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“L’uccello che girava le viti del mondo” di Haruki Murakami

Creato il 01 settembre 2014 da Nasreen @SognandoLeggend

L’uccello che girava
le viti del mondo

di Haruki Murakami

 

l'uccello che girava le viti del mondo
TitoloL’uccello che girava le viti del mondo
Autore: Haruki Murakami (Traduttore: A. Pastore)
Serie: //
Edito da: Einaudi
Prezzo: 17.00 €
Genere: romanzo
Pagine: 836 p.

Trama: Il romanzo tratta delle vicissitudini del trentenne Okada Toru in seguito alla scomparsa del suo gatto. Personaggio mite e innocente, si ritroverà, nel tentativo di riallacciare i rapporti con sua moglie, ad affrontare peripezie di ogni genere che lo costringeranno a interagire con personaggi di ogni genere, a partire da una ‘prostituta mentale’ fino ad un ‘politico spietato’. La complessa narrazione viene spesso interrotta per raccontare le storie dei personaggi mediante flashback. Il libro assume un’importante valenza storica in quanto, tramite le parole del tenente Mamiya, l’autore traccia un profilo della seconda guerra sino-giapponese, descrivendo, inoltre, le crudeli torture attuate a quell’epoca. Ogni personaggio è, a suo modo, emblematico nell’ambito della vita del protagonista, in quanto la sua psiche verrà profondamente plasmata dall’incontro con ognuno, favorendo in lui una maturazione che gli darà la forza di continuare a vivere e di continuare a combattere per la sua vita.

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Recensioneù
di Pidachu

I due aspetti che più ho apprezzato del libro sono lo stile e la ‘surrealità’ della narrazione. Murakami ha uno stile chiaro, nitido, seppur, in alcuni punti, eccessivamente prolisso. Le sue descrizioni sono complete in ogni dettaglio. Non un singolo aspetto viene trascurato. La cronistoria della seconda guerra sino-giapponese è l’apice, secondo me, di questo suo modo di scrivere.  Si tratta di un connubio di scorrevolezza e acuta osservazione di tutti i particolari, dal paesaggio gelido e desolato, alla cruda descrizione dell’atto di scuoiare un uomo.

Come accennavo, in alcuni punti cade, però, nell’eccessiva prolissità. Alcuni punti del romanzo sono davvero noiosi da leggere, come le diverse lettere che Kasahara May fa pervenire al protagonista. Per di più, questo dilungarsi troppo su inutili dettagli, fa si che la narrazione in quei punti diventi terribilmente piatta. Nonostante questa monotonia narrativa si protragga per non poche pagine, non sono riuscito ad abbandonare il libro perché Murakami è ipnotico, è assuefacente. Senti il bisogno di sapere come va a finire e non te ne penti perché superato quello scoglio, la narrazione torna a intrigarti e ad affascinarti.

Il secondo aspetto che ha reso la lettura di questo libro intrigante è, come dicevo, la ‘surrealità’ della narrazione. Questo aspetto viene creato, in primis, dai protagonisti stessi. Sono, per l’appunto, personaggi paranormali: all’interno della narrazione, l’autore si sofferma sul ruolo di una prostituta mentale, che svolge il suo lavoro nella psiche del protagonista, piuttosto che nella vita reale. Sono soggetti, in un certo senso, necessari.

Okada Toru è un personaggio spaventosamente scialbo e monotono. Dopo aver perso il lavoro in uno studio legale presso il quale svolgeva mansioni di scarsa importanza, comincia a lasciarsi vivere, rinunciando a trovare una nuova occupazione e vivendo alla giornata con i pochi soldi che gli sono rimasti. Scoprirà dietro casa sua un pozzo in disuso, all’interno del quale, spenderà diversi giorni per rimanere solo con se stesso e cominciare un viaggio dentro la sua anima, per riscoprirsi e per capire cosa lo blocca e gli impedisce di ricominciare a vivere.

Il romanzo non è sempre di facile comprensione. Murakami è sempre molto velato e spesso ambiguo nell’esprimersi. Lascia al lettore la libertà di interpretazione dei concetti da lui comunicati, aspetto che ha reso ancor più bella la lettura.

Voto

1Astelle

 

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murakami
Haruki Murakami è nato nel 1949. I suoi libri sono stati tradotti in oltre 50 lingue. Le sue opere sono spesso surreali e nichilistiche e prendono spunto dalla letteratura kafkiana soprattutto per quanto riguarda il tela della solitudine umana. “The Guardian” lo ha definito come il miglior scrittore vivente e come la più importante figura della letteratura moderna.


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