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L'eleganza del riccio (Barbery)

Creato il 20 luglio 2015 da Athenae Noctua @AthenaeNoctua
Nella scelta della mia ultima rilettura ho limitato il campo ai libri scritti da autrici, perché ho realizzato che, anche se non intenzionalmente, la maggior parte dei volumi che possiedo sono stati scritti da uomini, fatto abbastanza naturale per quel che riguarda i classici; in effetti, i testi scritti da donne presenti sui miei scaffali, con l'eccezione dei romanzi di Grazie Deledda, Jane Austen e Mary Shelley, sono tutti contemporanei. A questa delimitazione si è aggiunto il desiderio di riscoprire un libro già apprezzato, ma che, in qualche modo, sentivo che avrebbe avuto qualcosa di nuovo o diverso da dirmi a distanza di diversi anni.L'eleganza del riccio (Barbery)Così sono tornata a L'eleganza del riccio, piacevole romanzo di Muriel Barbery che, avendo una formazione filosofica, ha intriso di pensieri profondi e di riferimenti alla storia della disciplina la sua narrazione. Eppure le due voci narranti appartengono a due persone che sembrerebbero non avere nulla a che fare con Cartesio o Guglielmo di Occam: la portinaia Renée Michel, che, ligia allo stereotipo del suo ruolo, recita la parte dell'anziana pantofolaia divoratrice di programmi tv mentre legge Tolstoij, e la dodicenne Paloma Josse, appartenente ad una delle ricchissime famiglie del palazzo che, nel suo disprezzo per la falsità della filantropia e della cultura degli altoborghesi (a partire dalla sorella Colombe, ideale futura rappresentante di un mondo accademico che esiste solo per perpetuare se stesso), ne svela le contraddizioni. Sia Renée che Paloma sono due ricci che si camuffano dietro apparenze spinose, burbere e introverse, fuggendo i contatti con la maggior parte delle persone, per coltivare i loro pensieri profondi e guardare al mondo degli uomini da una postazione protetta e inattaccabile, che permette loro di sorvolare sulla superficialità e la grettezza delle convenzioni per riscoprire la bellezza e la ricchezza del pensiero, della conoscenza o anche solo di una tazza di tè che diventa un rituale contro il grigiore del mondo. Se, però, Renée ha fatto la scelta di coltivare il suo originale secessus dal mondo comune appigliandosi all'amicizia con Manuela (che, sebbene lavori come donna delle pulizie nel palazzo, ha più raffinatezza di tutti i suoi abitanti), all'affetto per il grasso gatto Lev (così chiamato in memoria dell'autore di Anna Karenina) e alla stima per l'aspirante veterinaria Olympe prima e per la stessa Paloma poi, Paloma ha deciso di imporre in modo eclatante la propria insofferenza al modello di vita che le offrono gli adulti e col loro pomposo modo di fingersi esseri supremi con scopi divini e del tutto estranei al mondo animale: al compimento del suo tredicesimo compleanno si ucciderà e appiccherà fuoco all'appartamento in cui vive. Ma l'arrivo inaspettato nel palazzo di un distinto signore giapponese, Kakuro Ozu, cambia radicalmente la visione di Paloma e di Renée, dimostrando loro che esistono persone in grado di apprezzare una vita semplice in cui la cultura è un raffinato ornamento dello spirito che serve a far comunicare le persone e non ad incidere dei solchi fra loro o innalzare barriere e piedistalli. Kakuro ama l'essenzialità, la purezza, l'ordine, la musica e le arti ed è portatore di quella filosofia di rigore e bellezza che è propria del mondo giapponese, sebbene sia perfettamente integrato nella cultura occidentale: egli è il fiore che appare laddove sembra non esserci vita, la camelia, allegoria della civilizzazione, che cresce sul muschio, simbolo della natura animale dell'uomo. Kakuro Ozu porta nelle vite di Renée e Paloma la convinzione che un'esistenza diversa sia possibile nonostante la grettezza che le circonda. 

L'eleganza del riccio (Barbery)

Muriel Barbery

 L'eleganza del riccio non ha un vero e proprio intreccio, è per gran parte una successione di pensieri delle due protagoniste nella loro ricerca di un senso da dare all'esistenza: il libro è un libello di filosofia travestito da racconto, dietro le cui argomentazioni, condotte in modo sciolto e immediato sebbene richiamino il pensiero di secoli e secoli di storia del pensiero umano, si coglie l'evoluzione delle vicende di Renée e Paloma, che iniziano a delineare una storia degna di tale definizione solo con l'arrivo di Kakuro, che ha quasi il ruolo di una chiave che mette in moto la nuova vita delle due anime gemelle.Muriel Barbery ha infuso ne L'eleganza del riccio un fondamentale aforisma della vita umana, invitando a vivere al meglio il presente senza perdersi nell'idea di uno scopo titanico da raggiungere, ma coltivando i piccoli piaceri: l'amicizia, la letteratura, l'arte, il contatto con la natura, una conversazione senza troppe pretese, le confidenze e un tè con pasticcini.
Il bello è ciò che cogliamo mentre sta passando. È l’effimera configurazione delle cose nel momento in cui ne vedi insieme la bellezza e la morte.
Ahi ahi ahi, ho pensato, questo significa che è così che dobbiamo vivere? Sempre in equilibrio tra la bellezza e la morte, tra il movimento e la sua scomparsa?
Forse essere vivi è proprio questo: andare alla ricerca degli istanti che muoiono.
L'eleganza del riccio (Barbery)
C.M.

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