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L'italia di prandelli verso brasile 2014: il punto sugli "azzurrabili" prima del test con la spagna

Creato il 02 marzo 2014 da Carloca
                              Azzurri esultanti: speriamo di vederli così anche in Brasile...
Poco più di tre mesi a Brasile 2014, ma in Italia l'attesa è ancora fiacca, il termometro della febbre Mundial quasi sotto zero... Media e tifosi concentrati sulle miserie del nostro campionato, sulle curve vuote e sulla barbarie di cori e striscioni, sulla modestia della classe arbitrale e sull'abbassamento del livello qualitativo del nostro movimento calcistico (c'è chi ha stentato persino nei sedicesimi di Europa League, e anzi la Lazio ha già salutato la compagnia...). In altri tempi, in epoche che paiono ormai lontanissime, in questo periodo dell'anno già fervevano le "grandi manovre iridate", fra amichevoli azzurre, analisi, pronostici e studio delle avversarie. La Nazionale di casa nostra, invece, arriverà al ritiro premondiale sulla scorta del solo incontro di mercoledì prossimo contro la Spagna. Ben altre cure, ben altre attenzioni meriterebbe il "laboratorio Prandelli" in vista dell'appuntamento più importante: qui su "Note d'azzurro", del resto, abbiamo trascorso il 2013 a sottolineare, anche crudamente, i limiti e i difetti, per certi versi inattesi, emersi dal tessuto della nostra rappresentativa. Limiti e difetti alla cui risoluzione tutti avrebbero dovuto lavorare con maggiore intensità: la Federazione cercando di mettere a disposizione del cittì almeno un'amichevole in più, la grande stampa cercando di analizzare, suggerire, stimolare. Nulla di tutto questo (a parte il lodevole aggiornamento settimanale degli azzurrabili allestito dal Corriere della sera, peraltro con alcune imperdonabili dimenticanze), e allora, nel nostro piccolissimo, ci pensiamo noi a dare il via alla lunga vigilia iridata. Fra poche ore Prandelli diramerà la lista dei convocati per l'incontro coi campioni del mondo e d'Europa in carica, e l'occasione è ghiotta per cercare di mettere a fuoco speranze e prospettive del plotone degli aspiranti a un posto fra i 23 "mundialisti". In soldoni: chi staccherà il biglietto per il Sudamerica? PORTIERI - Il trio Buffon - Sirigu - Marchetti pareva inattaccabile. Invece, ferma restando la saldissima posizione dei primi due, negli ultimi mesi l'estremo difensore laziale si è trovato, suo malgrado, al centro di un caso che rischia seriamente di metterne a repentaglio il viaggio in Brasile: i problemi fisici e la lontananza dal campo, le voci su dissidi contrattuali con la Lazio (smentite con forza dal suo procuratore), Berisha titolare e il rientro in squadra, non propriamente memorabile, in occasione della sfida maledetta col Ludogorets, che ha fatto svanire i sogni europei dei biancocelesti. Insomma, ora come ora non scommetterei su Marchetti terzo portiere, anche perché, in contemporanea al suo appannamento, è sorto l'astro di Perin, che ha portato punti in dote al Genoa sulle ali di una serie di prestazioni di altissimo livello, condite di prodezze, reattività e personalità in rilievo. C'è chi ha parlato addirittura di Scuffet, ma per il baby dell'Udinese, nonostante l'eccellente approccio con la Serie A, pare davvero troppo presto. DIFENSORI - Partiamo dagli intoccabili: il trio juventino Barzagli - Bonucci - Chiellini, poi il laterale destro Maggio, un uomo su cui Prandelli punta a occhi chiusi, nonostante certi sbalzi di rendimento recenti col Napoli. Per il resto, c'è da lavorare assai sul reparto più fragile del complesso. Abate e De Sciglio hanno quasi sempre fatto bene in rappresentativa, ma anche loro stanno risentendo della tempestosa stagione milanista. Però dovrebbero rientrare nei piani del trainer, mentre il secondo posto da esterno sinistro basso è una lotta a due fra Antonelli e Criscito, col genoano che in questa seconda parte di torneo sta cancellando molti dubbi sul suo effettivo valore, con prestazioni all'insegna della concretezza e dell'intraprendenza negli sganciamenti. Più complesso il discorso centrali: Astori, come al solito, sta alternando prestazioni buone ad altre dimenticabili, Ranocchia si è intristito fra prove poco convincenti e tanta panchina; il Corriere della sera sta premendo parecchio per una convocazione dell'oriundo Paletta, che si sta ben comportando ma il cui utilizzo avrebbe il sapore di soluzione di emergenza e di scarsa prospettiva. Tanto varrebbe, allora, ricorrere alle doti camaleontiche di De Rossi, che, in azzurro, lo ha spesso dimostrato anche in gare assai delicate, può arretrare e fungere da barriera difensiva senza accusare eccessivi scompensi. In tal modo, ci sarebbe a disposizione un posto in più per i centrocampisti. 
                                         Insigne: si può rinunciare al suo talento? 
CENTROCAMPISTI - In effetti, al contrario della penuria in terza linea, per la zona nevralgica le alternative non mancano. Sicuri del posto sono il citato romanista e, ovviamente, Pirlo. Per tutti gli altri sono necessari vari distinguo: Montolivo, ad esempio, è stato un pilastro della ricostruzione prandelliana, ma nel disastrato Milan di questi tempi ha perso brillantezza ed efficacia. Alla fine dovrebbe comunque far parte del progetto, mentre le medesime certezze non le ho per un altro perno dell'ultimo triennio azzurro, Marchisio, che nella Juve non è più da tempo un intoccabile. Nel frattempo è sorto l'astro del dinamico ed eclettico Florenzi, mentre in Francia Verratti continua a oscillare fra promesse di esplosione e momentanei ridimensionamenti. Un talento che fatica a uscire dal bozzolo, ma sul quale il commissario tecnico punta molto. Poi ci sono un Thiago Motta e un Aquilani che nei club il loro lo fanno sempre ma  in Nazionale non sono mai andati al di là dell'onesto compitino, un Parolo che è un perno del brillante Parma 2014 e che nel recente ritorno in maglia azzurra, con la Nigeria, ha convinto per continuità, determinazione, presenza nel vivo della manovra, un po' meno per la precisione sotto porta. Sarà lotta durissima, contando che difficilmente si potrà rinunciare a Candreva e Giaccherini, costantemente fra i migliori nelle ultime uscite in rappresentativa (e il primo ormai leader assoluto della Lazio ballerina di quest'anno). E Diamanti? L'abbandono del palcoscenico della A per le incognite cinesi potrebbe danneggiarlo, e non poco, a meno che non abbia ricevuto granitiche garanzie da Prandelli: ma, con tutto il rispetto per Alino, eventuali garanzie andrebbero date a chi comunque, in tutti questi anni, è risultato fondamentale e decisivo, sotto tutti i punti di vista, per la buona riuscita del "Progetto Italia", e Diamanti mi pare non abbia i requisiti per rientrare in questa ipotetica lista di "imprescindibili". ATTACCANTI - Situazione ingarbugliata anche in prima linea. Che questa Italia punti tantissimo su Balotelli non è un mistero, ma proprio alla vigilia del Mundial Supermario è incappato in una annata di, diciamo così, scarsa ispirazione, fra cali di rendimento e crisi nervose (il pianto di Napoli). Non è, insomma, il "quasi fuoriclasse" che l'anno scorso ha trascinato i rossoneri in Champions League, ha persino cominciato a sbagliare dal dischetto, specialità in cui era fra i primi del pianeta... Visto che ci sarà in ogni caso, occorrerà rivitalizzarlo per benino, e importante sarà la scelta dei partner: si era puntato molto su Giuseppe Rossi, e giustamente Prandelli lo attenderà fino all'ultimo giorno utile, come Bearzot fece nell'82 con Bettega, sperando che il finale sia diverso... Gilardino, sempre "sul pezzo" nel Genoa, decisivo nelle qualificazioni col gol alla Bulgaria, veterano del gruppo, ha un biglietto garantito, mentre per il resto è nebbia: Insigne sta vivendo una stagione contraddittoria, non sempre Benitez gli ha dato spazio, ma i suoi guizzi e la sua inventiva non andrebbero trascurati, anche ricordando le buone prestazioni azzurre dell'autunno scorso. Impossibile rinunciare a Cerci, l'anima e il trascinatore del bel Torino di questo campionato, benché finora Prandelli gli abbia regalato solo spiccioli di gloria. Potrebbe esserci un posticino anche per un esponente della nouvelle vague da scegliere fra Immobile, Berardi e Destro: il primo sta mostrando più continuità sul lungo periodo, il secondo ha offerto lampi accecanti nella prima parte del torneo, raggiungendo il culmine col poker all'ultimo Milan di Allegri, poi è parzialmente rientrato nei ranghi, coinvolto nel caos tecnico del Sassuolo. Ma la stoffa c'è, la classe è di grana purissima, e un bel finale di campionato potrebbe rilanciarne le quotazioni. Il romanista, infine, è rientrato alla grande dal lungo stop, mostrandosi inesorabile sotto porta. Difficile la posizione di Osvaldo: dopo la negativa esperienza britannica, rischia grosso in una Juve che gli propone una concorrenza interna terribile, ma le prime uscite sono state confortanti e dalla sua c'è un ruolino di marcia azzurro tutt'altro che disprezzabile. I "JOLLY": CASSANO E TONI - Su tutti, l'incognita Cassano, giunto all'ennesima resurrezione. Insegue con piglio da campione autentico (quale non sempre ha dimostrato di essere...) la prima Coppa del mondo in carriera e, in fondo, a Euro 2012 si era ben comportato pur arrivando da mesi di sofferenza vera, per via dell'intervento al cuore. Bisogna vedere se Prandelli, già alle prese con la difficile gestione di Balotelli, avrà ancora tempo e voglia di tenere a bada un altro "bad boy". Infine, Toni: sono profondamente convinto, magari sbagliandomi, che la sua stagione monstre sia anche frutto dell'abbassamento del livello medio della Serie A, che consente a grandi vecchi dall'intatto talento di furoreggiare anche in età avanzata, come sta capitando pure a Kakà, a Totti, a Di Natale... Però che l'ex Bayern sia in stato di grazia è un fatto, ed è uno che di Mondiali se ne intende. Chissà... 

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