Sono ad Amburgo Dammtor, fra un po’ prendo il treno per Berlino. Bevo del caffè in uno di quei bar pieno di viaggiatori e “rubo” la connessione dal negozio di fronte.
Ho dormito poco questa notte, ché quello che si è detto ieri al Caffè letterario all’Istituto Italiano di Cultura di Amburgo è ancora nella mia testa.
È una sala piccola, con i tavolini rotondi. C’è un pianoforte, e lì ci ho posato le copie di Zagreb. Ci offrono dell’acqua, del vino, alcuni bevono amaro Averna. Sono tedeschi, italiani e italotedeschi. Io al centro, alla mia sinistra Leonardo Boschetti, alla mia destra la direttrice dell’Istituto, Renata Sperandio. Comincia, ma delle sue parole ne sento solo alcune: letteratura, potenza delle pagine, guerra, ci aiuta a pensare… e cose così.
Leggo alcuni passi da Zagreb, passi che non avevo mai letto prima in pubblico. Leggo lentamente, e mi emoziono. Non sono l’unico: quando ho finito c’è silenzio nell’aula, alcuni occhi rossi. È una sensazione strana, pensare poter di “creare emozioni”.
Proseguiamo così, tra letture e domande curiose di persone che sono lì ad ascoltare me: c’è l’emigrata sarda che vive da anni in Germania, la signora tedesca che ha imparato l’italiano sui libri, Laura, una ragazza spagnola che parla italiano… e c’è una scout di autori italiani.
Arriva il momento di parlare di #Librinnovando e dei booksblogger. Esordisco così: ”L’eBook è il futuro. Questo è un fatto. O lo si capisce o si perde in partenza”.
Gelo.
Colpi di tosse.
Sudore sulla fronte.
Ci si aspetta qualcosa da me, qualche altra parola. Penso a La Lettura Digitale e il Web e, parafrasando il nostro eFFe, aggiungo: “L’eBook non puzza… se amate il profumo della carta, allora piantate alberi!“.
E sorrisi e risate di approvazione.
.. .
Questa mattina camminando verso la stazione, nella grigia Amburgo, sentivo dei brividi lungo la schiena.
Forse era il freddo. Forse no.