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L’Italia riconquista il suo appeal: quale ruolo per Reti e Lavoratori?

Creato il 18 febbraio 2016 da Propostalavoro @propostalavoro

L’Italia riconquista il suo appeal: quale ruolo per Reti e Lavoratori?

L'Italia sta riconquistando il suo potere di seduzione sugli investitori stranieri.

Questo il quadro tracciato dalla rilevazione realizzata tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 dal Censis con Aibe (Associazione Italiana delle Banche Estere) su un consistente e autorevole campione comprendente il management di multinazionali, investitori istituzionali presenti nel nostro Paese, studi legali che supportano le iniziative di investimento e componenti di spicco della stampa estera.

L’Aibe Index, indicatore – in una scala da 0 a 100  – dell'attrattività del nostro sistema Paese, compie un deciso balzo in avanti, portandosi dal 33.2 calcolato nel 2014 al più confortante 47.8. 

Fra i molti dati raccolti, spicca il lusinghiero giudizio sulla qualità delle risorse umane, che si vedono attribuire un punteggio di tutto rispetto, 8.11 su una scala da 1 a 10: un motivo di conforto, ma anche uno spunto di riflessione.

I cittadini occupati in Italia al III trimestre 2015 erano 22.494.000. La somma di disoccupati ed inattivi si avvicinava ad eguagliarli: inattivi 14.215.000, disoccupati 2.973.000, secondo quanto riportato dall'Istat.

Proviamo a raffigurarci come cambierebbero le cose per tutti, se insieme provassimo, con modi appropriati, a migliorare l'occupabilità di almeno la metà di tale popolazione, ovvero 8 milioni.

Il Paese ha a disposizione un intero campionato pronto a scendere in campo, qualora ne avesse le possibilità.

Possibilità concrete e incoraggianti, che vanno ricercate e sviluppate insieme: in che modo?

Innanzitutto, favorendo la realizzazione di Reti a supporto di quanti desiderano cercare – e creare – occupazione; una struttura complessa e articolata, non limitata ai soli Centri per l'Impego – impossibilitati a gestire l'emergenza, se non altro perché in numero troppo esiguo – ma estesa a chiunque sia in grado di contribuire, primi fra tutti Enti di Formazione e Associazioni Culturali, ma anche le startup e gli studi professionali già avviati disposti a fornire formazione e avviamento al Lavoro, magari in forma di Apprendistato.

Tale organizzazione dovrà, per la natura eterogenea dei suoi componenti, adottare una gestione di tipo olacratico, ovvero garantire, a fronte di linee guida comuni, quanta più autonomia possibile alle singole realtà e ai singoli territori.

Un margine di intervento più ampio rappresenterebbe sicuramente un grande atto di fiducia, e significherebbe richiedere una maggiore responsabilità a tutti gli attori coinvolti: più nello specifico, ogni membro di Rete dovrà dimostrarsi affidabile per i suoi pari e per le persone che ad esso si rivolgeranno.

Importanti passi in avanti in questo senso sono stati la costituzione dell'Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) prevista dal D.Lgs. 150/2015, e l'inagurazione effettiva di tale Ente il 1° gennaio 2016; una vera "cabina di regia" per tutte le realtà coinvolte.

La struttura, in linea di principio, esiste già, quindi.

Ma quali sono le prossime sfide? Come dare ai nostri inattivi un incoraggiamento efficace?

Abbiamo coinvolto nella discussione Paolo La Carrubba, vicepresidente di Itinerari per il Lavoro: dal nostro scambio di opinioni, è emersa la necessità di una promozione innanzitutto culturale: va costruito un "capitale sociale", ovvero la propensione e la capacità di fare rete. 

Inoltre, andrebbe favorito un maggiore coordinamento fra le Reti stesse e il Legislatore: quest'ultimo, impossibilitato a monitorare e studiare i nuovi fenomeni in tempo reale, dovrebbe affidarsi di più a chi opera direttamente "sul campo": la conoscenza e la competenza degli Operatori per le Politiche Attive sarebbero una guida preziosa per chi si trova a inseguire una realtà in rapida evoluzione; e allo svolgimento di tale compito contribuirebbe non poco anche il sostegno a politiche per la legalità e la trasparenza.

Infine, a livello operativo, andrebbero incoraggiate, ove possibile, esperienze di lavoro autonomo, in linea con i sempre più incalzanti cambiamenti del Mercato, e con l'obiettivo di un generale Empowerment degli aspiranti lavoratori, che li trasformi da oggetti passivi di supporto a soggetti proattivi e consapevoli.

Molti attori, tutti co-protagonisti: ecco l'essenza di un Self-Organizing Adaptative System che, a fronte dell'importante sforzo di coordinamento, potrebbe davvero fare da volano ai primi segnali di ripresa.

Insomma, facciamo delle Reti squadre vincenti per la partita del Lavoro!

Gina Bondi e Andrea Torti


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