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L’ultima roccaforte

Creato il 22 giugno 2015 da Alby87

L’altro giorno mi sono infilato in un dibattito fra alcuni amici che si domandavano se la lotta contro il “gender” sia più una lotta omofobica o maschilista. Ovvero: l’obbiettivo finale degli integralisti cattolici è relegare al silenzio e all’emarginazione il popolo LGBT, o rimettere in discussione la parità dei sessi?

Io dico tutt’e due. Ma, e lo dico da LGBT maschio, l’obbiettivo più grande ed importante per loro è di gran lunga il secondo. Sì, è vero, l’omosessualità li schifa perché per loro è inconsueta, perché sono conservatori, hanno la mente chiusa, e infatti di solito sono anche razzisti, di estrema destra eccetera. Sì, questo è giusto. Ma c’è di più, il crimine dell’omosessualità non può consistere semplicemente nell’essere “inconsueta”. Il suo vero crimine è che essa infrange l’ordine, che si vuol far passare per “naturale” e invece è esclusivamente di natura sociale, che vuole la donna penetrata e sottomessa, e il maschio penetratore e dominatore.

L’ultima roccaforte

Molti etero si disgustano al pensiero di due uomini che fanno sesso, ma si eccitano al pensiero di due donne che fanno sesso. Perché ciò? Non sono forse entrambe le cose contro la loro concezione di “natura”, ovvero contro la consuetudine penetrativa cui essi si sono abituati? Il problema non è quello, quella al massimo è un’aggravante. Il problema è che un uomo che penetra un altro uomo ricorda all’uomo che egli stesso è penetrabile. E se egli è penetrabile come una donna, è messo in crisi il rapporto di potere che lo posiziona al di sopra della donna, è messo in dubbio il suo ruolo di dominatore.

L’antisessismo è strettamente collegato alla lotta all’omofobia. Per la precisione, la fine dell’omofobia discende naturalmente dalla fine del sessismo. Gli integralisti religiosi lo sanno, e io qui mi gioco una mano o anche due di aver capito perfettamente il loro gioco, anche meglio di loro stessi: non stanno usando il maschilismo come scusa per diffondere omofobia, stanno piuttosto usando l’omofobia che già c’è in giro per tentare di ricostruire un sessismo in disgrazia. Si parte da “i bambini hanno bisogno di una mamma e un papàaaaaaaa!”, ma si vuole finire a “sposati e sii sottomessa” della Miriano; ovvero si vuole tornare a definire un rapporto di dominio a favore dell’uomo rispetto alla donna.

Il famoso “Gender” che si farebbe nelle scuole, se andate a vedere davvero che cos’è (quindi non sui siti cattolici) consiste quasi interamente nella lotta agli stereotipi di genere che vogliano la donna fragile, sottomessa e casalinga e guai se non lo è, e l’uomo tosto, virile, conquistatore e militare, e guai se non lo è.

Ha a che fare con l’omofobia, ciò? Sì, l’omofobia deriva direttamente dalla rigida, spietata suddivisione dei ruoli di cui sopra. L’omofobia coltiva e accresce l’idea che quell’unità sociale fondamentale che è la famiglia possa funzionare solo sulla base della differenza inconciliabile, e sottolineo inconciliabile, dei ruoli maschile e femminile. Infatti non si può ragionevolmente mettere in dubbio che, se un uomo può essere dolce, sensibile, accogliente e delicato quanto una donna, e una donna può essere dura, rigorosa e autorevole quando un uomo, allora le coppie omosessuali possono crescere dei figli benissimo, visto che due donne o due uomini potranno fare le stesse che farebbero un uomo ed una donna. Deduttivamente, ciò è molto rigoroso, e visto che teoricamente siamo tutti d’accordo che lo stereotipo della donna delicata e sensibile e dell’uomo tosto e autoritario è violato così spesso da essere inconsistente, la conclusione di cui sopra dovrebbe anche essere banale. Se uno è davvero antisessista, allora riterrà che le differenze di ruolo fra uomo e donna, che pure possono sussistere in un certo numero di casi, siano superabili o conciliabili, è dunque sarà anche a favore di quelle forme di famiglia che prescindono da queste differenze.

Ma questo passaggio che ragionevolmente è immediato non sempre è immediato emotivamente. Dopotutto, non abbiamo forse notato mille volte come a fronte di un numero di vegetariani sotto il 5%, la grande maggioranza della popolazione si dica contraria alla caccia? Suona assurdo, ma solo perché stiamo ipotizzando che il cervello umano non tolleri le contraddizioni, e invece spesso ci convive benissimo.

Dunque, abbiamo casalinghi che si occupano dei bambini in ogni casa, e poliziotte che malmenano i malviventi ad ogni angolo di strada, e nessuno batte ciglio; ma centocinquantamila persone si radunano in una piazza con magliette rosa e azzurre per dirci che i sessi sono troppo diversi e dunque non è possibile che un uomo faccia il mammo e una donna faccia la papà, e non possiamo dire alle femminucce che possono essere poliziotte, e ai maschietti che possono stirare le camicie.

Qual è il trucco che rende possibile questo assurdo? Si basa sul fatto che la gente è ancora diffidente riguardo alle coppie omosessuali per solleticare il pregiudizio sessista che essa già cova in principio.

Nonostante ormai sappiamo bene che donne e uomini, seppure in media differenti sotto certi aspetti, sostanzialmente sono in grado di fare le stesse cose, possiamo ancora fare finta che così non sia. Diciamo, dunque, che il matrimonio dev’essere solo fra uomo e donna, e questo è il nostro gioco di prestigio, la nostra finzione. Questo puntiglio di principio del mantenere il matrimonio “com’è sempre stato” serve al solo ed unico scopo di permettere la sopravvivenza dello schema mentale sessista, così com’è sempre stato.  Perché da “le donne sono geneticamente irriducibilmente diverse” a “le donne sono geneticamente e irriducibilmente delle lavastoviglie umane” il passo è un epsilon piccolo a piacere. Ma se due donne si sposano e crescono figli, allora l’idea che le donne siano state messe su questa terra per stare sottomesse ai maschi e dar loro eredi è definitivamente caput; non possiamo più neanche fingere che sia così, la verità ci viene sbattuta sul muso.

L’omofobia è dunque l’ultima roccaforte del sessismo. Gli integralisti cattolici cercano di difenderla, ma non pensiamo che per loro essa valga qualcosa di per sé: nei loro sogni più selvaggi ed autentici da quella roccaforte parte la Reconquista, da lì si arriva un giorno a trasformare il mondo intero in una magnifica distesa di piccole ed eleganti Stepford.

Il loro parziale successo, ancorché limitato, è significativo, e più che scoperchiare la voragine di omofobia che ancora cresce e vive in Italia (di cui tutti già sapevamo) apre il Vaso di Pandora del maschilismo che ancora cresce e vive in Italia.

Ma quello è un mondo, fortunatamente, morente. Le donne non ci stanno più a fare le casalinghe di Stepford, perfino la Miriano in realtà è una donna in carriera; e, non sorprenda, neanche i maschi ci stanno più a sentirsi dire o dare ad intendere che mamma e papà sono tutti e due genitori, ma la mamma è un po’ “più genitore” di loro.

Se finirà il petrolio o una guerra nucleare distruggerà la civiltà, allora l’umanità tornerà nelle caverne, allora la forza bruta del maschio ristabilirà i vecchi ruoli sepolti dalla storia; Costanza Miriano avrà modo di riscoprire cosa significa davvero la sottomissione e probabilmente noi finocchi torneremo al rogo.

Ma se ciò non accadrà, anche l’ultima roccaforte cadrà.

Ossequi.



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