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L’aria viziata al lavoro diminuisce la produttività

Creato il 07 gennaio 2016 da Laricercascientifica

E’ sempre bene far “respirare” una stanza (anche solo per pochi minuti) dove abbiamo soggiornato per lungo tempo aprendo porte e finestre e lasciando circolare liberamente l’aria. L’aria viziata, infatti, mette a dura prova la nostra salute favorendo la proliferazione di germi e batteri e, secondo uno studio recente, sarebbe anche in grado di compromettere le nostre performance produttive se ci ritroviamo all’interno di un ambiente di lavoro.

La ricerca scientifica condotta dai ricercatori della Harvard University di Cambridge in collaborazione con l’Università di Syracuse ha dimostrato come l’aumento dell’anidride carbonica in una stanza sia direttamente collegato ad un calo delle prestazioni cognitive delle persone che la abitano. Una concentrazione di anidride carbonica (CO2) nella misura compresa tra 1000 e 1500 parti per milione (ppm) anche se non pericolosa per il nostro stato di salute, è invece direttamente responsabile del peggioramento delle performance mentali.

La ricerca realizzata ha coinvolto 24 soggetti “rinchiusi” all’interno di ambienti differenti caratterizzati dalla presenza di diverse concentrazioni di anidride carbonica (550 ppm, 945 ppm e 1400 ppm). I test condotti dai volontari nelle singole stanze hanno verificato come a più basse concentrazioni di CO2 i livelli di prestazione cognitiva risultano più elevati: nel dettaglio dello studio, chi aveva lavorato in una stanza con soli 550 ppm di CO2 avevano registrato i punteggi più elevati, nella stanza con 945 ppm di anidride carbonica i punteggi risultavano più bassi del 15%, nella stanza con 1440 ppm di CO2 i risultati ottenuti scendevano anche al di sotto del 50%. Secondo i ricercatori l’elevata presenza di anidride carbonica nella stanza è andata ad influire sulle performance dei singoli soggetti riducendone la capacità di rispondere adeguatamente ai test forniti.


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