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L’impegno del Trentino in Africa

Creato il 05 giugno 2012 da Cafeafrica @cafeafrica_blog

Prosegue l’impegno del Trentino in Senegal ed Etiopia: la Giunta provinciale, su proposta dell’assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami, ha dato il via libera ad alcuni programmi di cooperazione in questi paesi.
Potranno presentare progetti associazioni trentine di provata competenza sia nel settore di intervento specifico sia nel paese in cui l’attività verrà realizzata.

Diritto alla salute nelle periferie di Dakar, Senegal
I buoni indici di sviluppo economico del Senegal non stanno avendo effetti significativi sulle condizioni di vita della popolazione: più della metà dei senegalesi vive ancora sotto la soglia di povertà. La situazione sanitaria risente dell’ assenza e della precarietà delle strutture sanitarie esistenti e della scarsa formazione del personale medico e sanitario. Le popolazioni che vivono nelle periferie di Dakar non hanno assistenza e accesso alle cure, nella banlieu di Rufisque, ad esempio, a circa 50km dalla città, 330.000 abitanti vivono in abitazioni precarie, lontani dai principali servizi, qui non ci sono strutture per fornire assistenza sanitaria di base o per curare anche semplici patologie come il diabete che affligge circa il 10% della popolazione.
Si ritiene necessario intervenire in queste aree allestendo strutture sanitarie adeguate, prevedendo percorsi di formazione del personale medico-sanitario e campagne di sensibilizzazione e prevenzione tra la popolazione, al fine di garantire un servizio di qualità e sostenibile nel tempo.

Diritto alla salute in Etiopia
La situazione sanitaria in Etiopia è ancora molto precaria. In Etiopia la mortalità infantile sotto i 5 anni è molto elevata (166/1000) e circa il 10 % dei bambini non supera l’anno di vita, dati nettamente superiori alla già drammatica media africana. Le cause sono le scarse condizioni igienico-sanitarie, il limitato accesso all’acqua potabile, la malnutrizione e alla mancanza di farmaci. Il 15% dei bimbi etiopi risulta sottopeso alla nascita e nei primi cinque anni di vita quasi la metà presenta sintomi moderati o acuti di malnutrizione e di conseguenza ritardi nella crescita. Il governo etiope finanzia soltanto il 18 % dei vaccini più comuni (tubercolosi, difterite, tetano, pertosse poliomielite ecc).
Le strutture sanitarie spesso sono concentrate soltanto nelle zone urbane escludendo quindi quelle rurali e di conseguenza per gli abitanti diventa molto difficile raggiungerle. Si muore ancora per diarrea, malaria, tubercolosi. A livello sanitario l’AIDS resta in Etiopia la prima causa di morte (nel 2000 il paese era al terzo posto nel mondo per numero di persone infette).
In questo contesto risulta prioritario rafforzare strutture sanitarie che riescano a fornire cure e assistenza sanitaria di base alle popolazioni rurali del Paese anche attraverso la formazione del personale medico-sanitario, al fine di migliorare la qualità delle cure prestate e di garantire la sostenibilità delle strutture sanitarie.


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