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L' imbalsamatore

Creato il 07 maggio 2012 da Giuseppe Armellini
L' imbalsamatoreQuando hai una videoteca ci dovrebbe essere una regola ferrea.
Riportare a casa SEMPRE un film.Se lo vedi bene, altrimenti pace.Sì, perchè se ti assale la voglia di cinema alle 20,28 e 34 secondi, quando ormai sei tornato a casa da 5 minuti poi sei costretto a cercare come un rabdomante un film in tv oppure affidarti al tuo mobiletto dei dvd.Ma la tua collezione ha questi problemi:
1 il 36% dei film li hai regalati o prestati (che poi per il ricevente "prestati" sia significato "regalato" è un altro discorso)2 il 29% li hai portati in videoteca per farli vedere3 del restante 35% ne hai visti il 98%
sto per prendere così in mano (per l'ennesima volta) il film da cui ho preso il nome,il sommo Old Boy, quando l'occhio mi cade su L'Imbalsamatore, un noir italiano di una decina di anni fa,opera quarta ma per il grande pubblico sostanzialmente prima di quel Matteo Garrone che conquisterà poi il mondo, a mio parere con pieno merito, con quel filmetto sconosciuto chiamato Gomorra.
Prendete un post-it.
Attaccatelo sul frigo.
Ecco, in quello spazietto potrebbe entrare la sceneggiatura del film.
E, malgrado questo, siamo davanti ad un piccolo gioiellino.
La magia de L'Imbalsamatore sta nella torbida, ambigua e ferale atmosfera che riesce a creare, davvero un piccolo miracolo.
Prendete un nano con una forte latenza omosessuale, un bel giovine alto un sacramento e la bella pollastrella che si mette in mezzo.
E fateci un film.
Garrone racconta la storia di uno stranissimo triangolo riuscendo nell'incredibile impresa di dare un taglio da thriller a delle vicende in realtà abbastanza banalotte.
Merito soprattutto della strepitosa interpretazione di Ernesto Mathieux, magnifico caratterista napoletano affetto da nanismo.
Il suo imbalsamatore è qualcosa da scuola di recitazione, ambiguo, perverso, fintamente accomodante, clownesco, viscido e tremendamente pericoloso. Con una risata poi che dà letteralmente i brividi. Personaggio scritto da Dio e interpretato da titano.
Tutto il film si regge su di lui, sulla sua (non) recitazione così naturale, talmente verosimile da infastidire anche lo spettatore che piano piano comincia a odiarlo davvero profondamente.
Che poi, guardiamoci in faccia, la coppia (un giovane attore napoletano molto bravo, poi praticamente scomparso dalle scene e la pessima, ma bona, Elisabetta Rocchetti, al punto più alto della sua carriera) gliene fa davvero di tutti i colori, se non fosse così forte il viscidume che il nano trasmette dovremmo parteggiare con lui.
Garrone racconta le vicende senza fronzoli, cerca il naturalismo il più possibile, evita scene madri e prova, riuscendoci, a creare un climax ascendente che lo porti al finale.
Dialoghi molto ben scritti, tutti incentrati a creare una tensione tra i personaggi-e di conseguenza allo spettatore- che porti a un qualche punto di rottura da parte di qualcuno. Il dialogo sul campo di golf tra la Rocchetti e Mathieux in questo senso è davvero incisivo e splendido è anche il tesissimo clima che si viene a creare nella casa a Cremona quando il nano va a trovarli.
La storia laterale della camorra lascia alla fine il tempo che trova, sono sicuro che la sensazione di pericolosità d Peppino Profeta (il nano) sarebbe rimasta la stessa anche senza di essa.
Il climax porta così al finale, Mathieux che gioca con la pistola è grandioso, poi avviene quel che deve avvenire.
Bravo Garrone.
Bravo perchè hai dimostrato come con un abbozzo di idea, un paio d'attori come si deve e la capacità di creare atmosfera con poco si può ancora portare a casa qualcosa di veramente buono.
Poi verrà Gomorra.
Ma quella è un'altra storia.
( voto 7,5 )

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