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L’Ue e l’Euro, nati per fermare l’egemonia tedesca, potrebbero trasformarsi nel Quarto Reich?

Creato il 24 giugno 2012 da Candidonews @Candidonews

L’Ue e l’Euro, nati per fermare l’egemonia tedesca, potrebbero trasformarsi nel Quarto Reich?

In tempo di crisi dell’Euro, molti osservano con criticità il ‘rigorismo’ tedesco e non pochi accusano la Germania di tentare una egemonia sull’Europa, non piu fatta con i carri armati ma attuata a suon di ‘spread’, ‘deficit’ e fiscal compact.

Eppure dovremmo analizzare meglio le ragioni della nascita dell’Euro per capire i contrasti odierni tra mezza Europa ed i tedeschi. Il progetto di Moneta Unica, nato nella seconda metà del secolo scorso, fu portato ad attuazione proprio ‘a causa’ della Germania, o meglio a causa della riunificazione tedesca.

Quando, nel 1989, cadde il Muro di Berlino e fu avviato il processo politico verso l’unificazione della Repubblica Federale e la DDR, i principali cancellierati europei vivevano con preoccupazione lo svolgersi degli eventi. Se i leader europei, in pubblico, diffondevano parole di approvazione per il progetto della Germania unita, nei colloqui privati avanzavano forti dubbi se non piena ostilità al piano di Kohl.

In un incontro ufficiale tra il Presidente francese Francois Mitterand  ed il Primo ministro britannico Margaret Thatcher, svoltosi sul finire del 1989, i due affrontarono lo spinono ‘affaire tedesco’ e le loro riflessioni furono alquanto critiche. Si temeva una nuova ‘Grande Germania’ , sulla falsa riga del terzo reich di Hitler:

«Prenderanno più terra di Hitler», dice Francois Mitterrand. «Cantano Deutschland über alles, che orrore», dice Margaret Thatcher.

Era noto che Gran Bretagna e Francia si opposero e poi accettarono con diffidenza la riunificazione della Germania, dopo la caduta del muro di Berlino.

Dicembre 1989. Il muro è caduto da un mese. Il premier britannico e il presidente francese si incontrano a Strasburgo. Mitterrand parla male di Kohl, dice che il cancelliere non capisce la sensibilità di altre nazioni rispetto al passato nazista e alle ambizioni della Germania, lo accusa di strumentalizzare sentimenti «nazionalisti». Gennaio 1990. I due leader pranzano all’ Eliseo. Mitterrand dice che la riunificazione farà riemergere i tedeschi «cattivi» che un tempo dominavano l’ Europa. Se Kohl farà quel che vuole, aggiunge, la Germania potrebbe conquistare «più territorio di quello preso da Hitler, e l’ Europa ne pagherà le conseguenze». La Thatcher, per parte sua, reagisce con «orrore» alla notizia che i deputati del parlamento di Bonn, appresa la caduta del muro, hanno cantato in coro Deutschland über alles; e si dice «allarmata» che l’ ambasciatore britannico a Bonn giudichi con favore la riunificazione.

L’ex Presidente dell’URSS  Gorbaciov ha dichiarato che Francia e Gran Bretagna, ai tempi del crollo del muro, gli chiesero di invadere la DDR pur di impedire la riunificazione tedesca.

Il presidente francese François Mitterrand e la premier britannica Margaret Thathcer chiesero a Mikhail Gorbaciov di impedire con la forza la riunificazione della Germania, occupando militarmente Berlino e dispiegando le divisioni corazzate dell’Armata Rossa nella allora Repubblica Democratica Tedesca, guidata da Erich Honecker.

Francia e Inghilterra, rivela l’ex leader dell’Urss, volevano che Mosca impiegasse la forza militare contro la Germania. «Vennero tutti da me, uno dopo l’altro, a chiederlo apertamente». Pretendevano l’impiego dell’esercito sovietico in Germania, delle «truppe di Gorbaciov». L’ultimo incontro, con Mitterrand, a Kiev. Il capo del Cremlino resistette: «Voleva dire far scorrere molto sangue», vedere «i carri armati fuori dalle caserme, in marcia su Berlino», assistere allo spettacolo dell’Europa «in mano ai militari da oriente a occidente, armati fino ai denti, due milioni per parte».

Alla fine però prevalse il buonsenso ed anzi la Francia, da ‘nemica’ della riunificazione divenne il principale alleato della Repubblica tedesca unificata:

Mitterrand, osserva il quotidiano finanziario, fu più abile: divenne il migliore amico di Kohl, rinsaldò l’ alleanza franco-tedesca e usò l’ appoggio francese alla riunificazione per ottenere la rinuncia della Germania al marco e l’ accettazione dell’ euro. Che, senza la Germania unita, forse non sarebbe mai nato.

Quindi l’Euro è nato proprio per ‘impedire’ alla Germania, nuovamente unita, di dare il via ad una nuova politica espansionistica. Un ‘baratto’ , il Marco in cambio dell’Euro. I tedeschi però ci guadagnano eccome. Alcuni ipotizzano che gli alti costi della riunificazione siano stati pagati proprio da noi cittadini europei, grazie all’Euro. Come? Leggete qui:

Il 9 novembre 1989 cade il muro di Berlino e il potente cancelliere tedesco Helmut Kohl si trova ad affrontare un difficile e costoso processo di riunificazione fra la più moderna Germania Federale e l’arretrata Germania Democratica. Gli squilibri fra questi due paesi sono enormi: basta citare un solo dato per avere un’idea, la disoccupazione nella DDR è al 20% e la sua industria è praticamente ferma in termini di sviluppo e innovazione ai primi anni del dopoguerra. Ci sono città intere da ricostruire da zero come la stessa Berlino Est, Dresda, Lipsia. Secondo alcune stime recenti i costi totali della riunificazione tedesca sono stati circa 1.500 miliardi di euro. Un’enormità
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La Germania Federale può contare su un ottimo tessuto industriale, basato sulla chimica, l’industria pesante, l’automotive, ma malgrado l’indubbia caratteristica di affidabilità e resistenza i prodotti tedeschi risultano ancora molto costosi rispetto ad analoghi prodotti delle industrie italiane, francesi, spagnole, che potendo appoggiare le vendite su una moneta più debole del marco, sono sicuramente più avvantaggiate nelle esportazioni. Italia e Spagna soprattutto, considerati dai tedeschi dei veri e propri stati canaglia per la loro aggressività competitiva, hanno ancora una loro piena sovranità monetaria e possono agire liberamente (tramite il supporto tecnico della propria banca centrale di emissione) sulla leva delle svalutazioni competitive esterne della moneta nei confronti del marco per migliorare il livello delle esportazioni e riequilibrare eventuali squilibri della bilancia dei pagamenti.
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Il cancelliere Kohl stringe un patto di ferro con il presidente francese Mitterand e il processo di unificazione monetaria europea subisce un’accelerazione impressionante: già nel 1992 vengono firmati a Maastricht i Trattati di Funzionamento dell’Unione Europea. Il proposito del cancelliere Kohl è abbastanza chiaro a chiunque tranne che ai governanti dei paesi coinvolti nell’accordo, spalmare gli enormi costi dell’unificazione tedesca sui paesi della periferia dell’Europa, che a causa delle loro beghe interne politiche (ingovernabilità, corruzione) e di bilancio (elevati debiti pubblici) o per paura di rimanere isolati sono costretti loro malgrado o per interessi particolari ad aderire al progetto franco-tedesco di unificazione monetaria. Paesi più stabili economicamente e politicamente come Gran Bretagna, Svezia e Norvegia non pensano neanche per un attimo ad unirsi a questa grande ammucchiata, in cui era molto prevedibile che prima o dopo la grande Germania avrebbe fatto un massacro.

Quindi la politica espansionistica della Germania, che la Francia ha cercato di fermare tramite la creazione dell’Euro, è stata solo rimandanta. Dopo anni passati a ‘risanarsi’ ed a potenziare la propria economia sfruttando la parziale debolezza dell’Euro, ora forse si è passati alla fase 2, ovvero ‘uccidere’ uno per uno le economie gli stati ad alto debito, quei PIIGS (Portogallo, Irlanda, Italia, Grecia e Spagna) che hanno consentito alla Germania di rafforzarsi perche con le loro debolezze strutturali non permettavano all’Euro di poter intralciare le esportazioni tedesche. La Germania ‘campione’ del rigore, tornata ad essere la Locomotiva d’Europa, sta quindi tornando alla sua ‘storica’ politica di espansione. Senza carri armati ma a colpi di ‘spread’.

L’Ue e l’Euro, nati per fermare l’egemonia tedesca, potrebbero trasformarsi nel Quarto Reich?

La storia ci insegna che la Germania ha alternato periodi di forza a momenti di debolezza o comunque di frammentazione politica. Alla fine del Sacro Romano Impero (il Primo Reich) durato quasi mille anni (962-1806) e che aveva visto il popolo tedesco, seppur diviso in centinaia di principati e staterelli,  protagonista nell’egemonia del Continente era seguita una fase di divisioni, ovvero la  Confederazione Germanica creata dal Congresso di Vienna nel 1815, dopo le rivoluzioni napoleoniche e che riuniva 39 piccoli stati sovrani tedeschi.

L’Ue e l’Euro, nati per fermare l’egemonia tedesca, potrebbero trasformarsi nel Quarto Reich?

Ben presto però si arrivò alla creazione dell’Impero tedesco, (il Secondo Reich), nato nel 1871. Un impero forte e combattivo, la cui espansione fu la principale causa dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, poi persa. Alla fine della guerra la Germania visse un periodo di forte debolezza con la Repubblica di Weimar (1919-1933), nata sulle ceneri del Secondo Reich e che portò il paese alla crisi finanziaria.

L’Ue e l’Euro, nati per fermare l’egemonia tedesca, potrebbero trasformarsi nel Quarto Reich?

Dalle ceneri di Weimar nacque il Terzo Reich di Adolf Hitler con tutta la follìa che ne è seguita, Seconda Guerra Mondiale compresa. Il resto è storia recente, i quarantanni di divisione tedesca terminati nel 1990 con la riunificazione. Poi l’Euro, il ‘rigorismo’ e l’intrasigenza di Angela Merkel nell’impedire il pieno soccorso alle economie europee in difficoltà.

Dopo il Primo Reich del Sacro romano impero, il Secondo Reich di Gugliemo II ed il Terzo Reich di Hitler, l’Unione Europea può diventare il Quarto Reich della Germania? Al momento non è proprio così, anche se le premesse ci sono tutte. E purtroppo il ciclo di espansione tedesca si è sempre concluso con una sanguinosa Guerra.


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