più imponenti nel panorama del fantastico, ma se il mondo dei Forgotten Realms non fosse abbastanza, eccoci passare a un universo (è proprio il caso di dirlo) completamente differente.

Probabilmente si tratta del più imponente e vario mondo mai descritto nella fantascienza e dopo sei romanzi è ancora tutto da esplorare. Il menestrello parla del Ciclo dei fabbricanti di universi di Philip José Farmer. Un insieme di mondi artificiali in cui l’autore ambienta sei romanzi d’avventura (cinque più una sorta di spin-off, per la precisione), utilizzando un’ambientazione semplice e tuttavia molto dettagliata.

World2

Farmer usa come pretesto l’idea che una razza antichissima sia stata in grado di costruire dei veri e propri universi artificiali, collegati da portali extradimensionali che fanno da accessi più o meno sicuri per attraversare i mondi dei Thoan (la razza dei costruttori di universi). Ogni mondo è dunque fine a se stesso e come tale è diverso nella flora e nella fauna, ma anche nel clima e nelle usanze delle nazioni che li compongono.

Farmer sfrutta molto spesso le descrizioni per catapultare il lettore nelle sue trovate e disegna ogni mondo come il parco divertimenti di un semidio, capace perfino di deformare il mondo come una piramide a piani sospesa nello spazio, dove ogni terrazzamento presenta città e società diverse, con un’infinità di sfaccettature, che vanno dalle praterie alle giungle, arrivando fino a mondi completamente diversi dal nostro, dove le leggi della fisica differiscono in tutto.

Il pregio di Farmer nel descrivere gli universi artificiali è di riuscire a creare un sense of wonder sempre nuovo ogni volta che si attraversa un portale verso un altro luogo, fornendo continue descrizioni dei luoghi visitati dai suoi protagonisti, senza però appesantire la narrazione.

Ne Il mondo di Lavalite (The Lavalite World, 1977) è lo stesso pianeta su cui si svolgono gli eventi a fornire continue sorprese al lettore, cambiando faccia più volte nel corso della narrazione e benché Farmer lo descriva come un luogo poco piacevole, lascia a bocca aperta la facilità con cui il lettore riesce a vederne i continui mutamenti.

Infine la presenza di così tanti luoghi da esplorare e gli infiniti trabocchetti lasciati in giro, lasciano l’idea che ci sia sempre di più da vedere, che si possa guardare all’orizzonte senza vederne la fine, esattamente come farebbe una qualsiasi persona affacciandosi dalla finestra.

Anche per questa volta è tutto, alla prossima puntata!

Davide Zampatori



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