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L'antimafia della disperazione

Creato il 16 dicembre 2010 da David Incamicia @FuoriOndaBlog

L'antimafia della disperazione: imprenditore vende i suoi organi su Internet in segno di ribellione.
di David Incamicia
Da tempo si discute in Italia, anche con accenti molto polemici fra i rappresentanti della cosiddetta "antimafia delle chiacchiere" (la vasta rete di movimenti e associazioni operanti nella società civile) e quelli della "antimafia dei fatti" (coincidente, a livello di suggestione propagandistica, nientemeno che col governo nazionale), su quali strategie siano più efficaci per contrastare la criminalità organizzata, ancora troppo forte e strutturata, al di là degli arresti eccellenti frutto dell'encomiabile azione della magistratura e delle forze dell'ordine, e capace di soggiogare sul piano sociale ed economico vasti territori del Mezzogiorno e perfino del Nord evoluto, come sta venendo alla luce ultimamente.
Un imprenditore edile italiano, l'agrigentino Ignazio Cutrò, ha dichiarato di recente all'agenzia giornalistica France Presse che, dopo aver denunciato la mafia siciliana per estorsione ed essere fallito quando i clan gli avevano completamente sospeso ogni contratto, ha deciso di mettere in vendita su Internet i propri organi. La sua denuncia ha portato all'arresto per estorsione di otto persone. I clan mafiosi si sono quindi vendicati, facendo appunto in modo che fallisse. Cutrò, 44 anni, pur essendo cofondatore dell’associazione anti-racket Libera Terra, attivissima nella zona agrigentina con lo scopo di sensibilizzare i commercianti e gli imprenditori nella lotta contro la mafia, afferma di essere stato abbandonato a se stesso delle autorità.
L'imprenditore, che ha anche creato un blog (http://www.ignaziocutro.com/), durante l’intervista telefonica concessa a France Presse ha spiegato: "Vendo i miei organi per impedire che la mia azienda fallisca, e per cercare di avere ancora un tetto sopra la testa". Secondo lui, però, la mafia sta vincendo, poichè è riuscita a privarlo di ogni forma di sussistenza nel più totale silenzio e senza incontrare ostacoli: "Se ti rifiuti di pagare, ti distruggono. Hanno distrutto i miei beni, incendiato le mie proprietà". E ancora, racconta: "Ho ricevuto lettere anonime a casa. In una di queste era scritto: 'Vediamo se resti onesto quando sarai in coma o morto'".
L'antimafia della disperazione: imprenditore vende i suoi organi su Internet in segno di ribellione.
Nel suo blog, quale atto estremo di disperazione, scrive che gli resta "una sola cosa da fare per sfamare la sua famiglia: vendere i propri organi, a cominciare dai reni. Non crediate che stia scherzando. Sono disponibile per qualsiasi richiesta, sia che si tratti di reni o di una parte di fegato o di una gamba ( … ) Sono pronto a tutto per impedire alla mafia di vincere. Se qualcuno è interessato mi mandi una mail. Meglio morire in piedi che vivere in ginocchio. Che la mafia vada al diavolo, ribellatevi!".
Per Cutrò, dunque, al netto di ogni propaganda, lo Stato si lava le mani e non garantisce sostegno alle vittime della criminalità organizzata, perchè "non vuole affrontare direttamente la mafia". E' una tesi molto simile a quella espressa dal più noto scrittore antimafia Roberto Saviano, costretto a un'esistenza blindata e spesso all'emarginazione, anche da parte di settori delle istituzioni e dei media, per le sue "chiacchiere" che tanti fatti oscuri, tante connivenze, tanti interessi stanno smascherando. Perchè ci sono parole e parole, e quelle suffragate da puntuali e scomode inchieste giornalistiche, spesso, fanno più male di mille finti proclami. 
L'antimafia della disperazione: imprenditore vende i suoi organi su Internet in segno di ribellione.


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