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L’orto-terapia e il progetto o.r.t.o.s.

Da Rossellagrenci
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In relazione all’ Orto-terapia vi segnalo il progetto O.R.T.O.S. con un pò di storia…

Fin dall’antichità si è sempre conosciuto e studiato l’aspetto spirituale-terapeutico del rapporto con la natura, che ha radici nel rapporto archetipo dell’uomo con la realtà. Basti pensare che tutte le mitologie e religioni di tutti i popoli del mondo hanno una loro origine in un giardino (Paradiso deriva dall’antico persiano e significa “Giardino privato del re”), e presentano tutte degli alberi sacri che contribuiscono alla creazione e al mantenimento del mondo visibile (sicomoro egizio, frassino nordico, cedro babilonese, quercia e molti altri alberi legati ad ogni divinità per la Grecia, ficus religiosa per i buddisti, il melo per i cristiani).

Per i romani ogni luogo aveva una sua caratteristica “spirituale” precisa, il cosiddetto Genius Loci, e solo non prescindendo da esso si potevano sviluppare tutte le attività umane. Questo tipo di relazione si è andato via via modificando verso uno studio più razionale e scientifico del rapporto con la natura. Già dal 1600 si è iniziato a considerare i benefici che l’attività di orto-giardino portavano all’uomo, ma è nel 1700 che Benjamin Rush, il padre della psichiatria americana, studiò e affermò che lavorare il terreno e coltivare le piante aveva un beneficio sulla salute mentale umana.

Nella seconda metà dell’800 alcuni ospedali americani si dotarono di serre per scopi terapeutici, ma è solo nel secondo decennio del secolo scorso che vennero pubblicati i primi studi sull’argomento e vennero messi a punto programmi specifici per la riabilitazione di persone con traumi psico-fisici.

Nel 1936 l’Associazione dei Terapisti occupazionali inglese accettò l’Ortoterapia come pratica riabilitativa e negli anni successivi partirono molti progetti di riabilitazione presso istituti e d ospedali inglesi.

Negli anni ‘50 l’università del Michigan inserì nel corso di studi un master in “Horticultural Therapy”, e nel 1973 fu fondata la “American Horticultural Therapy Association”, seguita nel 1978 dalla Società dei terapisti orticolturali in Gran Bretagna.

Nei paesi anglosassoni ormai la terapia orticolturale è utilizzata in quasi tutti i progetti di riabilitazione ed anche in Francia viene sperimentata con successo in ospedali, case di cura e centri di riabilitazione, così come in Olanda, Belgio e Germania.

In Italia è solo da pochi anni che si è iniziato a parlare in modo più scientifico di questa attività. Esistono alcuni corsi di introduzione all’ortoterapia presso alcune scuole agrarie e già delle università italiane hanno attivato dei master su questo argomento, mentre le esperienze “pratiche “ di terapia occupazionale legata alla coltivazione e cura di orti e giardini si stanno via via moltiplicando in tutta Italia all’interno di progetti educativi e riabilitativi molto diversificati (scuola, carcere, centri per anziani, centri per disabili ecc.).

Associazione di Promozione Sociale “La Bottega del Possibile” sul tema dell’orto-giardino terapia, è uscita “prepotente” la necessità, da parte degli operatori sociali partecipanti, di conoscere, condividere e approfondire le esperienze legate alla coltivazione di orti e giardini a scopo terapeutico in ambito socio-assistenziale.

Proprio per soddisfare questa richiesta l’Associazione si rende ora promotrice della creazione di un sito internet da utilizzare come strumento di discussione, progettazione e archivio tecnico del materiale e delle testimonianze esperienziali legate all’orto-terapia, il progetto O.R.T.O.S..

http://www.ortogiardinoterapia.org/


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