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L'Implosione

Creato il 27 maggio 2011 da Gloutchov
L'ImplosioneAvete mai letto Manuele Madalon? Possibile? Non l'avete mai letto? Eppure è lo scrittore dell'anno. Un esordiente come noi, che con il suo L'Implosione ha fatto il botto, specie al Salone del Libro, dove in tanti si sono profusi per cantarne le lodi, senza però dimenticare qualche consiglio prezioso per le future opere.
Copio e incollo da qui, per farvi conoscere alcuni commenti preziosi ricevuti da questo libro:


...Il primo a rispondere è un pensoso Vittorio Sgarbi, il quale, a dire il vero tanto gentile quanto imbarazzato, dichiara di aver trovato l’ambientazione dell’Implosione «sottile e misteriosa». Poi tocca a Serena Dandini, sulle prime sorpresa, poi infine memore dell’opera: «Ahhhhh, ma certo, Madalon». La conduttrice però non si sbilancia e anzi leva i tacchi. Il giornalista Sergio Rizzo è misurato ma alla fine ammette: «Sì, mi è piaciuto, è un buon avvio, diciamo». Lucia Annunziata si lancia in un paragone: «Ti ho confuso moltissimo con... con... con Culicchia, su Torino». Vero maestro di vita il montanaro (ma spesso in pianura per presenziare a qualsiasi festival o trasmissione tv nel raggio di mille chilometri da Erto, Pordenone) Mauro Corona: «Un buon inizio ma non ti devi affezionare altrimenti è un fiasco. Un libro è come una scopata: bisogna pensare a quella da fare e non a quella fatta». Moccia non ha dubbi: «Lei Madalon è fortissimo».A Faletti L’implosione è piaciuto ma non si sente di elogiare un aspetto in particolare: «È tutto l’insieme». Fassino e Mazzantini ci cascano ma non vanno al di là di sorrisoni e di qualche «Ahhhhh... è lei» di tardivo riconoscimento. Madalon ringrazia Coppola «per la e-mail col suo giudizio». E il politico risponde: «Ah, bene, le è arrivata!».L’unico ad accorgersi che qualcosa non torna è un comico, Neri Marcorè... (fonte: il Giornale)

In effetti c'è qualcosa che non va. 
A parte il putiferio scatenatosi attorno a questo scherzo poco carino (n.d.r. vi consiglio di leggere l'articolo), vorrei riflettere su ciò che ruota attorno a questo episodio. Voi, che come me siete lettori forti, vi sarete trovati spesso in imbarazzo, di fronte a persone che, una volta scoperta la vostra passione per la lettura, vi chieda un parere su un titolo, o un autore, che non avete mai letto. Appare ovvio, in questi casi, dire la verità e affermare di non aver mai letto nulla di tizio ma... come accade sempre, ecco che il vostro interlocutore attacca con un altro titolo, o un altro autore, che voi non avete mai neppure sentito nominare. 
Panico? Un pochino, forse.
Certo si può continuare a dire la verità. Ma al terzo, quarto, quinto titolo che non conoscete il vostro interlocutore potrebbe cominciare a pensare che lo state prendendo in giro. Possibile che non abbiate mai letto tizio? Possibile che non conosciate caio? Neppure di sempronio sapete dire nulla? Ma allora cosa leggete? Topolino?Ovvio che potreste andare al contrattacco snocciolando i vostri punti forti, gli autori che amate, che ammirate, che apprezzate. Diventa una guerra fatta di titoli, nomi, aggettivi, superlativi, apprezzamenti, commenti, facce dubbiose... un vero scontro tra titani, che potrebbe finire in una tragica strage a meno che non si scopra, a un certo punto della serata, che un nome in comune ce l'avete... In questi casi, se va bene, vi perderete l'evento a cui volevate tanto partecipare. Se va male, invece, tornerete a casa col mal di testa, l'umore rannuvolato, il desiderio di bruciare tutta la vostra libreria, e magari anche quella del vostro fortuito interlocutore, di cui neppure sapete il nome.Per cui si tende a glissare. Alcuni lo fanno. Accennano a un volto dubbioso, poi l'illuminazione, quindi un commento (positivo) abbastanza generico da incollarsi sia a un testo di Moccia che a uno di Umberto Eco, e si conclude svicolando il più in fretta possibile simulando la necessità urgente di un bagno, di un aperitivo, o di aver intravisto qualcuno che conoscete il più lontano possibile dal vostro curioso interlocutore.
Ma perché accade tutto ciò?
Perché, tra lettori forti, si finisce quasi sempre per scontrarsi in questi match letterari che ricordano moltissimo le sfide tennistiche tra Nadal e Federer? E' possibile che il numero di lettori forti, in Italia, sia tanto basso che sia un evento eccezionale quello di incontrarne uno dal vivo. Questo ci stimola a tentare un contatto. Solo che non ci siamo abituati... per cui sbagliamo tutto, dall'approccio iniziale fino all'arroganza finale, ovvero quella di dimostrare che siete all'altezza della situazione. Diventa, in molti casi (n.d.r. ma non in tutti, per fortuna), una questione di vita o di morte. Bisogna dimostrare che la nostra libreria è immensa, che conosciamo le ultime uscite, gli autori di grido e quelli di nicchia, che seguiamo la narrativa di genere, ma anche quella più impegnata, che affondiamo tra le pagine dei saggi ma non disdegniamo di leggere l'Uomo Ragno quando siamo in bagno. C'è il desiderio, a volte, il desiderio di mostrarsi all'altezza del proprio interlocutore, per cui sfoderiamo i nostri colpi migliori, neanche fossimo agli Open d'Australia.
Eppure ciò che desideriamo è solo stabilire un contatto. 
Perché improvvisamente non ci sentiamo più soli. Perché abbiamo scoperto che ci sono altre persone che leggono come noi, e tanto quanto noi. Solo che poi scopriamo che loro non leggono ciò che noi leggiamo. Sorgono i dubbi. Sto leggendo le cose giuste? Con chi ho a che fare? Possibile che non conosca neppure uno dei miei autori preferiti?In pochi minuti ci dimentichiamo che la nostra libreria, per quanto grande e vasta, può contenere solo una piccolissima parte dei titoli disponibili in commercio. E' come se, all'improvviso, fossimo convinti che andando in libreria si possano prendere solo i titoli che attirano i nostri gusti, che ci siano solo quelli. Per cui eccoci sottoposti a un pressing inaspettato. Sia che siamo l'attaccante, sia che siamo quelli che giocano in difesa, gli oltre sessantamila titoli che vengono pubblicati (solo in Italia) ogni anno, diventano trasparenti. Non c'è cattiveria in tutto ciò. Ma un po' di fastidio, dopo una decina di minuti che ci si trova sotto assedio, appare disegnato sui nostri volti.
Per cui...
In natura esiste un ottimo sistema di difesa. La simulazione. Alcune prede fingono di essere creature estremamente pericolose. Altre si mimetizzano con l'ambiente. Altre ancora fanno finta di essere morte.Il lettore vorace, quando si trova all'angolo, mente sapendo di mentire. Dice di aver letto il libro sconosciuto, lo loda, fa apparire un bel sorriso sul volto del suo interlocutore, e alla prima occasione sguscia via come un peso piuma che non riesce a sopportare il martellamento di colpi all'addome sparati a raffica dal suo avversario. 
Come potremmo mai biasimare questo tipo di comportamento?
Certo non è corretto. Non è neppure bello. Mentire... Eppure, se ci fossero più lettori, se l'Italia intera leggesse libri su libri, forse i lettori forti non si troverebbero sotto assedio ogni volta che devono incontrare qualche altro rappresentante della propria specie. Il lettore, di per sé, è un solitario. Difficilmente ama la competizione verbale. Lui preferisce ben altri tipi di rapporti umani. Ma quando incontra un altro esemplare della sua stessa specie, diventa leone, gonfia la criniera, ruggisce... questo è il mio terreno di caccia, vattene o dimostrami che anche tu vai a braccetto con Tolstoj, Moccia, Volo, Grisham... scegliete voi il vostro avatar e preparatevi a combattere nella Great Book Blooded Arena.

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