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L’attualità di don Sturzo nelle riflessioni di Umberto Ambrosoli

Creato il 04 giugno 2015 da Libera E Forte @liberaeforte

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Sono le esigenze attuali dell’agire politico ad imporci una ricerca lungo il percorso che don Sturzo ha indicato con una preveggenza pari alla sua determinazione”: così Umberto Ambrosoli nella postfazione al libro “Governare bene sarà possibile. Come passare dal populismo al popolarismo” di Giovanni Palladino.

Il leader dell’opposizione nel Consiglio regionale della Lombardia scrive: “Le pagine che abbiamo letto dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, che un approccio alla figura, al pensiero e all’opera di don Luigi Sturzo non può essere caratterizzato soltanto da un interesse storico”. Questo perché “Il suo valore radica nella più cogente attualità della nostra società”.

Ambrosoli riprende il monito di Palladino: “Non ci può essere un buon governo senza una buona cultura”, per indicare che “La cultura che anima le pagine di questo libro non si limita a ruotare intorno alla dottrina sociale della Chiesa, ma ingloba in quell’orizzonte la migliore espresssione del pensiero della tradizione antica e rinascimentale, la quale ha sempre messo al centro del proprio interesse l’uomo nella sua pienezza, costituendo così le basi della riflessione politica e sociale moderna fino alla costituzione di quella complesssa e ambiziosa cultura d’impresa a noi contemporanea”.

Nella sua postfazione, l’autore non manca di rilevare l’emergenza di una situazione per cui “gli sforzi di riforma che impegnano il nostro sistema politico potrebbero essere l’ultima occasione per risollevare il nostro Paese”, ponendo l’accento sull’importanza di una “buona politica” che possa permettere un vero rinnovamento:

Non si tratta soltanto di una modernizzazione delle istituzioni o solo di un efficientamento della pubblica amministrazione.

Non si tratta di cambiare solo la cultura del fare politica e del fare economia.

L’emergenza dell’oggi sta nella necessità di un profondo rinnovamento morale.

Ristabilire la moralità pubblica oggi è il primo passo per ristabilire non solo la credibilità delle istituzioni, bensì per ritrovare la fiducia in noi stessi, noi cittadini in quanto ‘comunità’”.

Per questo Ambrosoli conclude la sua riflessione con un appello all’“etica della responsabilità”, ovvero quello spirito “che rende davvero liberi e forti”, riprendendo le parole dell’appello di don Luigi Sturzo che indicano “spirito di servizio: quello che dovrebbe caratterizzare sempre l’impegno pubblico e politico di chiunque decida di dedicare la sua vita e la sua passione al bene comune”.

MC


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