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L’energia di NEXT

Creato il 23 settembre 2014 da Media Inaf

laserTerza edizione di NEXT, Salone Europeo della Ricerca Scientifica, Trieste 26-27-28 settembre 2014 e nutrita partecipazione dell’INAF. Il tema della manifestazione è l’energia, un argomento davvero ghiotto per gli astrofisici. Astrofisici che, per l’occasione, propongono una conferenza-dibattito con la partecipazione di Francesca Matteucci astrofisica dell’Università di Trieste, Presidente del Comitato Scientifico dell’INAF e Leonida Gizzi dell’Istituto Nazionale di Ottica (INO) del CNR. Grazie ai relatori, moderati da Stefano Sandrelli (INAF-Brera), il pubblico potrà considerare da prospettive davvero differenti lo stesso processo: la produzione di energia per fusione di atomi di idrogeno.

«E = mc2, diceva Einstein» ricorda Sandrelli «Ovvero: la materia si può trasformare in energia e viceversa. Ma se per produrre energia bastasse solo un po’ di materia, non avremmo risolto ogni possibile crisi energetica? In che modo si realizza questa trasformazione in Natura? E a che punto è arrivata la ricerca per riprodurre questo fenomeno in laboratorio?» Nel corso della conferenza dibattito scopriremo che le risposte a queste domande non solo ci illuminano sul nostro futuro prossimo, ma anche sul nostro passato remoto e sulla nostra origine cosmica.

Francesca Matteucci racconterà come il Sole brilli grazie alle reazioni nucleari di fusione che avvengono nel suo interno. Fondendo atomi più piccoli per crearne di più grandi producendo energia. Il Sole sta trasformando H in He e lo farà per altri 5 miliardi di anni, quando si gonfierà fino all’orbita di Giove diventando così più luminoso. Il Sole poi accenderà l’He ma non sara’ in grado di accendere il carbonio nel suo nucleo e morirà come nana bianca. Gli elementi più pesanti possono formarsi solo in stelle fino a cento volte più massicce del sole. Tutti gli elementi dal carbonio all’uranio li hanno creati le stelle, noi siamo davvero figli delle stelle! L’attualità farà capolino nell’intervento di Francesca Matteucci con l’esperimento Borexino in cui si è di recente misurato il flusso di neutrini che dovrebbero provenire dalle reazioni protone-protone all’interno del Sole.

Leonida Gizzi, figura di primo piano nella ricerca del confinamento della fusione dell’idrogeno con il laser e responsabile del progetto Intense Laser Irradiation Laboratory, sostiene con passione che «La ricerca in laboratorio sulla fusione nucleare per l’energia è più viva che mai. La fusione magnetica con il progetto ITER ha assunto una dimensione planetaria e procede verso l’obiettivo. D’altra parte la complessità del problema chiede di perseguire principi alternativi il cui esito potrebbe farci risparmiare tempo prezioso. In quest’ottica, la fusione laser continua a svilupparsi ed è ora ad un passo dal tanto atteso evento di ignizione che potrebbe aprire la strada ad un diverso schema di reattore per la produzione di energia».

Leonida Gizzi soggiunge «Ma si tratta comunque si progetti di ricerca, in cui esito è tutt’altro che scontato. L’avanzamento della conoscenza apre nuovi scenari e la nostre capacità di descrivere i processi fisici in gioco progredisce di pari passo. Aspettarci che l’energia da fusione arrivi nelle nostre case prima dei fatidici 25-30 anni è irrealistico, ma la portata dell’impresa va oltre i confini della scienza e della tecnologia e il pianeta avrà bisogno di tempo per imparare a gestirla».

Stefano Borgani, direttore dell’osservatorio triestino dell’INAF, fa notare che «questa conferenza dibattito è sicuramente la dimostrazione che anche noi astrofisici abbiamo un occhio attento ai problemi di reperire delle fonti di energia adeguate a garantire uno sviluppo sostenibile, e alle sfide scientifiche e tecnologiche che tale ricerca comporta».

Ma INAF non si limita a una conferenza per adulti, organizza anche un’intera giornata di attività per le scuole. In questo caso si tratta di esplorare come l’energia delle stelle possa rendere abitabili pianeti intorno a stelle diverse dal Sole. «Scopriremo come fanno gli astronomi a decidere se un pianeta può, o non può, ospitare la vita giocando col Simulatore di Abitabilità Planetaria» dice Michele Maris (INAF-Osservatorio Astronomico di Trieste) «Una lampada a fare da stella, un pianeta che potete spostare, una manopola per cambiare la luminosità della stella, un’altra per l’Effetto Serra. Bolliremo gli abitanti del pianeta o li faremo gelare? E cosa succede cambiando l’Effetto Serra?».

Fonte: Media INAF | Scritto da Redazione Media Inaf


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