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L’orto sociale milanese

Creato il 25 settembre 2012 da 19stefano55

C’è la cotoletta iper famosa e adesso anche a Milano si punta sull’orto come luogo di coltivazione ma sopratutto di educazione e relazione. Mi sembra interessante le linee date che creeranno sensibilità ad un uso razionale dell’acqua, a capire il valore di mantenere vive le coltivazioni locali, a trasmettere le conoscenze e a offrire il tempo solo per il piacere di condividere, senza che tutto diventi denaro di scambio.

Mi sembra utile ricordare da www.brindisireport.it  (un articolo dell’agronomo dr. Michele Trotti) che

gli orti sociali nacquero in Inghilterra e in Germania all’inizio del XIX secolo,  dati in concessione da organismi pubblici a indigenti,  disoccupati o  famiglie residenti negli edifici sociali privi di spazi verdi. In Italia, dal 1941,  quando il cibo durante la guerra cominciava a scarseggiare, fu permessa la  coltivazione a scopi alimentari di aree urbane già destinate a verde pubblico o privato e di qualsiasi terreno incolto, ad eccezione dei giardini storici.  Erano gli “orticelli di guerra”.

Ma ritornando all’iniziativa meneghina ecco la notizia ripresa  da www.repubblica.it

“L’agricoltura biologica e sostenibile sbarca in città. E non lo fa semplicemente vendendo i frutti del proprio raccolto, ma insegnando ai cittadini come convertire aree verdi e spazi comunali abbandonati in orti urbani dal cuore “eco”. Succede a Milano, dove la Giunta ha approvato proprio in questi giorni Coltivami”, progetto di socializzazione tra i cittadini attraverso le esperienze dell’agricoltura condivisa. L’amministrazione milanese ha già individuato 9 aree comunali situate nelle vie Boffalora (Zona 5), Ippodromo, Monte Stella, Falck, Alassio (Zona 8), Rubicone, Cascina de Prati (Zona 9), per un totale 25 mila metri quadri che saranno destinati a 309 particelle ortive. Realtà del terzo settore, associazioni di cittadini ed enti e aziende (pubbliche/private) che operano nell’ambito della responsabilità sociale di impresa potranno presentare la propria proposta e partecipare così a questo esperimento di orto social a patto che vengano rispettate alcune regole di gestione: non sarà ammesso l’uso di pesticidi, diserbanti, sementi Ogm, sarà obbligatoria una gestione razionale dell’acqua e verrà vietata ogni attività di lucro, commerciale o promozionale (salvo, in questi ultimi due casi, autorizzazione del Consiglio di Zona) così come l’uso di manodopera retribuita. “Coltivami si pone l’obiettivo di riportare l’agricoltura in città e di farla conoscere ai tanti che non hanno contatti con il mondo agricolo. È una grande occasione per chi ama gli orti e vuole dare un contributo all’ampliamento degli spazi verdi vivibili”, dichiara l’assessore all’Area metropolitana, Decentramento e Municipalità, Servizi Civici Daniela Benelli”.

Necessiterà sapere tramite le Associazioni autorizzate chi ne avrà diritto e come sarà attivato l’accesso. Spero che vi sia un’ampia collaborazione con le scuole (insegnanti e famiglie) e magari con qualche ricaduta sull’educazione alimentare.

L’orto sociale milanese



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