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L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea

Da Gturs
L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea
L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea
L'Ape legnaiola, Xilocopa violaceaIn questi giorni il mio glicine ha raggiunto la sua massima fioritura. Uscendo in giardino e stazionandoci sotto, un ronzio continuo è il suono predominante. Si tratta della musica emessa dall'Ape legnaiola la Xilocopa violacea che trova nel Glicine il suo fiore preferito. Ho cercato di scattare qualche bella fotografia, ne ho fatte tantissime, quelle che ho pubblicato sono le migliori. Il saltare da un fiore all'altro avviene continuamente, una danza che non permette di mettere a fuoco l'immagine. Il loro colore nero unito al forte ronzio incute timore, un timore ingiustificato. Ho inviato le fotografie all'Entomologo Giancarlo Castello il quale mi ha fatto avere una scheda molto dettagliata come suo solito. Sono rimasta sorpresa quando mi ha scritto che l'esemplare da me fotografato era un maschio. Il sesso di queste creature lo si riconosce grazie ai due penultimi piccoli anelli delle antenne. Nel maschio sono di un colore tendente al rosso. Un particolare che mi era scappato. E si, i particolari sono importanti, ve ne ho parlato giusto una settimana fa...e questo lo dimostra!!! Devo cercare di essere più osservatrice.Vi lascio alla scheda di Giancarlo Castello.L’APE LEGNAIOLA E LE SUE NERISSIME CUGINEQuando ci rechiamo un po’ trafelati al pronto soccorso, persino i medici di turno, anche se preparatissimi sotto tutti i profili e così garbati da suscitare tutta la nostra stima, ci sembrano talvolta spaesati, alquanto incerti, e la cosa non è dovuta a incapacità professionale, bensì al tipo di cultura naturalistica che vige in Italia, lontana da certi settori della Botanica, ma ancor più dall’Entomologia, considerata spesso materia inutile, tranne che per pochi studiosi. Così, finché ci punge un insetto abbastanza consueto, ad esempio una vespa, il soccorso procede secondo canoni abituali, soprattutto giusti livelli di preoccupazione, in caso contrario non resta che andare per tentativi. In Italia gli insetti che possiedono un aculeo sono alcune decine di specie, senza considerare le zanzare (in Italia 62 specie) che esulano però dal nostro discorso, ed è quasi impossibile che la conoscenza di tutte le entità faccia parte di un normale bagaglio medico. Per questo si tende a curare in modo piuttosto generico, credo a volte persino esagerato, quando si tratta di specie la cui puntura non produce conseguenze di sorta. L’esempio più significativo è proprio l’insetto che presentiamo oggi, ovvero la Xilocopa violacea, detta “Ape Legnaiola” (Xylocopa: xylos = legno, kopto = incidere). Per evitare una logica a scompartimenti stagni è necessario considerare anche le sue due congeneri: Xilocopa iris e Xilocopa valga, al completo le tre Silòcope italiane, che può essere interessante imparare a distinguere.L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea LE TRE SPECIE ITALIANE DI XYLOCOPAPer prima cosa dobbiamo assolutamente spazzare il campo da un’idea del tutto sbagliata, circolante tra la gente che frequenta le campagne, gli orti o quant’altro. La nostra Silòcopa è nera. Questo è il dilemma: da ciò nasce la paura d’incontrarla. La Scienza ha dimostrato che il colore nero ci insospettisce, ci rende maggiormente paurosi e non fa pensare a niente di buono… Non ci si può stupire se la Silòcopa viene comunemente confusa con l’animale più pericoloso d’Italia, cioè il Calabrone. Ma il Calabrone cari amici è una vespa, Famiglia dei Vespidi: in Italia 21 specie, anzi, tra le vespe la più micidiale, permettetemi l’appellativo, tanto che ogni anno si contano in media almeno 150 morti per causa sua. Il Calabrone (Vespa crabro) è sì bello massiccio e grande fino a 5,5 cm, ma ha la testa gialla o color cuoio e il resto del corpo diviso in zone: marrone, nero e giallo. La sua puntura risulta molto pericolosa la seconda volta (con rischio di shock anafilattico), quando il fisico manifesta una reazione iniziale piuttosto evidente.L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea IL MICIDIALE CALABRONE (Vespa crabro)Al contrario, la nostra funerea Silòcopa, è in realtà praticamente innocua ed è stato accertato che reagisce pungendo solo se fortemente disturbata. Inoltre, a parte il consueto bruciore da pungiglione, non ci sono conseguenze e dopo un’ora anche l’arrossamento è scomparso. Essa appartiene infatti alla Famiglia degli Apidi, molto meno pericolosa di quanto si creda; in Italia ce ne sono 55 specie, che comprendono: l’Ape da miele (Apis mellifera), i famosi e simpatici Bombi, che sono 28, ma anche specie sconosciute come le Ceratina delle festuche (13 specie) e i Bombi-Cuculo (Psiphyrus, 10 specie), che occupano in modo subdolo i nidi dei loro congeneri, a cui assomigliano terribilmente. Mente i Vespidi sono prevalentemente carnivori e il loro veleno molto efficace, gli Apidi sono in pratica vegetariani, molto meno pericolosi, e alcune specie muoiono dopo aver punto la vittima.Tornando alle nostre Silòcope, il loro nome volgare, Ape legnaiola, si riferisce alla principale attività, che è quella di scavare alacremente il legno nelle cui gallerie vengono inseriti, alternativamente, un uovo e una pallina di polline misto a nettare (pane delle api). La Xilocopa valga, più massiccia e più forte di tutte (il più grande Apide italiano) sceglie facilmente tronchi secchi o pali.L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea
TRONCHETTO SCAVATO DA Xilocopa violacea
L'Ape legnaiola, Xilocopa violaceaTROCHETTO APERTO VIRTUALMENTE
Per lo stesso scopo, la specie più piccola, Xylocopa iris, usa generalmente le cavità di cannucce secche. Tutte e tre le specie non si possono dire insetti sociali ma Apidi solitari. Nelle ore soleggiate si dedicano soltanto alla costruzione del nido e alla raccolta delle scorte di cibo per le future larve. Il nido è intervallato da intercapedini di segatura di legno e saliva, formando fino a sette nicchie per i nuovi nati, con l’ultima porzione vuota, dove va a rifugiarsi la madre.Le Silòcope nascono alla fine dell’estate per poi entrare in ibernazione durante l’inverno, nascoste nel loro stesso nido, impilate una sull’altra con una piccola scorta di cibo. Solo la primavera seguente avviene l’accoppiamento e le femmine iniziano quasi subito il loro lavoro di scavo o di ricerca del nettare. Il continuo andirivieni tra i fiori diventa una manovra fortemente pronuba (cioè utile all’impollinazione) ed è sciocco considerarla pericolosa.Il fiore preferito della specie Xilocopa violacea è il Glicine (Wisteria sinensis), tutte sono fortemente attratte da odori intensi di nettare ed essudati vegetali. Non mancano i nemici naturali, com’è normale nel mondo degli Insetti. Si tratta di “parassitoidi”, delle loro larve, a cui sottraggono il cibo, depredandole, comunque uccidendole. Si tratta ad esempio dell’Holocryptus femoralis, una sorta di vespina Icneumonide con una lunga appendice con cui punge le larve, sue vittime. A volte la Xylocopa violacea vede decimare il suoi piccoli a opera del terribile Sapigide Polochrum repandum.
L'Ape legnaiola, Xilocopa violacea

L'Ape legnaiola, Xilocopa violaceaL'Ape legnaiola, Xilocopa violacea IL PARASSITOIDE DELLA XYLOCOPA
Resterebbe ancora molto da dire su queste simpatiche creature, conosciute troppo superficialmente. Credo sia importante indicare una volta per tutte le caratteristiche di riconoscimento delle tre specie italiane, ricordando che solo la comparazione diretta tra una specie e l’altra potrebbe dare sicurezza al profano. L’esperto le riconosce a occhio e segue mentalmente lo schema seguente:Xilocopa valga:DIMENSIONI: LA PIÙ GRANDE E ROBUSTA (28 MM) - TESTA ROTONDA - ANTENNE CORTE CONFORMATE PIU’ O MENO IN LINEA.Xilocopa violacea:DIMENSIONI: PIÙ PICCOLA DELLA PRECEDENTE (21 MM)TESTA OVALE – ANTENNE FORMANTI UNA MORBIDA CONTROCURVA. SE IL PENULTIMO SETTORE IN PUNTA ALLE ANTENNE E’ COLORATO, SI HA LA SICUREZZA DELLA SPECIE, INOLTRE E’ CERTO CHE SI TRATTI DI UN MASCHIO.
Xilocopa iris:
DIMENSIONI: LA PIÙ PICCOLA E CORTA (15 MM) E PUÒ ESSERE CONFUSA CON UN GROSSO MOSCONE . TESTA OVALE TENDENTE AL RETTANGOLARE E ADDOME LEGGERMENTE PIÙ STACCATO DELLE ALTRE SPECIE. ANTENNE CORTE E SOTTILISSIME, UN PO’ RIPIEGATE A GANCIO SULLA PARTE TERMINALE.
Giancarlo Castello

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